Da Roma, il nostro inviato
[21] N. Jarry b. [14] T. Paul 6-3 6-7(3) 6-3
Roma, 17 anni dopo. 13 maggio 2007, esattamente 17 anni e 6 giorni dopo un cileno tornerà a disputare una finale in un Master 1000, e di nuovo agli Internazionali d’Italia. Nicolas Jarry ricalca infatti le orme di Fernando Gonzalez uscendo alla fine vittorioso dalla contesa contro Tommy Paul, complicatasi ben oltre il dovuto anche a causa di una sua poca lucidità in alcuni momenti salienti del secondo.
Di certo non è mancato un buon livello di tennis, con tanti punti esaltanti e un pathos da melodramma, ma alla fine la regolarità e la costanza del cileno hanno avuto la meglio. Jarry giocherà dunque la finale più importante della carriera da n.17 virtuale (nuovo best ranking) e contro un avversario di livello assoluto che lo ha battuto 4 volte su 6 come Alexander Zverev. I precedenti sulla terra sono però 2-2, e l’ultimo sulla superficie, a Ginevra 2023, lo ha vinto Nico.
Primo set: tanta tensione, Jarry dà lo strappo. Il servizio fa la diferenza
Come ci si poteva aspettare l’inizio è condizionato dai servizi, ed è quello di Jarry a sembrare più inavvicinabile. Non a caso sarà il cileno ad avere la prima palla break del match, sulla quale è però bravo a reagire Paul. Entrambi comunque sembrano sentire il peso dell’occasione e appaiono abbastanza contratti, con qualche errore qua e là ma soprattutto la titubanza ad accelerare o forzare un minimo, per non prendere rischi.
Ma questo gioco conservativo ha naturalmente la diretta conseguenza di creare un importante vantaggio al primo che saprà osare. E nello specifico si tratta del cileno, pronto a prendersi qualche metro di campo con la risposta, giocando incrociato sul rovescio di Paul, spezzando così il ritmo e i tempi all’americano, che anche con qualche errore di troppo (un po’ come contro Hurkacz) concede il break all’avversario. Un vantaggio che risulterà decisivo, portato in fondo senza patemi da Jarry, che incide pesantemente con il 73% di punti vinti con la prima.
Secondo set: Paul non si dà per vinto. Lotta e la spunta al tie-break
Si vede uno Jarry di lusso in apertura, probabilmente ancora gasato e con addosso le sensazioni della rimonta contro Tsitsipas. Nel quinto game del secondo parziale prova subito, e con successo, a mettere la freccia, dopo due palle break annullate che lanciano indizi su un Paul diverso. Nico trova dei bei vincenti, prendendosi tutto il tempo per preparare il colpo e martellare. Anche con un contributo di un Tommy un po’ restio arriva il break per lui, più concreto.
Ma l’americano azzera tutto, quasi sembra dimenticare le due occasioni sprecate in precedenza e si rifà sotto, cercando con successo il dritto tanto amato. E riesce ad operare il contro-break anche con un aiutino del cileno, che paga qualche sbavatura qua e là soprattutto dal lato sinistro. Sono dettagli che nel puzzle generale dell’incontro vanno poi a fare la differenza, come dimostra il tie-break, portato a casa dall’americano per 7 punti a 3. Un distacco tracciato all’inizio e condotto con sicurezza senza difficoltà, anticipando la risposta e tarpando le ali nello scambio a un Jarry molto più insicuro rispetto all’inizio del match, che si concede alle avances a stelle e strisce.
Terzo set: sfumature, ma tendenti al cileno. In finale va Jarry
Nel terzo set, su una terra resa chiaramente più pesante dall’aria della sera e dall’umidità che incalza, incidono meno i servizi e si scambia di più. Arrivano presto infatti palle break da ambo i lati. Solo alla terza (totale) si smuove però qualcosa, nel sesto game. Paul lascia qualche briciola qua e là al servizio, con errori banali che permettono a Jarry di prendere coraggio e azzardare un passo di più in risposta. E la palla che arriva più pesante e spezza i ritmi all’americano è la sua, che riesce così a mettere la freccia e trovare il break nel parziale decisivo.
Un break che si rivelerà stavolta essere quello fatale all’americano, che non riuscirà, pur mettendocela tutta, a mettere una pezza al servizio del cileno, che torna nella sua versione più splendente quando conta. Come al momento di chiudere, quando dopo quattro match point annullati, cancella due pericolosissime palle break sfondando con il dritto. E subito dopo cala un ace da Grande per arrivare al quinto, reso buono da un dritto lungo di uno stanco Paul. E come in Tom e Jerry, è quest’ultimo (il topolino) a scampare dalle zanne del gatto.