[Q] O. Danilovic b. D. Vekic 0-6 7-6 7-6(8)
Sul Simonne Mathieu si è partiti col botto: partita intensissima, difatti, quella andata in scena tra la qualificata serba Olga Danilovic e la croata Donna Vekic.
Il derby balcanico se lo aggiudicato la figlia d’arte – papà Predrag Danilovic, soprannominato Lo Zar: grandissimo campione iugoslavo di pallacanestro che militò per 5 stagioni alla Virtus Bologna, le prime tre consecutive, vinse 4 scudetti e un’Eurolega. Era salito sul tetto d’Europa anche nel ’92 in maglia Partizan. Con la canotta della Iugoslavia è stato invece quattro volte campione d’Europa più l’argento olimpico ad Atlanta ’96 – con il punteggio di 0-6 7-5 7-6 e 10 punti a 8 al super tie-break in 3h10‘ di grande lotta eguagliando così il suo miglior risultato Slam ottenuto sempre qui a Parigi un anno fa.
La n.° 40 WTA ha servito due volte per il match, sul 5-4 e sul 6-5 del terzo set, oltre ad essere stata avanti 6-2 nel tie-break finale. La tennista serba vince nonostante un inquietante dato sugli errori gratuiti commessi, 56, con anche però 43 vincenti: 35-40 il bilancio croato. In ottavi, attende la vincente di Paquet/Vondrousova.
IL MATCH
La prima frazione è senza storia: la tennista croata non concede neppure un game alla rivale serba, vincendo il set d’apertura per 6-0 in appena 27 minuti di gioco. Due solamente i giochi protrattisi ai vantaggi, sempre al servizio di Danilovic, con Donna in grado di strappare la battuta avversaria dopo aver cancellato – in entrambi i casi – la palla game sul 40-30.
La ventitreenne di Belgrado, dopo la scoppola subita nel primo parziale, riesce a reagire rimettendosi emotivamente e tecnicamente dentro la partita: soprattutto grazie alle percentuali in battuta che crescono considerevolmente, aveva concluso il bagel inflittole da Vekic, con il 43% di punti vinta sulla prima (6/14) – passerà al 75% (21/28) nel secondo atto – e un misero 14% di resa della seconda di servizio (1/7) – arriverà a toccare il 50% (8/16) nella seconda partita -, all’interno di un secondo set decisamente più equilibrato e regolare.
Bravissima Olga, in particolare, a frantumare la prima palla break del set sul 2-2 conservando alla fine intatto il turno di battuta. Da par suo, invece, la ventisettenne di Osijek continua a tenere i suoi servizi in maniera totalmente agevole – finora la n.° 40 WTA ha vinto tre dei suoi turni al servizio a 30, i tre del primo set, e due a 15 in apertura di secondo – e ciò non fa che mettere ulteriore pressione alla giocatrice serba. Nel settimo game, infatti, la n.° 125 del mondo è costretta nuovamente ai vantaggi e questa volta non soltanto si salva ma lo fa senza offrire break point. A furia di non sfruttare le difficoltà di Danilovic con il fondamentale d’inizio gioco, al foto-finish è l’ex Top 20 croata a consegnarsi dopo 10 turni immacolati – addirittura nel 2° set, Olga non era mai arrivata a 30 in risposta con tre turni croati a 15 ed uno a zero –
Sul 5-4, difatti, in un primo momento Donna appariva per l’ennesima volta indirizzata verso un tranquillo turno di battuta quando dal 40-15 ha il primo vero passaggio a vuoto della sua partita facendosi rimontare fino a concedere due palle break, le prime in tutta la partita per la tennista serba che però sono anche set point. Per sua fortuna, Vekic si ritrova in tempo per cancellarle e chiudere il game a suo favore alla terza chance.
Ma è un salvataggio effimero, dato che la storia si ripropone due game più tardi e stavolta la croata non può nulla: l’ex n. 93 al mondo vola sul 15-40 e al quarto set point complessivo rimanda ogni discorso al parziale finale. 7-5 in oltre un’ora di gioco.
Il terzo set è di nuovo una completa bagarre: Donna scappa subito, 2-0 con break consolidato ribaltando il 15-40 e frantumando la doppia opportunità per il contro-break, Danilovic accorcia dopo aver però annullato una palla per il 3-0 “pesante” Croazia. Nel quinto gioco, poi, ci risiamo: ancora Olga vicino al precipizio definitivo, è costretta ad cancellare tre diversi palle break che avrebbero garantito il 4-1 e servizio alla più esperta avversaria (invece è 3-2).
Proseguendo quest’incredibile braccino sui break point a favore, si finisce sempre inevitabilmente per crollare: così, puntualmente, arriva la naturale restituzione del servizio da parte croata per il 3-3 – addirittura a zero, il contro-break. Quello che avviene dopo ha del clamoroso, un settimo game insensato: Vekic si costruisce palle break a non finire ma non riesce mai a concretizzarle, l’uno e 83 centimetri dalla Serbia ne cancella 6 di cui le prime due consecutive ed evita il dirupo (4-3).
Sinora il dato di conversione dei break point recita per la croata un insufficiente 25%, ne ha trasformate appena 4 delle 16 avute sulla racchetta. Il match ha ormai assunto una piega priva di ogni logica. Dal game del 4-4 fino al 6-6 per ogni singolo turno di servizio si materializza almeno una palla break con quattro break consecutivi che però non modificano nulla nella sostanza. Sarà tie-break: i rimpianti maggiori ce li ha comunque la croata, perché per due volte ha servito per la vittoria sul 5-4 e sul 6-5 e in generale quel 6/19 sui break point – non che Danilovic abbia poi fatto così meglio, trasformate solo 4 su 12 – ha un peso enorme. Inoltre, sul piano del gioco la chiara sensazione è sempre stata di una superiorità netta di Vekic che però non sempre è stata mostrata per una mancanza di cinismo di Donna e contemporaneamente una capacità di esaltarsi nella battaglia di Olga.
Il gioco decisivo rimetterà tutto nell’ordine meritocratico di quanto visto? Macché, una straordinaria Danilovic rimonta dal 6-2 prima di chiudere al primo match point sul 9-8.
[3] C. Gauff b. [30] D. Yastremska 6-2 6-4
Nel match inaugurale di venerdì 31 maggio sul Campo Centrale del Roland Garros, il Philippe Chatrier con inizio del programma alle 12, la testa di serie numero 3 del tabellone femminile Cori Gauff sconfigge per 6-2 6-4 in 1h36‘ di partita la semifinalista di Melbourne 2024 Dayana Yastremska.
Agli ottavi per la nativa di Atlanta ci sarà la “nostra” Elisabetta Cocciaretto, che avrà contro una Coco reduce da un match sicuramente non positivo – al di là del risultato finale -: la finalista del torneo nel 2022 ha infatti chiuso con 8 vincenti e 24 non forzati, 17-38 il differenziale ucraino.
IL MATCH
Il primo squillo del match si è materializzato sull’1-1 con il break a stelle e strisce, dopodiché Coco si è costruita anche un’opportunità per il doppio break sul 3-1 ma la ventiquattrenne di Odessa ha alzato la saracinesca. Poco male per la ventenne di Atlanta, visto che la nuova occasione per vidimare il doppio vantaggio non è tardata ad arrivare: sul 4-2, Cori si porta 15-40. Le prime due chances vengono ben disinnescate dalla classe 2001 ucraina, ma sulla terza ad oltranza l’americana è inappuntabile: 5-2 che poco diventa il 6-2 finale in 34 minuti di partita. Dayana è riuscita a rendersi pericolosa in riposta soltanto nell’ultimissimo game del set, quando si è perfino creata la palla per il 5-3 sventata però nel migliore dei modi dall’allieva di Brad Gilbert.
Alla ripresa, dopo uno scambio di break per scaldare gli spalti francesi, Yastremska ha rischiato di cedere la battuta per la quarta volta nell’incontro ma ai vantaggi – in questa circostanza – ha avuto la meglio.
Lo strappo, tuttavia, è comunque puntualmente arrivato sul 4-2 nonostante una palla game ucraina sul vantaggio interno. Ecco, a questo punto, ancora una volta abbiamo assistito alla versione meno efficacie di Gauff: quella che si ammira quando il match non è in lotta o quando non è la campionessa dello US Open 2022 a dover inseguire.
In battuta per qualificarsi al terzo turno ha mancato un match point prima di cedere il servizio per la seconda volta nella sfida – ambedue nel 2° set – alla sesta possibilità avversaria del game per dimezzare lo svantaggio. Ritrovatasi nella medesima situazione sul 5-4, la classe 2004 statunitense ha seriamente rischiato di compromettere un set dominato andando sotto 15-40: il gioco si prolunga ai vantaggi, alla fine tornata in modalità combattente Coco frantuma le tre palle break e al 2° MP mette il punto esclamativo sul confronto (conclude la partita avendo salvato 9 degli 11 break point concessi, l’82% di “freddezza”).
[8] O. Jabeur b. [31] L. Fernandez 6-4 7-6(5) (di Andrea Binotto)
Non una delle migliori versioni di Ons Jabeur, ma è giusto quanto basta per accedere al quarto ottavo di finale al Roland Garros negli ultimi cinque anni. Leylah Fernandez ha avuto le sue occasioni – nel secondo parziale si era procurata un set point -, ma dopo un’ora e cinquantacinque minuti di tennis ha dovuto lasciare il passo all’avversaria. Il punteggio 6-4 7-6(5) per la tunisina. Molto fallosa (27 gratuiti per entrambe) però più incisiva al servizio nei momenti salienti, la numero 8 del seeding è riuscita a confermare il pronostico nonostante per un set e mezzo il livello di gioco fosse piuttosto basso sia da parte sua, che da parte della sua avversaria. Quest’ultima, quindi, esce sconfitta per la quarta volta su quattro testa a testa con Jabeur – l’ultima sfida era stata a Madrid un mese fa -, che ora ha una ghiotta occasione per accedere al suo secondo quarto di finale consecutivo a Parigi. Sulla sua strada Clara Tauson, decisamente abbordabile.
IL MATCH
Avvio contratto per entrambe le tenniste. Solitamente quando è così è il servizio il primo colpo a risentirne. Invece, in questo caso, sia Jabeur che Fernandez faticano a trovare la posizione giusta in risposta e spesso commettono errori nei primi scambi. Questa situazione migliora a mano a mano che i minuti scorrono. Entrambe arrivano a palla break riuscendo a comandare i punti, ma nessuna delle due è abile nel convertire le chance a disposizione. Fernandez ne spreca una nel quarto gioco, la tunisina non ne concretizza tre nel game seguente. La tennista araba rimedia, però, poco dopo col suo tennis a tratti aggressivo e in altri momenti molto delicato. La canadese commette un doppio fallo e si fa dunque strappare la battuta. Errori su errori – sia della numero 34 che della numero 9 WTA – portano Fernandez a riprendersi immediatamente il break, ma un suo ulteriore gioco disastroso in battuta permette alla tunisina di risalire in cattedra. Dopo 47 minuti, è 6-4 per una Jabeur tutt’altro che buona.
Il livello del match continua a essere molto mediocre con infiniti gratuiti da una parte e dall’altra. Le velocità al servizio, specialmente quella di Fernandez, sono decisamente contenute e favoriscono molto chi è in risposta. Anche se, a dire il vero, pure da questo punto di vista le due tenniste non stanno brillando. Testimoni il break e il successivo contro-break immediato del quarto e quinto gioco del set. Un gratuito dietro l’altro di chi si trova in battuta pur non dovendo avere a che fare con risposte incisive o angolate. Jabeur ha l’occasione di strappare il servizio alla sfidante nel settimo gioco, passando quindi da uno score di 1-3 a 4-3 con break.
Niente da fare però. Fernandez tiene il timone del parziale e nel decimo gioco, appoggiandosi meglio alla palla e spingendo maggiormente, arriva a set point. La tunisina, fredda, glielo annulla e la aggancia sul 5-5. Presto si arriva al tie-break e qui sia Jabeur che Fernandez aumentano i giri del motore. Scambi più prolungati, a un ritmo più alto, vincenti da ambo i lati. Anche in questo caso, 5-5. La canadese sbaglia una risposta, Jabeur costruisce poi un punto alla perfezione che chiude con un dritto vincente. Il match è suo. L’urlo tunisino infiamma il Lenglen.