Da Roma, il nostro inviato
M. Arnaldi b. [LL] Harold Mayot 3-6 7-5 6-4
Aveva tremato. Non solo Matteo Arnaldi, ma tutto il Foro Italico, al pensiero che il secondo italiano classificato più in alto tra i superstiti a Roma fosse sotto di un set e a un passo dal break di svantaggio nel secondo contro tale Harold Mayot, lucky loser all’esordio agli Internazionali d’Italia. Per il secondo anno di fila dunque il sanremese trova il secondo turno nel torneo di casa, dove affronterà Nicolas Jarry, contro il quale ha sempre giocato molto bene per poi sciogliersi nei momenti decisivi. Ci arriva con il sostegno di un Centrale non pieno causa pioggia e un tempo più consono alle ATP Finals che al 1000 romano, e la consapevolezza di dover alzare non di poco il livello espresso oggi contro un giocatore modesto in giornata discreta. 40 non forzati, per quanto a fronte di 33 vincenti, sono decisamente troppi per sperare di raggiungere per la seconda volta
Primo set: Arnaldi irriconoscibile, Mayot ne approfitta
L’inizio, su un campo appesantito dalla pioggia, è subito in salita per Arnaldi, probabilmente condizionato anche dal trovarsi di fronte a un avversario per il quale non si era preparato, visto che avrebbe dovuto vedersela con il ceco Machac. Come spesso accade, anche se contro un Mayot qualunque non dovrebbe, l’azzurro accusa difficoltà sul dritto, con tanti colpi che si perdono di lunghezza. Il francese capisce l’antifona e fa di tutto per evitarne il lato sinistro, portando così a casa per primo un break, nel quinto game. Molto sveglio il francese il n.130 al mondo nell’adottare anche soluzioni estemporanee come palle corte e discese a rete, armi fondamentali per annullare la chance di contro-break che Matteo si crea con un ottimo settimo game in risposta dove riesce a rispondere con profondità e anticipo. Una fiammata, nulla più, almeno per il primo parziale, che poco dopo Mayot vince ringraziando un gioco caratterizzato dall’ennesima compilation di regali dell’azzurro.
Secondo set: Arnaldi risorge sul più bello. Si va al terzo
Il secondo parziale non si discosta molto dal primo, quantomeno all’inizio, con un Arnaldi ancora un po’ disordinato e non proprio lucido in ciò che fa. Così un rovescio è vincente e l’altro si perde di lunghezza, i dritti si fanno un giro sulle montagne russe, e non riesce a fare molto di più che tenere il servizio. Dall’altra parte Mayot non sbaglia praticamente nulla, riuscendo ad imporre anche un ritmo abbastanza alto quando sposta lo scambio sul dritto. Alla fine la soluzione per provare a rimanere in scia si rivela il servizio, altro colpo ondivago nell’incontro, ma arrivato puntualmente in soccorso nei momenti caldi. Nel game più lungo del match, l’ottavo, in cui il francese fa quasi quello che vuole da fondo, con tanta pulizia e non dando mai un vero riferimento, la battuta aiuterà Matteo a salvare due palle break dal sapore di match point. E così, sfruttando lo slancio, in un super undicesimo game è lui a strappare il servizio, per la prima volta nel match. Finalmente trova profondità e incisività nei colpi da fondo, chiamando anche in avanti alle volte Mayot così da rendergli pan per focaccia. E la fisicità, spesso straripante, scava un importante solco.
Terzo set: Arnaldi parte male. L’esperienza e la qualità lo salvano.
Il terzo set restituisce un Arnaldi molto simile al primo parziale, meno brillante e troppo spesso in affanno con il dritto. Arriva così il break ancora una volta a favore di Mayot, più solido e consistente nel tenere un ritmo serrato nello scambio. Al contempo è però ardua anche per lui non disunirsi e reggere un azzurro che rimane comunque giocatore di un’altra cilindrata. E così, dopo essere stato avanti 3-1, il francese si ritrova sotto 4-3 e servizio Arnaldi. Appena riesce a mettersi di prepotenza sulla diagonale di rovescio l’azzurro gioca un’altra partita e arriva così a tenere la partita viva, con il naso avanti fino in fondo. L’impressione è che forse un po’ l’inesperienza su certi palcoscenici giochi un brutto scherzo al francese, che alle occasioni per aprirsi il campo regala un colpo in più, fatale, ad Arnaldi. Che con due dritti vincenti (tutt’altro che pane quotidiano) mette la parola fine a una partita nata male e riacciuffata per la coda. Non di una stella cadente, per oggi.