Da Madrid, il nostro inviato
[1] I. Swiatek b. [2] A. Sabalenka 7-5 4-6 7-6(7)
La WTA è un gioco semplice: tutte si impegnano, e alla fine vince Iga Swiatek. Anche al Mutua Madrid Open è la n.1 ad alzare il trofeo, primo nella capitale spagnola, nono di categoria 1000, terzo del 2024 dopo Doha ed Indian Wells. Lo fa prendendosi la rivincita della finale 2023, quando era stata Aryna Sabalenka a tornare a casa con la coppa. Oggi, nonostante degli ottimi momenti, la bielorussa non ha saputo contrastare con la necessaria costanza il ritmo incessante della polacca, da parte sua comunque non perfetta, che fa però quel che serve per portare a casa il ventesimo titolo della carriera al termine della finale più lunga dell’anno. E, non fa mai male ricordarlo, a 23 anni non ancora compiuti. Sempre più n.1 del mondo, sempre più difficile da mettere in discussione, specie dopo aver battuto per la settima volta su 10 l’attuale n.2 al mondo. E se è questa l’Iga che andrà a Roma…probabilmente vedremo sul centrale del Foro Italico la stessa scena a cui si è assistito oggi su un Manolo Santana baciato dal sole al tramonto.
Primo set: tante occasioni, più solida Swiatek. Passa lei in vantaggio
Inizio non eccezionale da parte di entrambe, con Sabalenka sorprendentemente un po’ in ritardo sul dritto e Swiatek in affanno invece dal lato del rovescio. Errori gratuiti dovuti anche a una evidente tensione (nonostante sul Manolo Santana siano fin troppi i posti vuoti) che portano a break iniziale della polacca poi prontamente restituito. Andando avanti nel match si susseguono occasioni di andare in vantaggio per entrambe, con la giocatrice al servizio che appare sempre in difficoltà, salvo ritrovare l’aiuto della battuta nei punti caldi. Sono così tre le palle break annullate da Swiatek (con una bella mano di Sabalenka, che ne affossa due in rete), due dalla bielorussa, che ritrova incisività nel dritto quando serve.
Alla lunga pesano però le occasioni smarrite durante il percorso, anche quelle in cui avrebbe potuto far punto da chiare situazioni di vantaggio in campo aperto prima di dare via libera a Iga. Che, molto più rapace, prende possesso del territorio nell’undicesimo game, andando poi di forza a prendersi il break con un vincente di rovescio lungolinea che evidenzia le differenze tra le due, poi scolpite chiudendo dopo un’ora di gioco un parziale bilanciato in cui i dettagli hanno scavato il solco. Notizie non buone per Aryna, dato che Swiatek è 20-1 nelle finali dopo aver vinto il primo, 7-0 in quelle su terra.
Secondo set: Sabalenka fa e disfa, ma è lei a spuntarla per la gioia del pubblico. Si va al terzo
Il secondo parziale restituisce una Swiatek meno precisa e più “gentile”. Qualche regalino per la bielorussa arriva, molto brava da parte sua ad aggredire ed incrociare in risposta, impedendo di prendere bene il tempo alla polacca, costretta a cedere il servizio. Di lì a poco la partita si trasforma però in uno psicodramma, con tre break consecutivi (quindi quattro con quello di cui sopra). Che, o per colpe o per demeriti, portano tutti il marchio di Sabalenka, tanto aggressiva e incisiva in risposta quanto insicura ed evanescente al servizio, come dimostrano i tanti punti persi dopo aver aperto il campo a cui fa da capofila il dritto lungo a campo aperto con il quale ha perso il secondo break. Ma, proprio quando la partita pareva pronta ad essere azzannata definitivamente dalla n.1, Aryna con una serie di dritti di pesantezza comodino accende il pubblico e soprattutto riaccende sé stessa. E così, tra il boato della folla, trova un super decimo game in risposta, chiuso con un poderoso dritto vincente lungolinea (usato decisamente troppo poco) che porta il match al terzo.
Terzo set: Swiatek la vince di testa alla distanza. Madrid è sua
Non perde tempo Aryna a tenere la matura e solida falsariga mostrata sul finale del secondo, e con due scambi durissimi, entrambi chiusi di prepotenza, aiutandosi molto anche da un rovescio molto efficace nel match odierno, annulla due pesanti palle break alla polacca. E, evidenziando chiaramente dove sia finita l’inerzia della partita, va a lei a strappare il servizio a Swiatek, ancora chiudendo il game con un vincente, stavolta di dritto. Quando entra in questo ritmo può diventare difficile gestirla anche per Swiatek…che rimane però la n.1 al mondo. E nel gioco immediatamente successivo risponde con più calma e precisione, mandando leggermente in crisi la bielorussa, che quasi non si aspettasse una reazione così improvvisa si fa cogliere alla sprovvista e restituisce con fin troppa facilità il vantaggio guadagnato. Ma, nonostante qualche rischio qua e là la n.2 al mondo va avanti a testa bassa e sfruttando imponentemente l’uscita dal servizio riesce a tenersi quel pizzico in avanti.
La conclusione più giusta di questa fantastica partita, un tie-break anch’esso equilibrato fino all’ultima curva, premia Swiatek. Dopo aver cancellato tre match point, tutti con la mano del servizio, al suo secondo, grazie a un dritto lungo di Sabalenka dopo una serie di pazzeschi scambi, finisce lei per terra, a festeggiare. Meritatamente, ma a dirla tutta oggi la cosa più giusta sarebbe stata un pareggio per lo spettacolo messo in campo da entrambe nella più lunga finale della storia del torneo. La WTA faccia una statua alla tigre di Minsk e a Iga da Varsavia.
Le dichiarazioni della campionessa, prima di essere sommersa dai coriandoli, al momento della premiaizone: “Aryna, è stata una finale incredibile, è sempre una grande battaglia contro di te. Mi hai obbligato ad essere una giocatrice migliore e per questo ti ringrazio. Grazie al mio team, non so che cosa dire di più per rendere speciale questo momento, grazie per avermi seguito e capito. Non sarei qui senza di voi, speriamo di poter continuare così. Scusate sono molto stanca, grazie anche al pubblico per essere rimasti fino alla fine, siete già pronti per il prossimo anno!“.
Arrivate dopo la solita gentilezza e cortesia, anche dopo una sconfitta dura da digerire, di Sabalenka: “Lo scorso mese è stato molto intenso per me, grazie per questo fantastico torneo. Per me l’atmosfera qui è stata sempre molto speciale. Ho cercato di rendere il match più lungo possibile. Scusami, mi sono un po’ persa, forse dovrei ringraziarti e complimentarmi con te per il torneo che hai giocato (ride riferendosi a Iga, ndr). Chissà che non ci si incontri l’anno prossimo. Questo è forse il match più lungo che abbiamo giocato, spero vada meglio il prossimo anno. Grazie al mio incredibile team, vi siete sempre dedicati a me, mi tenete sempre in grande considerazione. Siete la mia squadra in tutti i sensi“.