Dal nostro inviato a Parigi
M. Arnaldi vs [6] A. Rublev 7-6(6) 6-2 6-4
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La calma è la virtù dei forti. E sul Court Suzanne-Lenglen nella sesta giornata del Roland Garros ad essere il più forte è senza ombra di dubbio Matteo Arnaldi. Il 23enne italiano, con una prestazione impeccabile, batte 7-6(6) 6-2 6-4 Andrey Rublev, la più alta testa di serie a cadere finora nel tabellone maschile (#6). Il russo già lo scorso anno era stato eliminato da un italiano (facendosi rimontare due set da Sonego) e anche in questo match si trova a vivere una momento di profonda crisi mentale del tutto personale.
Il 26enne russo (ormai non fa neanche più notizia) mette in piedi uno psicodramma fin dai primi scambi, precipitando in un vortice di nervosismo e frustrazione dal quale non ne esce vincitore. Il tennista di Sanremo invece, alla seconda partecipazione a Parigi, raggiunge il quarto turno, un traguardo già ottenuto allo US Open dell’anno scorso, dove attende il vincente di Zhang-Tsitsipas.
Nei giorni scorsi Matteo aveva detto di amare i tornei dello Slam perché fisicamente si sente in forma per affrontare lunghe battaglie, e anche oggi ne ha dovuta disputare una, seppur più di nervi che di fisico. Perché la vittoria su un top 10, che sia in 3 o in 5 set, non arriva mai senza un grandissimo sforzo e un grandissimo tennis (saranno 47 i vincenti totali a fronte di 19 errori; 37/37 invece il bilancio del russo). Per Arnaldi è la terza in carriera dopo quella su Ruud (n.4 a Madrid nel 2023) e Fritz (n.10 ad Acapulco nel 2024).
Primo set: tanto equilibrio con una differenza sottile, Arnaldi resta calmo anche nelle difficoltà
Arnaldi vince il lancio della monetina scegliendo di servire. Il russo ci ha abituato in passato a urla e slanci di nervosismo ma spesso si verificano a match inoltrato. Questa sfida invece la inizia in versione nevrastenica, lamentandosi un po’ per il campo scivoloso, un po’ per la carenza di asciugamani, un po’ per i raccattapalle a suo dire non troppo recettivi. Inevitabilmente Rublev concede tre palle break nel secondo game annullandole con un mix di coraggio e follia (il dritto a sventaglio la sua arma più usata in avvio). Va detto infatti che a queste esternazioni per Rublev sono così naturali che non inficiano negativamente il suo tennis.
Se nei giorni scorsi c’era stato un eccesso di prudenza nel tenere il tetto quasi sempre chiuso, questa mattina si vuole rischiare la sorte tenendo il Suzanne-Lenglen in modalità outdoor. Dopo 22 minuti di partita la grosse nuvole grigie che minacciavano pioggia, la smettono con le minacce e passano ai fatti. Nonostante l’acqua che cade però, i due tennisti continuano il loro incontro dopo una pausa di appena qualche minuto. Il breve stop deve aver destabilizzato entrambi, perché prima Arnaldi concede il break nonostante si trovava 40-30 (con meriti di Rublev e del suo rovescio) mandando l’avversario a servire sopra 4-3; e poi è lo stesso russo a subire le palle profonde e precise dell’italiano, commettendo qualche errore che vale il contro-break.
Si giunge quindi al tie-break dove il n.35 del mondo ottiene un mini break in apertura grazie a un dritto sbagliato di Rublev. Quest’ultimo capisce che non può continuare con questo atteggiamento, a tratti quasi volgare, e inizia a prendere il dominio degli scambi con continuità fino a ribaltare completamente il punteggio da 3-5 a 6-5. Matteo annulla il set point prendendosi il massimo dei rischi: una seconda in kick sulla riga seguita da un rovescio lungolinea che non torna al di là della rete.
Si cambia campo sul 6 pari e il set point se lo va a prendre Matteo con un ace da 200 km/h. Dopo 62 minuti si chiude il primo parziale con uno dei punti più belli: uno scatto in diagonale di Matteo per recuperare una smorzata, e piazzare la palla incrociata dove l’avversario, anche lui a rete, non può arrivare. Il pubblico scoppia in un boato e Arnaldi si gode il momento.
Secondo set: a Rublev saltano i nervi. Arnaldi non si distrae
Dopo un’ora e un quarto di gioco, con i nuvoloni sempre più incombenti, il tetto scorrevole inizia silenziosamente a chiudersi, mentre in campo Rublev continua a vivere un prolungata crisi di nervi. Non c’è punto dopo il quale non si volti verso il suo angolo per dire qualcosa animatamente, mantenendo comunque un livello di tennis alto. Il comportamento schizofrenico di Rublev si riflette anche nel punteggio, dove fioccano palle break quasi a ogni game. Arnaldi ha il gran merito di non farsi impensierire dalle varie lamentele del n.6 del mondo, focalizzandosi sul suo gioco che diventa più aggressivo col passare del tempo (per non parlare della solidità con il servizio). Il russo perde definitivamente la brocca e subisce 5 game di fila che valgono a Matteo il secondo set per 6-2 dopo un’ora e 51 minuti di spettacolo tennistico e non.
Terzo set: Arnaldi mantiene la pressione alta, Rublev non ne ha più
Dopo che entrambi usufruiscono del toilet break, i turni di servizio tornano ad essere dominati da chi batte…fino al 3 pari. A questo punto Arnaldi trova due risposte consecutive di dritto spettacolari che gli valgono il break che di fatto mette fine al match. Rublev non ha la minima chance di rientrare nel match, con Matteo che tiene a 0 gli ultimi due turni di battuta e vince 6-4 dopo due ore e 35 minuti di tennis praticamente perfetto.