Musetti va, e i francesi s’infuriano (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Lo sguardo dei momenti migliori, quello delle vittorie importanti e tanto per rimanere in tema “parigine”. È stato quello che ha messo in campo ieri sera sul Philippe Chanier Lorenzo Musetti nel confronto con il beniamino dei francesi Gael Monfils, 37enne ex numero 6 ATP e professionista dal 2003. Lo ha avuto nei passaggi delicati del 1° set, quando si è trovato a rincorrere per due volte un break di svantaggio e nel resto della partita. Il pubblico non ha potuto nemmeno scaldarsi tanto perché il carrarino ha più volte strozzato in gola l`urlo e la possibile esultanza “salvifica” proprio sul più bello. Così è successo quando Gael, incitato in tribuna anche dalla moglie Elina Svitolina, è andato a servire per il primo set sul 5-4 e sul 6-5 Musetti per allungare la frazione al tie break. In entrambe le circostanze l`azzurro ha alzato il ritmo, ha messo in campo colpi e “attributi” e messo la testa avanti, operazione fondamentale per non alimentare le speranze dell`avversario e del contesto. Nel 2° set Lorenzo, con lo staff al completo a sostenerlo sugli spalti, è volato via alternando le palle corte vincenti alle classiche accelerazioni di rovescio, marchio di fabbrica. Con le sue soluzioni ha spento Monfils che anche fisicamente è apparso provato. La frazione si è chiusa facilmente per l’azzurro che ha messo così un buon margine tra sé e l`avversario. Onore al merito però al transalpino che nel terzo set ha cercato e trovato in avvio risorse che si pensavano ormai non più estraibili. Pugnetto dopo pugnetto Monfils è tornato competitivo, come nel set iniziale. Musetti è stato ancora una volta perfetto nell`interpretare il passaggio delicato della frazione e ha retto l`urto. Sul 4-4 è arrivato il break che ha indirizzato definitivamente la partita verso il numero 2 d`Italia. Al servizio Lorenzo non ha tremato. Calma glaciale e tre match point, gli è bastato il primo, capitalizzato con un diritto largo di Monfils. Al termine abbraccio tra i due, dopo 2 ore e 10 minuti di partita gestiti bene dall`azzurro: «Prima di tutto grazie – ha esordito in campo – probabilmente è stata una delle sfide più difficili della mia carriera, anche perché sapevo che il pubblico avrebbe sostenuto Gael. All`inizio ero un po` teso, ma nel 2° e nel 3° set sono salito di rendi mento. Sono molto felice di essere approdato al 3° turno. A volte sono i dettagli a fare la differenza, anche un solo punto. Orgoglioso della mia prestazione. Le vittorie nei Challenger di avvicinamento al Roland Garros sono state importanti. Abbassare il livello, in modo consapevole, per mettere partite sulle gambe, vedi il torneo giocato a Torino, è risultato fondamentale». […]
Djoker torna a sorridere (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Lotta con quel che ha a disposizione, forse poco, certo meno di una volta. Però lotta, e questo vuol dire che ha superato la fase dello sconcerto, del sentirsi d`improvviso diverso da se stesso, più fragile, scontento come raramente gli è capitato di sentirsi in una carriera lunga venti anni. Qualcuno direbbe che Novak Djokovic mostra oggi il suo lato umano. Con i dubbi e le incertezze non più celati dalla protervia del vincitore seriale, ma esposti in bella vista, al giudizio comune. Con i momenti di confusione che gli scorrono sul volto come in un display, e annunciano i tormenti infiniti del non riuscire più a essere “il tennista giusto al posto giusto nel momento giusto”, che un tempo gli faceva da slogan, a spiegazione di tutte le volte che ha ribaltato dal nulla un match. Come nella finale di Wimbledon 2019, quando Federer gli fu superiore in tutto, tranne nei due match point che cambiarono il volto alla partita a alla Storia. C`è del vero, evidentemente. Nella stagione della sofferenza, che lo mostra ancora al numero uno senza che nessuno sia disposto a credere che lo meriti davvero, ormai protrattasi fino a giugno senza il sorriso di una vittoria, Djokovic rischia di scendere dalla vetta, in picchiata. Nemmeno il recente Atp 250 a Ginevra […] lo ha riproposto con un trofeo da alzare al cielo. E io che non rinuncio a una visione quanto mai disincantata della vita con le sue mille svolte e giravolte, dico che la ritrovata umanità di Djo (leggetelo come Giò, mi raccomando) la si vede ormai chiaramente, ma prima ancora che dai dubbi, dalle incertezze e dall`assenza di vittorie, emerge dalla dilagante, insopprimibile, bollente incazzatura contro se stesso. E dite, c`è qualcosa di più umano che non essere contenti di sé? Mosche cocchiere svolazzano infaticabili, in questi giorni, a suggerire quali siano i pensieri dell`ancora – non per molto, forse-numero uno. Dalle rivelazioni di Marion Baroli, che avrebbe parlato con lo staff del serbo, emerge che le cadute di Nole (le ultime contro Nardi a Indian Wells, poi con Ruud a Montecarlo, con Tabilo a Roma e con Machac a Ginevra) non trovano spiegazioni in una forma fisica appannata, e nemmeno in un tennis meno brillante del solito, piuttosto nella testa. Che in certi giorni ama la sfida sul campo, che è stato pane e companatico di un`intera carriera, ma in altri avverte il peso della lontananza della famiglia, cosa che per Nole è diventata sempre più insopportabile. […] Raccontano per esempio (sempre le mosche) che il giorno del match contro il cileno Tabilo, a Roma, Nole si fosse allenato con profitto, la mattina, ma d`un tratto rabbuiatosi avesse espresso il desiderio di tornarsene a casa, per abbracciare moglie e figli. Pensavate che Tabilo avesse battuto Djokovic con merito? Come si vede, c`è chi va in giro sostenendo il contrario. Ma poco cambia, nello scenario ormai pianificato di questo mondiale su terra rossa. Djokovic e Sinner sono al dunque, procedono di pari passo, testa a testa, e le intenzioni (di entrambi) sono di non mollare un solo centimetro. Fin qui si è fatto preferire Sinner; malgrado il problema all`anca da poco risanato e le poche ore di tennis che ha potuto racimolare (ha ripreso da sette giorni appena, non dimentichiamoIo). Solido e ben organizzato l`altro ieri sera contro Gasquet, concentrato sul suo tennis nonostante il pubblico lo abbia incalzato per offrire qualche chance in più all`idolo francese «Posso solo migliorare», il parere del nostro ragazzo. «Contro Eubanks in primo turno ho avuto buone risposte dal fisico, ma contro Gasquet anche i colpi hanno ripreso a girare per il verso giusto». Anche Djokovic è sortito con buone indicazioni dal match con lo spagnolo Roberto Carballes Baena. «So che devo tenere basse le aspettative e far fronte alle difficoltà con ciò che il mio corpo dispone. Ma nel terzo set ho avuto buone sensazioni ed è giusto che tenga conto anche di questo. All`inizio Roberto mi ha messo sul chi vive, mi ha fatto subito il break, ma l`ho recuperato subito. Dal secondo set in poi il mio tennis mi è sembrato più fluido». […]
Arnaldi sorride e Cobolli no (Lorenzo Di Caprio, Corriere dello Sport)
Luci e ombre nel giovedì dei tanti azzurri impegnati sui campi del Roland Garros. Cobolli sfiora l`impresa contro Rune mentre sorridono Musetti e Cocciaretto. Si chiude l`avventura parigina di Sonego, Darderi, Fognini ed Errani. Ad aprire le danze è stato Matteo Arnaldi, impegnato nella prosecuzione dell`incontro che lo vedeva opposto ad Alexandre Muller giustiziere di Luca Nardi al turno d`esordio. Il sanremese, sempre più incubo dei francesi data la striscia di ben otto vittorie consecutive ottenute contro giocatori d`oltralpe, ha conquistato con personalità il suo match (6-4 6-1 6-3). Per Matteo, al suo miglior risultato nello Slam parigino, oggi c`è Andrey Rublev: l`unico precedente (Vienna 2023) si concluse con una vittoria in due set dell`attuale numero sei del mondo. Altra superficie, altro Arnaldi: le premesse per avere una partita combattuta ci sono tutte. In serata, poi, è arrivata anche l`affermazione di Lorenzo Musetti, bravo a superare Gael Monfils in un Philippe-Chatrier infuocato: 7-5 6-1 6-4 lo score in favore del carrarino, impegnato al prossimo turno contro il numero uno del mondo Novak Djokovic. Flavio Cobolli stava per firmare l`impresa di giornata dopo aver rimontato due set ad Holger Rune. Il danese, vincitore col punteggio di 6-4 6-3 3-6 3-6 7-6, ha sudato le più classiche sette camicie per piegare la resistenza del capitolino, bravissimo a reagire dopo una prima parte di gara in cui non era riuscito ad incidere col servizio e veniva spesso ingabbiato sul lato del rovescio. Al tiebreak decisivo Cobolli era avanti 5-0: solo uno straordinario ritorno dell`avversario, che ha chiuso poi 10 punti a 7, gli ha negato una gioia più che meritata. Esce di scena dopo una prova decisamente incolore Luciano Darderi. Il bombardiere italoargentino nulla ha potuto contro Tallon Griekspoon bravo a guadagnarsi il terzo turno contro Sascha Zverev grazie al 7-6 6-3 6-3 inflitto ai danni di Lucio. Fuori mestamente Fabio Fognini, battuto per 6-1 6-0 6-2 da Tommy Paul dopo novantuno minuti di monologo tennistico a stelle e strisce, mentre non riesce a tirarsi definitivamente via dalla crisi di risultati Lorenzo Sonego. Il piemontese è uscito sconfitto in quattro set da un match alla sua portata contro Zhizhen Zhang. […]
Sinner avanti tutta (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il destino mescola le carte e a quel punto non resta che giocare. Giusto un mese fa, a Madrid – era il 29 aprile – Sinner stava disputando il match di terzo turno contro il russo Kotov quando all`improvviso lanciò uno sguardo nervoso a coach Vagnozzi, seduto all`angolo, accompagnato dalla frase «Cosa devo fare?», e ricevendone in replica l`incoraggiamento a «vincerla con quello che hai». Il mondo veniva così a conoscenza dei problemi all`anca destra di Jannik, che decise comunque di scendere in campo nell`ottavo (vinto) contro Khachanov, prima di arrendersi al dolore e ritirarsi dal torneo. Da lì, sono seguite tre settimane di tormenti, con le cure al J Medical, la rinuncia a Roma, i dubbi sulla partecipazione a Parigi e soprattutto sui tempi di recupero, con l`ottimismo e il pessimismo che si rincorrevano in un turbinio di brividi ed emozioni. Per sua stessa ammissione, sono stati giorni difficili, anche perché ci si è messa di mezzo una brutta influenza che lo ha certamente debilitato (l`ormai famoso tempo trascorso a letto senza poter uscire di casa), e dunque ritrovare Kotov ancora a un terzo turno (secondo match sul Chatrier dalle 12), in uno Slam che ha seriamente rischiato di saltare, potrebbe rappresentare un segno: forse è arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle quelle ore terribili. Il russo, che questa settimana ha festeggiato il miglior ranking in carriera al numero 56, contro Norrie e Wawrinka è rimasto in campo quasi otto ore complessive e siccome non possiede esattamente la silhouette del fotomodello, ha presentato la sfida a suo modo con una bella dose di ironia: «Nelle prime due partite ho sprecato troppe calorie, per preparare la partita con Sinner farò un salto da McDonald`s». […] Con il passare dei giorni, comunque, la fiducia e la convinzione del campione azzurro crescono: «In campo contro Gasquet mi sono sentito meglio rispetto alla prima partita. Certo, si trattava di un avversario completamente differente ma io sentivo di avere più ritmo. In generale ho servito meglio nei momenti importanti, la percentuale era più alta e questa è una cosa di cui abbiamo parlato anche approfonditamente con Vagnozzi e Cahill. I movimenti erano più fluidi, i colpi mentre li effettuavo li ho sentiti meglio. Il bilancio è positivo, ma sappiamo anche che se voglio andare avanti devo migliorare ancora in molti aspetti». Il venticinquenne di Mosca è un colpitore, in particolare con il dritto, e diventa molto pericoloso quando può giocare dentro il suo cilindro, perciò bisognerà farlo muovere e continuare a tenere alte le percentuali di servizio come nei primi due match per impedirgli di entrare con facilità negli scambi: «Non sarà una partita facile – analizza la Volpe Rossa – ma io devo vedere solo quello che accade dalla mia parte. So quello che devo migliorare, ma considero le due prestazioni di questi primi giorni molto positive. Sono soddisfatto di come ho gestito il terzo set contro Gasquet, ero avanti di un break, lui mi ha ripreso ma io sono sempre rimasto lì a lottare e questo mi ha permesso di chiudere il match in tre set. Il torneo è lungo ed è importante conservare le energie soprattutto quando si gioca la sessione serale, aver finito prima di mezzanotte mi ha permesso di dormire bene». […]
Alti e bassi, fragilità. L’ultimo Djokovic è tutto da scoprire (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
I riflettori del Roland Garros seguono passo dopo passo Iannik Sinner almeno per due motivi: da una parte cogliere i progressi ed eventualmente gli intoppi dell`azzurro, dall`altra con la speranza di pizzicarlo prima o poi assieme alla nuova fiamma, la tennista russa Anna Kalinskaya. Il tutto proiettato non su un maxischermo, ma sul trono di numero 1 del mondo, dove tutti i suoi fans lo aspettano con impazienza. Nessuno, invece, si preoccupa di che cosa accade in casa Djokovic. […] Finora si è un po` nascosto, una volta per un motivo, una volta per l`altro è sembrato cercare alibi sinceramente molto fragili per giustificare un rendimento lontano dalle aspettative. Pur essendo il giocatore più titolato della storia del tennis, anche per Nole sembra arrivato il momento di affidarsi a scelte ben precise e di fare i conti un po` con l`età, un po` con una condizione fisica e mentale non ottimale, oltre che con giovani affamati che stanno facendo di tutto per batterlo prima possibile. […] Credo che Djokovic sia consapevole del fatto che deve dare delle risposte ben precise a quella che è la sua condizione del momento in vista anche di Wimbledon e delle Olimpiadi. Non so se anche in un fenomeno del genere, al quale sicuramente non trema il braccio, si possano essere insinuati dei tarli, in cuor suo e nella mente, che lo portano per la prima volta nella sua meravigliosa carriera a doversi difendere dagli attacchi altrui, sapendo di non trovarsi più in una posizione di vantaggio. Si nota nel linguaggio del corpo, nell`atteggiamento, nelle crepe dal punto di vista mentale, al di là del tipo di gioco e di quello che esprime in campo. Al momento riesce solo ad alzare l`asticella del rendimento in certi particolari momenti del match, non più come prima nell`arco dell`intera partita. Lo si è visto anche nella facile vittoria sullo spagnolo Carballes Baena. Questo è il motivo per il quale leggiamo all`interno delle sue partite un andamento da montagne russe, con alti e bassi, dovuti molto probabilmente a una difficoltà nel trovare gli stimoli giusti e la concentrazione necessaria per condurre il match. Il fatto che negli ultimi mesi abbia cambiato tutto il team, infine, mi sembra più un tentativo disperato di trovare la strada giusta per prolungare il dominio che altro, come se fosse l`unica soluzione possibile per tornare al centro del palcoscenico. Per il serbo e per gli altri big il torneo vero inizia domenica, quando cominceremo a vedere match degni dello Slam parigino. A quel punto sì che sapremo davvero quali sono i piani di Djokovic.