E alla fine il favorito è Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)
La frase che ricorda Roland Garros (l`aviatore) al centro del Roland Garros (la casa del tennis francese) è scritta in inglese, e prende tutta la lunghezza dello Chatrier. “Victory belongs to the most tenacious”. La vittoria appartiene ai più tenaci. È curiosa la vicenda del giovane Eugene Adrien Roland Georges Garros; eroe forse, e asso dell`aviazione senza le necessarie certificazioni, non avendo mai abbattuto i cinque aerei avversari (ma solo tre) che garantiscono l`iscrizione tra i piloti del mito. Colpito una volta nel 1915 si salvò planando fino ad atterrare dietro le linee tedesche, dove ovviamente fu arrestato e il suo aereo passato al setaccio da Fokker e dalla sua equipe di ingegneri, che da quelle osservazioni trassero ispirazione per la costruzione di nuovi velivoli, micidiali, nei quali la mitraglia era sincronizzata all`albero motore, e impediva di auto abbattersi sparando alla propria elica. Fuggi nel 1918, l`anno in cui fu abbattuto per la seconda volta, per essere ricordato oggi da un impianto di tennis, lui che tennista non era mai stato. Curiosa anche la frase, in inglese, che certo non era la sua lingua. Utile però a cambiare per una volta i connotati della sfida, in questa stagione che malgrado il guaio all`anca si mantiene sotto il nome di Jannik Sinner vincitore di tre tornei (uno slam, un “1000” e un “500”) e numero due in classifica con molte possibilità di diventare, a giorni, il numero uno. Dovesse perdere al primo turno, Djokovic sarebbe comunque costretto a raggiungere la semifinale per impedirglielo… Non sarà il Roland Garros di Nadal, dunque non sarà lo Slam della tradizione, né del quindicesimo sigillo per il trentottenne campione spagnolo. Non sarà un Roland Garros deciso dalla classifica, perché il numero uno rischia seriamente di diventare “ex” e le sue ultime prestazioni sono in linea con le più fosche aspettative. Basta elencare gli ultimi che l`hanno battuto: Nardi, Ruud, Tabilo e Machac… Non potrà essere nemmeno lo Slam di chi è più in forma perché non ve n`è uno che sia al cento per cento. Non Sinner (in buona ripresa, però), né Alcaraz, anche lui di ritorno dal rimessaggio in officina, ma nemmeno Medvedev, per non dire di Rafa o Nole. Più su degli altri appaiono Zverev e Ruud (che ha vinto ieri a Ginevra), forse Tsitsipas, ma non sono davvero nomi che evocano progetti d`imbattibilità. Il tedesco ha vinto a Roma, e il destino l`ha eletto come primo avversario di Nadal. Tutti dicono che sarà un match a senso unico, ed è probabile che si rivelerà proprio così, ma prima voglio vederli all`opera. Zverev è capace di spaventarsi per molto meno, e Nadal ha più possibilità di incanalare le residue energie nel primo match, piuttosto che nei successivi. È un Roland Garros senza favoriti. O con molti favoriti, il che è lo stesso… Uno Slam destinato proprio “ai più tenaci”, a quelli pronti “a dare il fritto”, come si dice dalle parti degli Internazionali di Roma. Io, noi, ci teniamo Sinner ovviamente. «All`anca non ci penso. Ho voglia di giocare, ma io e il mio team non possiamo fare miracoli. Credo di poter giocare bene. Ci provo…», ha chiosato questo lungo periodo di incertezze, risolto juventinamente (lui che è del Milan) al J-Medical di Torino. Il suo sparring di ieri, Marton Fucsovics, ungherese, si è detto basito dalle doti di Capo Carota. «Gioca d`un bene che non ci sono parole per dirlo. Non me l`aspettavo. Per me vince il torneo». Domani il debutto, contro Christopher Eubanks, Chris 201 cm, […] 28 anni, di Atlanta, ed è diventato tennista per caso, quando i genitori di Donald Young, che fu numero 38 nel 2012, si spostarono da Chicago alla Georgia e misero in piedi un Centro di tennis vicino alla casa dei signori Eubanks. Chris non fece altro che trasferirsi lì, e diventare amico di Donald, il primo a consigliarlo e a vedere in lui un futuro tennista. Ne è uscito un giocatore serve and volley vecchia maniera, implacabile nel servizio ma da fondo campo uno di quelli che tirano tutto un po` a casaccio.[…] Oggi è il giorno di Alcaraz, opposto a Gei-Gei Wolf, […], è il giorno di Wawrinka e Murray, che scambiandosi le loro parti buone potrebbero ricomporre un Frankenstein tennista ma di valore, mentre con le altre potrebbe uscirne un tennista robot. Match comunque da vedere, come ricordo dei tempi che furono. […]
«Stavolta Sinner è una incognita» (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
«Sarà il Roland Garros più incerto degli ultimi venti anni. Tre o quattro grandi favoriti ce ne sono, ma qui saranno in tanti ad avere una chance, soprattutto chi riuscirà ad arrivarci integro». Parola di John McEnroe. L’ex monello a stelle e strisce è oggi un signore di 65 anni dai capelli arruffati. Occhio vispo e camicia sbottonata, più che a un commentatore assomiglia al Drugo del Grande Lebowski, ma a sentirlo parlare ci si rende subito conto che di grande esperto si tratta e che giudizi e opinioni sono ancora taglienti come lo era il suo rovescio.
Dopo due anni tornerà Rafa Nadal.
Ha il primo turno più duro mai giocato in tutta l`era Open. Dipenderà da lui. Rafa ama giocare, ma a un certo punto il tuo corpo ti dice che è arrivato il momento. Per me può fare quel che vuole, una sconfitta non macchierebbe quanto fatto sin qui. Padre Tempo lavora per tutti alla stessa maniera, è seccante, ma è così. Dovesse vincere sarebbe sorprendente ma al tempo stesso non stupirebbe più di tanto, è pur sempre Nadal. Ma ha 38 anni, non gioca da due e se dovesse vincere sarebbe la cosa più sconvolgente a cui abbia mia assistito. Anche Mohammad Ali uscirebbe dalla sua tomba!.
Per i bookmakers è Zverev il favorito.
Ha fatto un gran ritorno e quello contro Rafa è il primo turno più interessante che io ricordi. Detto questo, se si guarda ai risultati degli ultimi due mesi e alla condizione fisica di alcuni rivali, direi che ha grandi chance. Bravo lui a mettersi nella condizione di essere il favorito.
Come vede il campione in carica, Djokovic?
Non so quanto sia motivato e se sia in forma come lo era un anno fa. Per me ha in testa solo gli Slam e le Olimpiadi, non sembra così concentrato sugli altri tornei, appare più umano adesso, un uomo di 37 anni che non ha più le certezze di qualche tempo fa. […] Sei mesi fa si diceva che avrebbe vinto altri cinque Slam. Ma da quando ha perso in Australia, non riuscendo più a conquistare un titolo, ecco che tutti ne invocano il ritiro. Ne sarei sorpreso. Lo vedo giocare più a lungo di Rafa, diciamo almeno un altro anno e mezzo.
Come ci arriva invece Jannik Sinner? Scegliere di giocare è la decisione giusta?
Il Roland Garros è uno Slam, ed è lì che i top player vogliono giocare. Ai miei tempi contava chi aveva il record migliore a fine anno, oggi conta invece quanti Slam si collezionano a fine carriera. Dubito che Jannik sia al 100%. Non ha svolto una preparazione ideale, voleva giocare più partite per costruire la fiducia giusta per pensare di poterlo vincere. Non è andata così e adesso non so quel che potrà accadere.
Non crede ci si infortuni troppo?
Anche prima c`erano molti infortuni. Noi facevamo un gioco diverso, ci allenavamo in modo diverso. Non so se l`aver allungato alcuni eventi come Madrid e Roma possa aver aiutato i giocatori, bisognerà ragionarci perché sono in tanti ormai ad accusare problemi. Non ho una risposta sicura, ma una programmazione troppo fitta di certo non aiuta. […]
Un`ultima considerazione sul doppio, specialità che sembra aver perso appeal.
A me piaceva fare parte di un team mentre oggi faccio fatica a riconoscerli: magari è colpa mia, ma potrei farti a malapena i nomi di tre coppie. Non capisco perché non lo giochino i top player. Ho vinto più Slam in doppio che in singolare (9 a 7, ndr) e credo che sia una specialità che possa migliorare i giocatori. Da trent`anni – da Borg a Lendl fino a Federer – si direbbe invece che abbiano scelto di massimizzare il loro potenziale dedicandosi solo al singolare. Parlo anche dei giovani. tunica soluzione è che i top player si convincano di poter migliorare il loro tennis frequentando il doppio.
Il rilancio di Nadal (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
La voce dello speaker che sale di tono vittoria dopo vittoria, il pubblico che all`inizio accompagna quella litania di trionfi con un mormorio soddisfatto e poi liberando un urlo di passione che mette i brividi: la presentazione di Nadal prima di ogni partita al Roland Garros è un`emozione che vale da sola la presenza sulle tribune. Il giusto tributo al sovrano assoluto di Parigi, 14 successi dal 2005 al 2022, che il torneo più amato gli riserverà anche domani nei momenti che precederanno il match contro Zverev. Il destino, infatti, a volte fa dei giri immensi e poi ritorna: in quella che dovrebbe essere la passerella finale di Rafa sui campi dove più si consolidata la sua leggenda, si è divertito a mettergli subito di fronte il rivale della tremenda notte della semifinale di due anni fa, quando dopo tre ore e 13 minuti di battaglia e appena due set giocati e un incredibile equilibrio, il tedesco si ruppe i legamenti della caviglia su un allungo. Ma Sascha, fresco dominatore di Roma, è anche l`avversario qualitativamente più tremendo che gli potesse capitare in questo momento. […] Ma la festa che è già pronta a esplodere nell`attimo in cui Nadal giocherà l`ultimo punto nel corso di queste due settimane, potrebbe non rappresentare la celebrazione di un addio: «È molto probabile che questo sia il mio ultimo Roland Garros – ha detto ieri in conferenza stampa – ma non lo posso dire al cento per cento. Non voglio negarmi questa opportunità, perché non posso prevedere quel che accadrà. Ho avuto un lungo recupero di quasi due anni per tornare dall`infortunio, mi sento meglio, e non sono un tipo che reagisce male per alcune sconfitte rimediate qua e là. Ci sono delle ragioni che mi spingono a credere che potrebbe non essere l`ultimo: amo ancora giocare a tennis, oggi viaggio con la mia famiglia e mi piace questa nuova esperienza, e poi non sono ancora riuscito a capire come potrei giocare senza alcun condizionamento fisico». Eternità spalanca le tue braccia, e poi sarebbe velata di enorme tristezza un`uscita di scena definitiva macchiata da un`eliminazione al primo turno, un congedo non certo da guerriero indomabile: «Mi stavo allenando e qualcuno mi ha detto del sorteggio con Zverev. Ma era qualcosa che mi aspettavo in un certo senso, fa parte del gioco quando non sei testa di serie, e va accettato. Sulla carta non è il migliore dei sorteggi, affronto uno degli avversari più tosti, ma è andata così e non posso farci nulla se non far di tutto per farmi trovare pronto». Che in fondo è la madre di tutte le questioni: che Nadal vedremo al Roland Garros? Due settimane di preparazione dopo la sconfitta con Hurkacz a Roma gli hanno restituito sorrisi e fiducia (e ieri l`allenamento con Rune è stato uno show da tutto esaurito): «Penso che questa sia stata la prima settimana in cui sono riuscito a correre senza alcun fastidio e questa è una cosa incoraggiante, poi ci devo aggiungere la magia di questo posto, sensazioni che non provo da nessuna altra parte. Ansioso per il debutto? No, semmai concentrato. Sarà un primo turno molto tosto e magari ripeterò il disastro fatto a Roma, chi lo sa, ma è un`opzione. Nella mia testa c`è però la volontà di fare qualcosa di diverso e giocare meglio di quanto fatto sin qui, mi do una piccola speranza. Non so se basterà: non gioco al meglio dei cinque e contro avversari di questo calibro da tantissimo tempo. In allenamento mi sento competitivo, ma la risposta arriverà in campo, il resto sono chiacchiere. Quel che conta sono le mie sensazioni, e io mi sento meglio». Chiamatela immortalità.