Guarda il video di Ubaldo Scanagatta e Vanni Gibertini ⤵
Rafa Nadal non ce l’ha fatta a sovvertire anche il mio pronostico – avevo previsto 3 set a zero per Sasha Zverev – e non ha strappato neanche un set al campione del Foro Italico, ma rispetto a Madrid con Lehecka e a Roma con Hurkacz (6-3,6-1) ha mostrato progressi giganteschi, davvero enormi, tanto da farmi cambiare un po’ idea –seppur non del tutto – sia sulle sue chance di medaglia alle Olimpiadi sia sul fatto che a questo punto si può dire che è stato davvero sfortunato a imbattersi in Zverev. Il tedesco, oltre ad essere certamente uno dei giocatori più in forma e in fiducia del momento, ha anche caratteristiche tecniche che mal si sposano con il tennis di Nadal.
Mentre con il suo eterno rivale Roger Federer, Rafa andava a nozze sulla terra rossa giocando con i suoi topponi liftati di dritto sul rovescio del campione svizzero che era in costante difficoltà con il rovescio a una mano a giocare palle che gli arrivavano sopra alla spalla sinistra, Zverev è alto un metro e 98 e ha nel rovescio a due mani dall’alto verso il basso il colpo decisamente migliore. Ieri quasi infallibile – a differenza del dritto un po’ ballerino quando sarebbe bastato affondarne alcuni – e insomma, sulla diagonale dritto mancino e rovescio a due mani, la maggior parte degli scambi li ha vinti Zverev.
Il pubblico, manco a dirlo era schierato, anzi schieratissimo dalla parte del campione di 14 Roland Garros alla sua ventunesima partecipazione. I cori Rafa Rafa hanno celebrato quasi ogni suo game vinto, spesso anche i punti più belli – e ne ha fatti alcuni davvero straordinari – sono stati celebrati con vere standing ovation. Un’atmosfera bellissima, emozionante…e alla fine triste per chi, come me, ha visto Rafa giocare per la primissima volta quando aveva 17 anni, a Montecarlo quando battè Albert Costa sotto la luce dei riflettori e Costa era il campione del Roland Garros.
Rafa ha fatto, rispetto al Nadal di una volta, molti più punti di rovescio – stretto, incrociatissimo – che – almeno in proporzione – di dritto. Forse proprio il dritto è l’handicap maggiore del Nadal odierno. Il servizio anche viaggia a una velocità media più bassa di una ventina di chilometri rispetto a quando batteva costantemente intorno ai 200 km orari.
Non a caso, anche se ha trasformato soltanto 6 pallebreak, Zverev – che rispondeva spesso profondo e molto bene per non dare il tempo a Rafa di comandare – ha avuto ben 18 pallebreak! Se Rafa, pur avendo spuntata la sua arma mancina del servizio esterno – anch’essa come i suoi dritti incrociati finiva sul rovescio di Sasha – avesse servito come nei suoi anni migliori in battuta, dai 27 ai 34, di certo non gli avrebbe offerto 6 break e 18 pallebreak.
Zverev rispondeva bene pur facendolo da molto lontano, quasi alla Medvedev in certe circostanze, e per questo Rafa ha capito che diverse volte poteva convenirgli giocare il serve&volley. Lo ha eseguito con discreto successo, spesso proprio sulle pallebreak. E a rete si è esibito in stop-volley di grandissima qualità. Anche le smorzate erano arma che Rafa ha provato a usare. Con alterno successo. Alcune stupende, ma altre, come quelle che gli sono costate due minibreak nel tiebreak, purtroppo deficitarie. Veri e propri assist.
Zverev, molto educato e rispettoso alla fine perché non ha voluto – apprezzabilmente – rubare la scena al re del Roland Garros, ha giocato piuttosto bene, complessivamente, ma non poi benissimo. Alcune ingenuità di dritto a pochi passi dalla rete, e sul dritto di Rafa, hanno consentito a Nadal di giocare passanti incrociati e lungolinea d’antan, quasi volesse contribuire allo spettacolo.
3 ore e 8 minuti per un set in più rispetto al match di 2 anni fa, conclusosi con Zverev …in seggiola a rotelle e con 7 mesi fuorigioco. Quel 3 giugno, trentaseiesimo compleanno di Rafa, Zverev si era fatto scappare il primo set al tiebreak nel quale aveva condotto per 6 punti a 2. Sasha ne ha ancora vivissimo il ricordo: “Su quel 6-2 del tiebreak Rafa mi fece il suo primo ace della partita, Poi mi tirò il passante più straordinario che io abbia mai visto in tutta la mia vita, uno “strettino” di dritto impossibile, e sul 6-5 e il mio quarto setpoint mi ha fatto ancora un punto impossibile quando ero che sembravo in controllo dello scambio”.
Poi, nel secondo set di due anni fa, Sasha aveva condotto 5-3 prima della terribile caduta sulla palla del 6 pari per Nadal nel tentativo di giocare un dritto in corsa. Quel match di neppure due set completati, durò 3 ore e 3 minuti, 5 minuti appena in meno di questo che potrebbe davvero essere l’ultimo match di Rafa nel torneo. Ma non allo Chatrier, perché di certo lo rivedremo qui per i Giochi Olimpici. E con un mese e mezzo in più di forsennato allenamento di quell’irriducibile guerriere di Manacor chissà che cosa può succedere se in una decina di giorni è stato capace di questi progressi. Dispiace che quasi certamente non lo rivedremo a Wimbledon. Ma forse è la decisione più ragionevole.
Io ho chiesto a Rafa se si sarebbe sentito di rigiocare domani, nel caso avesse vinto questo match di 3 ore e lui, pur mettendo le mani avanti (“Non so mai come mi sveglio al mattino…” o qualcosa del genere) ha fatto capire che sì, sarebbe stato in grado di giocare nuovamente. Come non lo sa lui e non lo so di certo io. Ma la netta sensazione è che lui non si fermerà, non si arrenderà all’idea di non essere più competitivo. “Se avessi trovato un che giocasse un po’ meno bene…ma abbiamo fatto una bella partita, ho servito per il secondo set (ma non avrebbe dovuto perderlo a zero!) e sono stato avanti di un break nel terzo…”.
Se avesse incontrato un avversario più tenero al primo, al secondo e al terzo turno, quale Nadal avremmo visto nella seconda settimana? Il dubbio che avrebbe potuto giocare ancor meglio personalmente ce l’ho, anche se il tempo passa, inesorabilmente. Quindi, in conclusione, non penso che sia stato fortunato, in tutta onestà. Avesse incontrato tanti di quei giocatori che ho visto perdere malamente fra domenica e lunedì (uno per tutti Nardi, senza voler infierire sul pesarese…) secondo me il Rafa anti-Zverev li avrebbe battuti piuttosto tranquillamente.
A vedere quello che avrebbe potuto essere il suo ultimo match c’erano tantissimi giocatori. Le telecamere hanno colto sulle tribune Djokovic, Alcaraz, Swiatek, forse non Jannik Sinner (almeno io non l’ho visto, fra 15 mila spettatori) che, sia pure ben incappucciato forse per sfuggire all’occhio dei cameramen, è stato visto a lungo a bordocampo del match fra la sua ultima fiamma Anna Kaliniskaya e la francese Burel.
Già, proprio così, ieri Sinner ha forse fatto più notizia per aver confermato con grande trasparenza (“Sapete che non amo parlare della mia vita privata…però sì, sto con Anna”) le indiscrezioni gossip che lo volevano legato alla bella giocatrice russa Anna Kalinskaya, 25 anni e 3 anni più di lui, piuttosto che per aver prevedibilmente battuto in 3 set il lungo, anzi lunghissimo (201 centimetri) tennista di Atlanta, l’afroamericano Christopher Eubanks (n.43 ATP domenica, ma 46 lunedì con le ultime classifiche), che è forse l’unico forte tennista al mondo – e forte è perché, se non altro, ha raggiunto i quarti di finale a Wimbledon 2023 – ad avere i polpacci più fini di Matteo Berrettini (che però è 5 cm meno alto).
Del resto la neo love story Sinner-Kalinskaya, se Jannik non l’avesse resa di dominico pubblico, sarebbe diventato il segreto di Pulcinella dopo che la ragazza russa si era seduta per il primo set di Sinner-Eubanks sulla tribuna del Suzanne Lenglen nonostante dovesse scendere in campo un paio di ore dopo con la Burel (battuta 76 75). Non banale.
I primi 4 italiani scesi in campo questo lunedì, Sinner, Paolini, Arnaldi e Musetti, hanno tutti vinto e l’unico che si è concesso di perdere un set è stato Arnaldi, che aveva peraltro l’avversario più duro, il francese Fils per la prima volta testa di serie in uno Slam, 29, ma battuto dal sanremese che è 35, sia all’US Open un anno fa sia a Miami quest’anno. Tutti hanno giocato piuttosto bene, per confermare il pronostico del mio editoriale.
Mi sbaglierò ma 3 di quei 4 li vedo favoriti anche al secondo turno: Sinner con Gasquet, Arnaldi con Muller, Paolini con Baptiste, mentre Musetti non avrà probabilmente vita facile con Monfils, nel match che probabilmente illuminerà la serata di giovedì.
Peccato che Mattia Bellucci abbia interrotto il percorso netto azzurro, fermandosi al quinto con Frances Tiafoe dopo essere stato in vantaggio per due set a uno. Avremmo fatto l’en plein azzurro! Poco dopo la sua sconfitta infatto Fabio Fognini è stato il quinto azzurro vittorioso di giornata (contando anche Jasmine Paolini) che ha dato 63 64 alla Saville. Fabio, vinti i primi due set 6-1,6-1 era avanti 5-2 nel terzo, ma si è fatto raggiungere dall’olandese Van de Zandschulp sul 5 pari, per poi regolarlo 7-5.
Le sconfitte di Norrie con Kotov, e domenica di Jarry con Moutet, sembrano aver spianato maggiormente il percorso teorico di Sinner: fino agli ottavi ha solo Baez (se batte prima Gasquet mercoledì e il vincente fra Wawrinka e Kotov venerdì).
E nei quarti o Dimitrov o Hurkacz per arrivare in semifinale a uno fra i tre più probabili candidati, nell’ordine Alcaraz, Tsitsipas o Rublev (senza escludere a priori altri eh).
Se oggi, con la serata che verrà chiusa da Djokovic con Herbert, Darderi rispettasse il pronostico favorevole con Hijikata, avremmo almeno sei tennisti italiani al secondo turno (i 4 di lunedì più Sonego) e 2 tenniste. Per arrivare a 8 maschietti – e 10 in totale – occorrerebbe anche che Zeppieri sorprendesse Mannarino in un duello fra mancini e che Cobolli superasse il serbo Medjedovic, avversario davvero tosto per aver vinto sia il torneo Next Gen in Arabia sia per aver lottato all’ultimo respiro con Medvedev a Roma. Le azzurre al secondo turno, delle cinque all’avvio, sono, con la Paolini, al momento due: bravissima la Cocciaretto che ha eliminato la brasiliana Haddad Maya, testa di serie n.13, 3-6 6-4 6-1 e al prossimo turno ha la non irresistibile Bucsa, n.73 WTA.
TESTE DI SERIE ELIMINATE
Maschili
[16] N. Jarry (R1 Moutet)
[17] U. Humbert (R1 Sonego)
[24] A. Tabilo (R1 Bergs)
[29] A. Fils (R1 Arnaldi)
[32] C. Norrie (R1 Kotov)
Femminili
[7] M. Sakkari (R1 Gracheva)
[13] B. Haddad Maia (R1 Cocciaretto)[16] E. Alexandrova (R1 Tomova)
[29] V. Kudermetova (R1 Bouzkova)