[2] C. Ruud b. F. Cobolli 1-6 6-1 7-6(4)
Splende il sole sul campo centrale di Ginevra, e stavolta non ci sono scuse, può prendere il via ufficialmente la seconda semifinale del torneo, tra Ruud e Cobolli. Il norvegese, testa di serie numero due del seeding, affronta per la prima volta Flavio, attualmente numero 56 del ranking ATP. Il giovane italiano arriva a questo incontro con un solo set perso in questo torneo, negli ottavi di finale contro Ben Shelton.
Il finalista Machac sperava certamente in un match lungo e logorante per entrambi, così da avere vantaggio nella finale pomeridiana contro uno dei due, ed è stato in parte accontentato. Dopo i primi due brevissimi parziali, il terzo set è giunto sino al tie break, sorridendo nel finale a Casper Ruud. Norvegese che è riuscito a spuntarla sull’azzurro in rimonta, col punteggio di 1-6 6-1 7-6 (7-4). Solamente poche ore per recuperare le energie e giocarsi il tutto per tutto in finale contro il ceco Tomas Machac.
Primo set: Flavio “the hammer”
L’inizio di Cobolli è brillante, sin dal primo punto. Il dritto martellante gli permette di cimentarsi nei pressi della rete e giocare spesso lo schiaffo al volo, Ruud, dall’altra parte è piuttosto conservativo. L’azzurro gioca un tennis sublime: è aggressivo nei momenti giusti e la consapevolezza di star giocando con un big, probabilmente, lo libera dalla tensione, permettendogli di sfoggiare una potenza inaudita dai colpi dal fondo ed essere altrettanto performante sul servizio, variando tra prime forti al centro e kick sulla riga esterna. Il norvegese è in balia totale dell’azzurro, che non avevamo mai visto in questa versione estrema; i dati parlano chiaro: 71% di punti sul primo servizio, 27 punti a 15. Cobolli mette in cassaforte il primo parziale, conquistato per 6 giochi ad 1, andando alla velocità della luce (o qualcosa in più).
Secondo set: Ruud risorge e rimanda il match al terzo.
Il due volte finalista al Roland Garros prova a rimettere le rotaie sui binari. Dopo aver subito il bombardamento di Flavio per l’intera durata del primo set, reagisce con un servizio più solido e con più regolarità nello scambio, togliendo all’azzurro la possibilità di aggredire la palla come faceva in precedenza, d’altro canto, questa è la virtù principale di Casper Ruud. Arriva infatti il break, nel quarto gioco del secondo parziale, e il norvegese scappa via 4-1 avanti nel punteggio, ipotecando il set. Il giocatore italiano ha subito il contraccolpo psicologico, con evidenti meriti del numero 7 al mondo, che replica lo stesso punteggio del primo set, ma questa volta in suo favore. Parziale che è sembrato sin da subito interlocutorio, dato il vistoso calo di Flavio Cobolli. Si giocherà tutto nel terzo e decisivo set.
Set finale: Cobolli sfiora la vittoria con mano, Ruud invece la porta a casa
Il dominio a parti inverse nei primi due, velocissimi set, da vita ad un finale molto vivace. L’azzurro rischia di subire break già al primo gioco, ma si tira fuori dai guai e Ruud, nel gioco successivo, butta via diversi dritti agevoli, cedendo il servizio. 2-0 avanti nel punteggio, sembrano riapparire sprazzi della versione martellante del primo set di Flavio, con il ritorno delle palle corte giocate ad opera d’arte ed il dritto straripante all’incrocio delle righe. Flavio ha di nuovo riacquisito serenità, tornando a giocare un tennis magnifico. Il finale dell’incontro sembra già scritto, quando il norvegese ritorna in vita come un fulmine a ciel sereno, riscrivendo per l’ennesima volta le sorti della partita. I due arrivano sul punteggio di quattro pari nel set decisivo, e nessuno dei due pensa più a centellinare le energie in vista della finale nel pomeriggio, anzi, se le suonano di santa ragione. Flavio mette pressione sul servizio di Ruud, ottenendo anche un match point, che però non capitalizza. Il match regala sul finale degli scambi combattutissimi, e si giunge così ad un tie break che non avrà mai storia. Dopo aver subito due mini break, Cobolli non riesce più a ritrovare se stesso e si consegna definitivamente a Casper Ruud, che vince una partita che gli era scivolata più volte dalle mani.