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“Se nel tennis ci fosse il coefficiente simpatia Elisabetta Cocciaretto partirebbe 5-0 40-0 in tutti i set”
Le interviste post-partita, quelle sul campo, sono ormai diventate, specialmente nei tornei del Grande Slam, una parte integrante dello spettacolo: perché Jim Courier (Melbourne) è il più bravo di tutti, perchè i protagonisti hanno ancora in corpo l’adrenalina della felicità della vittoria, e di conseguenza si mostrano più disponibili del solito, perché spesso le domande vengono poste dall’ex grande giocatrice o dall’ex grande giocatore (Cocciaretto è stata ad esempio intervistata da Mats Wilander), e subentra il rispetto, perché il microfono coinvolge il pubblico, e si crea l’atmosfera del primo appuntamento: mi avete appena visto soffrire per un paio d’ore, avete tifato per me, ma non sono solo una giocatrice, chi se ne importa del tennis, conosciamoci meglio.
Elisabetta Cocciaretto si è qualificata per la prima volta in carriera agli ottavi di finale di un torneo del Grande Slam dopo aver battuto Liudmila Samsonova in due set e nell’intervista post-partita ha conquistato tutti, sorridendo in francese: “Ma vi prometto che adesso lo studierò per bene, il prossimo anno arriverò più preparata”, e le polemiche sul comportamento del pubblico nel corso della prima settimana del torneo sono state spazzate immediatamente via dalla semplicità della 23enne di Ancona, che aveva appena vinto la partita più importante della carriera.
Cocciaretto, numero 51 del ranking mondiale, grazie a questo risultato (ha già battuto due top 20 nel torneo, prima di Samsonova aveva sconfitto Haddad Maia al primo turno) scalerà la classifica almeno fino al numero 43, riavvicinandosi alla top 40 e al proprio best ranking di numero 29, raggiunto nell’agosto del 2023. Il prossimo ostacolo del suo Roland Garros sarà uno dei più difficili: sfiderà infatti, nella giornata di domenica, la testa di serie numero 3 Coco Gauff. “Mi ha già battuto due volte, sempre sul cemento. Stavolta dovrò cercare di stare più vicina alla riga di fondo e di rubarle il tempo. La chiave sarà l’aggressività, farò di tutto per sorprenderla, senza paura”, ha spiegato Cocciaretto nel corso della conferenza stampa a porte chiuse, solamente con i giornalisti, ma sorrideva lo stesso, perché Elisabetta è una di quelle che – a differenza di altri professionisti della battuta ruffiana – scende in campo senza la maschera.
“Voglio cercare di avvicinarmi un po’ di più al livello di Gauff, perché alla fine sono cresciuta su questa superficie. Voglio crederci, anche perché penso che nel tennis attuale ci sia lo spazio giusto per le sorprese. Le tenniste di seconda fascia sono tutte molto competitive e anche per le prime della classifica ogni match è complicato, il livello medio si è alzato parecchio”.
Il sorriso di Cocciaretto diventa poi un sorriso lucido nel momento in cui analizza la sua crescita personale: “Il mio allenatore, Fausto Scolari, mi sta aiutando tantissimo: lui sa che ho bisogno di essere sotto pressione per poter rendere al meglio. Penso di avere ancora grandi margini di miglioramento e non credo di aver ancora completato lo switch definitivo della mia carriera: fuori dal campo sono una persona che ragiona molto, mentre secondo me in campo devo imparare a lasciarmi andare, svuotando la testa e dando meno spazio ai pensieri. Devo imparare a colpire la palla senza farmi troppi problemi, devo imparare a giocare più con il cuore e meno con la testa”.
Sognando poi nuovi obiettivi, come le Olimpiadi: “La mia atleta di riferimento è Sofia Goggia, anche se ovviamente lei non parteciperà alle Olimpiadi estive. Mi sono qualificata e sono felicissima, anche perché il tennis italiano sta diventando una bellissima comunità: con Zeppieri, Arnaldi e Musetti abbiamo condiviso i tornei fin da bambini, gli Under 10, e poi gli Under 12, e adesso ci ritroviamo qui, al Roland Garros, sognando i quarti di finale di un torneo del Grande Slam. Lorenzo e Matteo giocheranno le Olimpiadi, proprio come me. Ne abbiamo fatta di strada, e soprattutto l’abbiamo condivisa, che poi è l’aspetto più emozionante. Tra poche settimane rappresenteremo, tutti insieme, l’Italia, e non vedo l’ora. Ognuno di noi sta mettendo il proprio mattoncino e la propria firma in questo grande momento del tennis italiano”.
E il mattoncino di oggi è stato un mattoncino più pesante degli altri: Elisabetta, che nelle pause tra un match e l’altro sta studiando per l’esame di diritto agrario, dice di aver bisogno del suo tempo per metabolizzare le cose, per scoprire fino in fondo le proprie qualità, tennistiche ma non solo, “perché quello che succede fuori dal campo è più importante, non bisogna accontentarsi del tennis, voglio diventare una persona migliore da tutti i punti di vista”. La risposta aggressiva, la partita perfetta e la laurea in giurisprudenza, un discorso in francese, sempre con il sorriso.
Il pubblico italiano ha seguito con passione il match di venerdì mattina, per poi ricoprirla di affetto al termine della partita: e poi è arrivato Mats Wilander.
Pietro Nicolodi, giornalista di Sky Sport, ha trovato le parole più giuste per sintetizzare quell’affetto: “Se nel tennis ci fosse il coefficiente simpatia Elisabetta Cocciaretto partirebbe 5-0 40-0 in tutti i set“. Coco Gauff è avvisata: il coefficiente del sorriso può essere anche più potente di un rovescio lungolinea.