Alejandro. Da oggi in poi questo nome non farà balzare alla mente solo la canzone di Lady Gaga che spopolava nel 2009 ma anche Alejandro Tabilo, il n.32 che a Roma ha strapazzato Nole Djokovic con nonchalance. In mezz’ora si era già accaparrato un set, lui che un top 10 mai lo aveva battuto. È finita 6-2 6-3 tra l’incredulità generale e anche sua: il cileno, nato a Toronto, non ha ancora metabolizzato l’accaduto. Ma è carico: pronto a continuare su questa lunghezza d’onda anche contro Karen Khachanov.
Ecco le sue parole nell’intervista post gara dove racconta anche qualcosa del suo cammino, portato avanti a suon di passione e tanti sacrifici.
D. Questa deve essere una vittoria memorabile per te oggi sul campo centrale di Roma. Stai ancora assimilando tutto? Cosa ti passa per la testa?
Alejandro Tabilo: In questo momento sto solo cercando di crederci un po’. Ho parlato con la mia famiglia, con la mia ragazza e con tutti i miei amici in Cile. Non riesco a capacitarmene. Sto assimilando tutto con la mia squadra, devo ancora elaborare. È stato incredibile. Speriamo di poterci ricaricare per martedì.
D. È la prima volta che affronti un giocatore di questo calibro. Quando hai saputo che avresti giocato con Novak qual è stata la tua reazione e il tuo piano per oggi?
Alejandro Tabilo: Quest’anno ho scalato la classifica. Ho giocato con top 10 e top 20. Ho fatto un po’ di fatica. Essere riuscito a battere Novak oggi, il numero 1 del mondo, è surreale in questo momento. Devo solo continuare a lavorare, cercando di mantenere questo slancio, questa fiducia, cercando di finire l’anno in ottima forma”.
D. Conosci qualcuno dei giocatori cileni piùimportanti nella storia del tennis? Fillol, Gonzales, Massu?
Alejandro Tabilo: Sì, sono stati molto, molto importanti per la mia famiglia. Ricordo che fin da piccolo guardavo Massu e Gonzales, mio padre mi mostrava i video di Rios su YouTube. Mi ha aiutato fin da piccolo. Ora, quando ho iniziato a vivere in Cile, ho conosciuto meglio Gonzales e Massu, sono sempre stati molto disponibili a guardare le mie partite, a darmi consigli, soprattutto Massu che è il capitano di Coppa Davis. È sempre molto attento a noi e al nostro sviluppo. Anche Rios mi manda messaggi di tanto in tanto per sapere come sto andando, facendomi sempre le congratulazioni. È sempre bello avere il sostegno di tutti.
D. È evidente che la tua ascesa è costante da un po’ di tempo a questa parte. Ci puoi spiegare il tuo percorso fino ad ora, quali sono state le sfide più grandi?
ALEJANDRO TABILO: Sono nato a Toronto. Mi sono trasferito negli Stati Uniti quando avevo 13 anni. A 18 anni circa mi sono spostato a Santiago. Lì, in pratica, è iniziato tutto il mio percorso con una nuova squadra. Quasi un inizio da zero. C’era il cambio di classifica e cose del genere. È stata una corsa pazzesca. Siamo riusciti a entrare tra i primi cento circa due anni fa. Mi sono infortunato e da allora è stato un percorso difficile. Ho avuto parecchi problemi che mi hanno fermato per un paio di mesi e poi ancora per altre settimane. Ultimamente ho cercato di lavorare molto sulla forma fisica e sull’aspetto mentale. Credo che questo mi abbia aiutato molto, riuscendo in qualche modo a chiudere questo tipo di partite.
D. Oggi hai giocato contro una leggenda. C’è un momento particolare in cui hai capito di poter vincere questa partita?
Alejandro Tabilo: Sì, la mia squadra me l’ha chiesto proprio ora. Onestamente in nessun momento ho pensato di farcela ma dopo il primo set ero abbastanza felice. Stavo giocando un tennis incredibile. Volevo solo mantenere questo livello. Con Novak è sempre molto dura dal punto di vista fisico. Sapevo perfettamente che poteva arrivare al terzo set in qualsiasi momento. Credo di aver iniziato a crederci un po’ alla volta quando mi sono trovato sul 3-2 4-3, cercando quasi di chiudere il match. Per tutto l’incontro ho cercato di giocare punto per punto, senza pensare al punteggio. Ogni punto era come l’inizio di un match. Penso che questo mi abbia aiutato molto, permettendomi di giocare in modo un po’ più rilassato.
D. C’è una stampa cilena che ti segue in tutto il mondo o no? Quanto è importante il tennis nella tua nazione rispetto ad altri sport, tralasciando il calcio?
Alejandro Tabilo: Non ho visto molti giornalisti. Dopo il calcio, credo sia lo sport numero uno in Cile. Massu e Gonzales hanno fatto conoscere il tennis. La stampa è molto dura anche quando si perde. Quando si vince, ovviamente, tutti sono al tuo fianco. A volte è un rapporto di amore e odio con loro. È comunque bello che mostrino sempre il tennis nel mondo.