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F. Cobolli b. [Q] H. Medjedovic 6-2 6-3 6-7(2) 6-3
Di carattere, senza farsi intimorire. Dritto verso il proprio obiettivo. La vittoria. Flavio Cobolli ha cuore, grinta e testa. L’azzurro ha superato il primo turno del Roland Garros estromettendo con lo score di 6-2 6-3 6-7(2) 6-3 il qualificato Hamad Medjedovic, amante delle superfici veloci. Infatti, il serbo ha faticato parecchio ad adattare il suo tennis – veloce, istintivo, potente e pesante – a quello del suo avversario, decisamente più rodato su questi terreni da tutti i punti di vista. Traiettorie, costruzione dei punti, scivolate, servizi lavorati e difese sublimi tendenti al contrattacco per l’atleta azzurro, bravo a reagire nella quarta frazione dopo aver sciupato un match point nel terzo set.
Conosciuto come gran battitore, l’allievo di Viktor Troicki non è stato in grado di sfruttare questa sua arma al meglio. Simbolo di questo è il 37% di punti conquistati con la seconda (Flavio 50%) e una miseria, per lui, di 4 ace (Cobolli 13). Oltre, chiaramente alle 21 palle break offerte di cui solo 12 annullate. Con un +20 nel bilancio vincenti/errori (43/23 per l’azzurro, 43/47 per il serbo) il classe 2002 italiano accede al secondo turno. Qui, la sfida-popcorn con Holger Rune.
Primo set: Cobolli legge meglio le condizioni di gioco e stordisce Medjedovic con un ottimo tennis da terra rossa
Entrati in campo, riscaldati, pronti per partire ed ecco che arriva la pioggia insistente. Medjedovic, sui blocchi di partenza per servire per primo, posa la racchetta. Entrambi aspettano qualche minuto seduti nelle proprie panchine e finalmente, dopo un po’ di attesa, la prima pallina può essere giocata. I due turni di battuta inaugurali filano via abbastanza lisci sia per Medjedovic che per Cobolli: ai vantaggi il serbo, a 30 Flavio che sfoggia per la prima volta un completo On. Dal terzo gioco, però, cambiano subito gli equilibri. L’azzurro tiene bene lo scambio giocando profondo, con un Medjedovic che spinge bene ma finisce sempre per sbagliare in rete. Errori su errori. Break a 0 per Cobolli che, sciorinando un tennis ordinato, equilibrato ed estremamente efficace, in seguito si conquista il 3-1 con un passante in corsa di dritto da cineteca.
Ritorna la pioggia e si interrompe il match. Ma solo per pochi minuti. Al rientro in campo dei giocatori nulla pare cambiato. L’italiano si trova più a suo agio con la superficie: costruisce traiettorie intelligenti, contrattacca appena riesce e difende bene quando l’avversario si rende pericoloso. Quest’ultimo pasticcia ancora con i colpi sia ‘di terra’ che ‘di volo’. Doppio fallo e regala ancora il servizio. “E’ troppo scivoloso, rischio seriamente di infortunarmi” dice Medjedovic all’arbitro, che risponde con un secco “secondo me no”.
Il serbo, abituato a colpire la palla ad altre altitudini tennistiche, fatica a leggere il tennis di Flavio. L’azzurro si procura due set point nel settimo gioco, ma li vanifica e lascia ancora vive le speranze del vincitore delle Next Gen ATP Finals nel primo parziale. Ancora per poco però. Ace da destra, da sinistra, altri ottimi punti e dopo quaranta minuti di gioco Cobolli chiude la prima frazione 6-2.
Secondo set: Medjedovic non trova un tennis adatto. Cobolli tiene alto il livello e fa suo il parziale
Sempre la stessa musica accompagna l’avvio del secondo set. Medjedovic si innervosisce, non riesce a sfondare come è abituato solitamente. Cobolli organizza bene i punti e gli strappa il servizio in apertura. A 30. L’allievo di Troicki cerca in tutti i modi di impensierire Flavio in risposta. Troppa distrazione però in qualche frangente non gli consente di concretizzare il break. È invece molto più capace l’azzurro. Destra-sinistra con i colpi obbligando Medjedovic a fare il ‘tergicristalli’ in campo. Arriva così un altro break italico con il serbo sempre più nervoso, che non si spiega come mai i suoi colpi non risultino così ficcanti. Semplicemente, sta giocando da cemento indoor su terra outdoor. Due discipline appartenenti a universi opposti.
Qualche sbavatura azzurra gli consente comunque di acciuffare il suo primo break dell’incontro. Assottiglia poi le distanze portandosi a casa il 3-4. Non si disunisce però Flavio: continua a mettere in crisi lo sfidante con le sue traiettorie insidiose ed estremamente intelligenti. Medjedovic non sa che pesci pigliare e, con l’ennesimo turno di battuta regalato, porge all’avversario anche il secondo parziale. In trentadue minuti 6-3 per l’azzurro in scioltezza.
Terzo set: Medjedovic fa ordine nel suo tennis e gioca un tie-break perfetto. Si va al quarto
Sotto gli occhi attenti dei Carota boys Cobolli parte in vantaggio anche nella terza frazione. Il pupillo di Novak Djokovic inizia a organizzarsi meglio nei punti: accelera solo quando deve e fa il possibile per contrastare il tennis quasi inespugnabile di Flavio. Si procura tre palle break nel terzo gioco ma, ancora, niente da fare. Sbaglia, si innervosisce e sbaglia ancora. Partono urla in serbo che però non portano a niente. Deve ancora rincorrere nel punteggio nonostante, almeno in questo frangente di match, non ci siano break. È di nuovo il classe 2002 azzurro a procurarsi nuovamente palla break poco dopo. Medjedovic, però, non gli lascia scampo e di carattere si salva mantenendo la regola dei servizi.
Si procede con buone prove dei battitori, attenti nelle scelte di piazzamento del colpo di inizio gioco. L’incontro, quindi, è sempre più equilibrato ogni minuto che passa. Nel nono gioco il serbo si avvale delle sue carte migliori. Chiaramente, si parla di accelerazioni, suo marchio di fabbrica. Dal 30-30 esce da uno scambio estenuante con una smorzata vincente e nel punto seguente stupisce Flavio con un contropiede fulmineo di dritto. Di conseguenza, break in suo favore e occasione ghiottissima per conquistare il parziale con la battuta. Detto, non fatto. L’azzurro costringe Medjedovic all’errore in svariate occasioni e si riprende immediatamente la battuta con un recupero vincente a una smorzata avversaria. Siamo 5-5, tutto è ancora da decidere.
C’è il sorpasso del tennista italiano, che con un tennis estremamente concreto sale 6-5 obbligando così il serbo a servire per rimanere nell’incontro. Arriva il match point. Prima solida del serbo e pochi attimi dopo ci si ritrova al tie-break. Qui Medjedovic si comporta molto bene sin dagli albori. Ottiene svariati vincenti e sale subito in cattedra, 3-0. Flavio inizia a carburare e cambia campo sotto 2-4. Il serbo risponde benissimo: profondo e aggressivo. Gioca sulle righe e dopo un’ora e nove minuti di set si mette in tasca il terzo parziale lasciando a 2 lo score di Cobolli nel tie-break.
Quarto set: Cobolli torna a dettare legge confondendo Medjedovic. L’incontro è dell’azzurro
È il serbo a esordire al servizio. E lo fa a regola d’arte. Tocca a Flavio questa volta cercare di arginare il gioco dell’avversario, sempre più in fiducia. Fedele a sé stesso, però, Medjedovic passa dalle stelle alle stalle giocando un turno in battuta orrendo. Doppio fallo finale e break azzurro. Confermato con solidità il vantaggio il semifinalista del 250 di Ginevra si rende aggressivo in risposta. Il serbo non riesce a contenere la sua potenza e la sua precisione e, con uno smash affossato in rete, regala il secondo break del parziale al terzo tentativo italiano nel game.
Medjedovic, ormai, non ha più niente da perdere. Lascia andare il braccio e si procura due break point. Ma Flavio oramai è indirizzato verso la vittoria. Gliene annulla e sale 5-1. Nel settimo game il 2003 di Novi Pazar cancella un altro match point, il secondo dell’incontro, e sfrutta un pizzico di fretta di Cobolli per strappargli il servizio a seguito di un gioco stratosferico a livello di colpi vincenti. Arrivano nuovamente altri due match ball per Flavio e anche qui Medjedovic ci mette la pezza con carattere. Al quinto, però, deve cedere alla grinta del suo avversario, che chiude meritatamente la sfida dopo tre ore di gioco con il punteggio di 6-2 6-3 6-7(2) 6-3.