Non è arrivata come lui stesso avrebbe voluto la prima finale 1000 di Felix Auger-Aliassime, ma il risultato rimane, e sarà lui ad affrontare Andrey Rublev domenica per il titolo del Mutua Madrid Open. Una settimana particolare per il canadese, che ha avuto “in favore” ben tre ritiri per arrivare fin qui. Un qualcosa non facilissimo da gestire anche dal punto di vista mentale, come spiega lui stesso nella conferenza post match.
D: “Ciao Felix, come stai gestendo, soprattutto da un punto di vista mentale, questa strana settimana? Sei dovuto rimanere concentrato, ma passando poco tempo in campo“
Auger-Aliassime: “Non sono mai stato in una situazione del genere, da parte mia non posso fare molto. Mi dispiace per i giocatori che si sono infortunati, come Jiri, che abbiamo visto crollare all’improvviso oggi. Ci alleniamo spesso insieme, ho giocato contro di lui in Australia, è un bravo ragazzo, gli auguro il meglio. Ho avuto anche io la mia parte di infortuni lo scorso anno, e quando ami davvero lo sport ami giocare, e quando ti viene portato via in questo modo è difficile accettarlo. Ora posso solo concentrami sulla finale e prepararmi al meglio“
D: “Questa è la tua prima finale su terra dal 2019. Da allora hai fatto qualcosa di particolare per migliorare il tuo gioco sulla superficie?“
Auger: “Non direi. Ovviamente dobbiamo tenere conto che questa settimana è unica nel suo genere, dobbiamo essere realistici al riguardo. Non lo sto dimenticando, questa è la realtà. Ma sento ancora che anche due anni fa, nel mio anno migliore, avevo avuto delle belle partite. Ricordo la partita con Rafa al Roland Garros, che credo sia stata una partita di qualità su questa superficie, e anche con Novak a Roma. Stavo perdendo partite che erano combattute. Ma ho sempre saputo che fin da piccolo amavo giocare sulla terra battuta, e non è mai stato un problema giocarci o sentire di essere un buon giocatore anche sulla terra. Più avanti quest’anno e più avanti nella mia carriera, ho tutte le ragioni per credere che potrò arrivare ad altre finali sulla terra e anche vincere partite“
D: “Cosa vuol dire per te questa nuova finale dopo un inizio di stagione complicato?“
Auger: “Ovviamente è una grande opportunità, è la mia prima finale 1000, una nuova posizione in cui essere, e questo non accade spesso. Giochiamo tante partite, ci alleniamo tanto, ma quando hai un’occasione come questa sei molto motivato, e preparerò questa partita seriamente ma senza cambiare la mia routine e cercando di prepararmi al meglio. L’anno scorso ho avuto i miei momenti difficili sul campo, sono stato infortunato. All’inizio di quest’anno ho giocato delle buone partite e sono fiero allenandomi meglio, giocando meglio. Ho trovato la miglior partita della mia stagione finora con Casper e abbiamo visto poi cosa è successo. Ho mostrato durante i tornei, durante le settimane che mi sto allenando e giocando meglio. C’è questo torneo, la stagione poi andrà avanti, spero con ulteriori buoni risultati per me“
D: “In campo hai accennato al fatto che è un momento un po’ particolare per i migliori, ci sono molti infortuni. Questo ti preoccupa da giocatore? Pensi che possa esserci un motivo dietro?“
Auger: “Quando sono in molti, tendiamo a pensare che non sia una coincidenza. Ma sono diviso tra l’idea che ognuno abbia i propri problemi, ovviamente, e poi penso di poter parlare a nome di molti giocatori sul fatto che tutti abbiamo problemi minori durante un torneo di due settimane: un po’ di tensione qui , un po’ di malessere lì, un raffreddore o qualcosa del genere. Ma poi se sia abbastanza per ritirarsi, quello è un altro livello. Penso che sia personale per ogni giocatore, è qualcosa con cui convivono gli atleti. La cosa specifica e strana del tennis è che al di fuori del primo turno, in cui un lucky loser può entrare, non è come in uno sport di squadra, in cui può esserci una sostituzione. E quindi si crea una situazione come stasera o ai quarti con Jannik. Questa è l’unica differenza, ma in ogni sport ci sono sempre infortuni. È solo che qui non possiamo sostituire il giocatore“
D: “Molte persone potrebbero pensare che questa prima finale 1000 per te sia arrivata dopo molto tempo. Eri un adolescente così entusiasta, e ora sembra che questo sport si stia muovendo verso qualcosa di nuovo e brillante, con Alcaraz e Rune. Ha un impatto mentale avere tutta questa pressione su di te in così giovane età, e poi quando arrivi a circa 25 anni tutto scompare?”
Auger: “È stato un processo interessante. Sì, ora sono in finale 1000, ma lo sport va veloce. Penso che ogni sport vada veloce e che il mondo vada veloce in generale (sorride). Penso che ci esaltiamo molto velocemente e ci dimentichiamo anche molto velocemente, quando accadono cose brutte (sorride). È quasi come guardare in una vita, e vedere che l’anno scorso ho avuto un brutto anno. Ma è stato solo un anno della mia carriera e della mia vita in generale. Ma prima ogni anno era sempre migliore, non ero scontento di come stavano andando le cose per me. Sono arrivato al n.6 al mondo un anno e mezzo fa. Adesso sto risalendo e gioco sempre meglio, ed è grandioso che possa giocare una finale. Sento di essere rimasto coerente con il mio desiderio di giocare e migliorare e di non sentirmi frustrato quando i tempi diventavano più duri, e quindi sono felice che, la vita o il tennis mi stiano sorridendo di nuovo“