Guarda il video di Ubaldo Scanagatta e Vanni Gibertini ⤵
La strada per l’uguaglianza tra uomini e donne è ancora piuttosto lunga anche nei tornei europei: Ons Jabeur l’aveva dichiarato già all’inizio di questa stagione su terra battuta e lo ha ripetuto senza peli sulla lingua anche nella sua conferenza stampa appena tenutasi al Roland Garros. L’ex numero 2 del mondo, sconfitta Camila Osorio al secondo turno con lo score di 6-3 1-6 6-3, ha riflettuto su questo tema e ha riferito di essere pronta a parlare di ciò anche con Amelie Mauresmo, direttrice del Major parigino.
D. Come mai il tuo livello è calato così tanto del secondo set? Come analizzeresti l’incontro?
“Queste sono condizioni difficili per me, poiché non mi piace quando la palla diventa troppo pesante. Nel secondo set non ho ben compreso come gestire la situazione, ma sono felice di aver rimesso le cose a posto nel terzo. Sentivo caldo durante la partita, era molto umido e la palla diventava sempre più grande. Per qualche ragione ho pensato che le condizioni fossero migliori per lei, che così aveva più tempo a sua disposizione per correre e raggiungere ogni palla, con i miei colpi che viaggiavano meno. Ero anche un po’ tesa, quindi è stato un po’ più difficile per me tirare a tutta, soprattutto in tali condizioni. Quando abbiamo cambiato le palle tra secondo e terzo set mi sono sentita sollevata, tutto ciò mi ha aiutata. Nei prossimi giorni voglio assolutamente provare a servire meglio e in generale alzare il mio livello”.
D. Hai parlato recentemente della differenza di trattamento tra uomini e donne nei tornei europei. Come stai trovando la situazione a Parigi?
“So che ci stanno provando, ma spero possano iniziare a farlo con più convinzione. Ovviamente ci sono alcune dinamiche che non si possono cambiare in un giorno. Guardo la TV tutti i giorni qui e la partite maschili sono trasmesse molto più frequentemente rispetto alle partite femminili, è la verità. Voglio dire, non mentirò a proposito. Penso che Amelie [Mauresmo, n.d.r.] stia facendo un ottimo lavoro in quanto direttrice del torneo e stia provando a cambiare le cose, ma capisco che sia necessario del tempo. Ovviamente vorrei poter vedere maggior uguaglianza tra uomini e donne, ad esempio mi sarebbe piaciuto che la partita di Osaka e Iga [Swiatek, n.d.r.] oggi fosse stata programmata in sessione serale. Ma è una scelta e lo capisco. Io continuerò a spingere per una migliore promozione dello sport femminile in generale, del tennis femminile soprattutto. Parlare con Amelie? È una persona straordinaria e sono certa sarebbe molto aperta a parlare con me di queste cose. Mi piacerebbe sapere come vengono prese determinate decisioni. Ovviamente non sono al corrente di tutto quello che succede ad esempio nei contratti con le televisioni, ma sarei curiosa di saperlo. So per certo che tutti stanno cercando di fare del loro meglio”.
D. Frances Tiafoe sostiene che il tennis è lo sport più complesso al mondo: sei d’accordo con la sua affermazione?
“Non ho mai provato altri sport, quindi non potrei affermarlo con certezza assoluta, ma la mia esperienza mi suggerisce di dire che Tiafoe ha ragione. Il tennis è uno sport molto duro, uno sport a tutto tondo. Ogni parte del nostro corpo viene utilizzata, persino le nostre cellule cerebrali. Siamo lontani dalla nostra famiglia, viaggiamo in tutto il mondo, dobbiamo adattarci alle differenti superfici, a diverse palle. Spero che le condizioni del tour possano migliorare in questo senso, perché i primi 10 o 20 giocatori, che disputano molti tornei e arrivano spesso fino in fondo, rischiano di procurarsi molti infortuni”.
D. Mayar Sherif è l’altra importante esponente del tennis africano in questo momento: ti senti come una sorella maggiore per lei nel tour?
“Ci conosciamo da molto, molto tempo. Abbiamo giocato insieme ai campionati africani, ci affronteremo anche nel tour prima o poi. Lei mi piace molto e sono felice che abbia raggiunto questo livello, spero di vederla giocare ancora a lungo e che entri presto nella Top 30. Cerco di aiutarla il più possibile, le ho anche detto di venire a cercarmi sempre, ogni volta che ha domande o perplessità. È davvero una persona fantastica, dotata di un grande spirito combattivo in campo. Penso che dia un’immagine meravigliosa del tennis l’africano e delle donne arabe in generale. Abbiamo bisogno di più giocatori professionisti provenienti dal mondo africano e arabo”.
Mario Boccardi