(si ringrazia Michele Schirru di Lost in Tennis per la collaborazione)
Due ore e ventidue minuti sono serviti a Lorenzo Musetti per avere ragione di Juanma Cerundolo. Due set tirati, 7-6(4) 7-6(4) tra vento e interruzioni per pioggia, un incontro complicato come racconta lo stesso Lorenzo dopo la vittoria all’esordio che gli fa guadagnare i quarti di finale contro Nuno Borges. “Oggi non è stata una partita facile, ero avanti nel primo set. Le condizioni parecchio lente hanno favorito il suo gioco. Non era facile fare punto. A sprazzi ho giocato un buon tennis, colpito bene, altre volte ho avuto troppa fretta, poi ho un po’ rallentato e al suo ritmo diventa un avversario tosto. La chiave sono stati i nervi saldi nei tie-break”.
A tratti pareva che il nervosismo potesse prendere il sopravvento, forse il pubblico ha giocato un ruolo positivo in questo senso. “Qua ho dei bei ricordi e la gente è molto ospitale, mi ha sempre trattato con gentilezza e rispetto. Bello vedere che c’è movimento non solo tra giocatori ma anche di fan e di gente che si appassiona al tennis. Oggi è stata complicata, interruzioni, condizioni climatiche diverse, ma siamo professionisti e con l’esperienza si riesce a sorpassare il nervosismo passeggero che ci può essere in questi casi e a tirare fuori il meglio si sé”.
In giornate come questa, ciò che conta è il risultato. “L’importante è stato prendersi una vittoria che fa bene al morale e al mio tennis, sperando che domani possa essere una partita migliore in termini tecnici e tattici. In questo periodo della mia vita, tennisticamente parlando, non mi interessa se gioco di m****, perché voglio vincere, giocare altri match. Questo mi porta a crescere in termini di tennis e di fiducia in me stesso, per questo sono venuto qui a Cagliari”.
L’atteggiamento in campo dell’azzurro sembra aver colpito oltremodo i colleghi presenti in sala stampa, tanto che gli viene domandato quale sia la sua visione sul mental coaching, se stia lavorando con qualcuno o pensi di farlo in futuro, vedendola come una possibile soluzione considerato che il nervosismo lo fa calare. “In questo momento non sto lavorando con nessuno” risponde Musetti. “Credo che sia una figura utile, ho lavorato per alcuni periodi con diverse persone ottenendo anche dei risultati, ma ho percepito che la volontà di stare lì, l’atteggiamento, di essere un giocatore migliore parte in primis da te stesso. Conoscendomi così bene, anche Simone [Tartarini, il suo allenatore] o il mio team sanno cosa dire in certe situazioni meglio di chiunque altro”.Lorenzo Musetti – Sardegna Open 2024 (foto: Francesco Panunzio)
Non resta che parlare dell’avversario di venerdì ai quarti, Nuno Borges, il portoghese n. 56 ATP che lo ha battuto in due set un mese fa a Estoril. “Abbiamo giocato poco tempo fa, non una prestazione da parte mia. Si è messo in luce negli ultimi mesi giocando un ottimo tennis. Sono condizioni diverse rispetto a Estoril e spero che il pubblico possa influire. Ha un tennis fastidioso, ma non ci sono mai match facili, bisogna cercare di renderli tali”.
Cosa significa “un tennis fastidioso” a questi livelli? “A Estoril, di rovescio tagliava il campo e verticalizzava molto bene. Non soffriva le variazioni, entrava e tendeva a farti giocare basso e non era facile aggredirlo. Con il dritto invece manovrava bene, preciso e pochi errori, almeno in quella partita. Viene da un periodo di forma e gioca abbastanza libero. Speriamo che non sia così fastidioso come in Portogallo”.