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“Difficile dire qualcosa di logico su questa partita – ha esordito Swiatek – è stato un match di livello davvero alto, ero in grossi guai nel terzo set e in un qualche modo sono riuscita a venirne fuori. Sono contenta di non aver mai mollato.”
D. Cosa ti è passato per la testa quando eri sotto 5-2 nel terzo set?
“Non credevo davvero di potercela fare, sarebbe stato molto ingenuo in quella situazione. Ma ciò non toglie che ho comunque provato a giocare meglio. Alla fine del terzo set penso di essere riuscita a focalizzarmi di più, perché nei primi due set ero davvero “not in the zone”. Forse è proprio stata la pressione sotto la quale mi sono trovata in quei momenti a farmi trovare il clic necessario.”
“Ma quando la partita è così tirata non sentivo davvero di avere il mio destino in mano. Ho solo provato con tutte le mie forze a giocare meglio”.
D. Questo pomeriggio Ons ha detto che pensava avreste giocato questo match nella sessione serale, considerando il profilo dei due avversari. Sei sorpresa di aver giocato a quest’ora o pensi che avreste meritato una collocazione di livello superiore?
“Davvero non mi preoccupo di queste cose. Non sono io che faccio il programma e in ogni caso per me è decisamente meglio giocare di pomeriggio, in modo tale da non finire la partita a mezzanotte e andare a letto a un orario normale. Tuttavia ci sono anche altre considerazioni da fare, alla fine giochiamo per il pubblico, quindi mi va bene giocare quando mi programmano”.
D. Hai parlato dell’argomento nella tua intervista in campo. Hai parlato dei tifosi e di come in una occasione ti abbiano disturbato durante una volée, oppure è capitato più spesso? Succede spesso negli altri tornei?
“Sì mi sono innervosita quando ho sbagliato una stop volley dopo che un tifoso ha urlato mentre la palla mi stava arrivando. Dovrei essere più concentrata e non lasciarmi distrarre da cose come queste. È capitato diverse volte, soprattutto sulla risposta, ed è per questo che ho voluto menzionarlo.
Il pubblico francese può essere molto entusiastico, e a volte anche piuttosto duro, per cui non so se è stata una buona decisione dirlo apertamente – spero che mi possano trattare umanamente in ogni caso”.
D. Cosa significa vedere Naomi di nuovo a questo livello dopo tutto quello che ha passato?
“Sono contenta di rivederla qui, dopo il percorso che ha dovuto fare. Il suo tennis merita i palcoscenici più importanti. Ha lavorato duramente per migliorare e per essere qui dove si trova ora. Lo sport da questo punto di vista è piuttosto equo: se lavori, i risultati arrivano.
Oggi ha giocato benissimo, ho tanto rispetto per il suo rientro. Inoltre è una madre, non è una situazione che conosco, ma dev’essere davvero complicato conciliare i doveri di madre con quelli di tennista”.
D. Ti ha sorpreso per come è riuscita a giocare e a muoversi su una superficie che non è mai stata la sua preferita? Ha detto che le piacerebbe incontrarti sulla tua superficie la prossima volta.
“Sì, non mi aspettavo un livello di questo tipo da lei. I suoi colpi erano molto puliti e pesanti oggi. Credo che questi campi a Parigi siano più veloci. A Madrid la palla si muove più velocemente nell’aria ma il rimbalzo è più alto. Ha giocato senza pressioni, senza aspettative, forse questa cosa le ha dato una spinta supplementare. Non so, dovreste chiedere a lei.”
D. In Australia ti sei trovata in una situazione simile: hai avuto un match molto difficile al secondo turno e poi hai perso al terzo. Come puoi paragonare le due situazioni e cosa credi di aver imparato da quello che è successo in Australia?
“Non voglio fare confronti perché non voglio cercare similitudini che semplicemente non ci sono. Credo di poter giocare meglio qui. In Australia per me è difficile migliorarmi a causa della superficie. Quindi mi concentrerò sul mio tennis e sarà quello che sarà. Ho quasi perso oggi, per cui sono contenta di poter giocare un’altra partita”.
D. Quale credi sia stato il punto o il game più importante di tutta la partita?
“Faccio fatica a ricordare tutti i punti dopo un match così lungo. Ma credo sia stato nel terzo set, quando ero in svantaggio 1-5 o 2-5. A quel punto sono riuscita a cambiare approccio e ad essere più concentrata”.