Sinner nell’arena (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
L’unica cosa che non si può fare della pazzia è ignorarla. Nella domenica parigina, sessione serale dello Chatrier alle 20.15, Jannik Sinner se la troverà davanti incarnata nelle soluzioni tecniche imprevedibili e nel carattere istrionico al limite della sbruffonaggine di Corentin Moutet, l`avversario degli ottavi. Che è pure l`ultimo francese rimasto in corsa nel tabellone maschile, e dunque non avrà neppure troppo bisogno dei soliti trucchetti da cabaret per portare i 15.000 del Centrale dalla sua parte. Sarà dunque una condizione nuova per la Volpe Rossa in questo Roland Garros: un avversario di mano sinistra, un tifo che sarà certamente più sguaiato e coinvolto rispetto alla sfida con l`altro idolo di casa Gasquet, un rivale che proverà fin dall`inizio a buttarla in gazzarra per compensare l`indiscussa inferiorità tennistica. Il nuovo Jannik però, quello sbocciato in autunno che ha vinto una Davis e lo Slam australiano e sta solo aspettando l`incoronazione a numero uno del mondo, ha raggiunto un equilibrio e una consapevolezza che gli permettono di affrontare
ogni passo con la ferrea fiducia del più forte: «So che non sarà una partita semplice, intanto perché lui è il primo mancino che trovo qui a Parigi e poi perché affrontare i francesi qui crea sempre un clima particolare. Ma devo solo pensare a me stesso, a farmi trovare pronto fisicamente e a mettere in campo gli schemi che avrò studiato con il team». A confortarlo, ci sono le statistiche incredibili delle 10 partite giocate e vinte fin qui negli Slam del 2024 (7 successi a Melbourne, 3 al Roland Garros): Sinner ha tenuto il 94,8% di game sul proprio servizio e ha salvato l`84,9% di palle break concesse. La battuta, dopo il paziente lavoro degli ultimi due anni, si è perciò trasformata in un`arma letale nonché nella piattaforma da cui inizia la presa di possesso del ritmo degli scambi: «Da fuori può sembrare tutto facile, ma devi sempre fare attenzione perché le partite possono girare in un attimo. Globalmente però posso essere contento di come sono andate le cose in questa prima settimana. Abbiamo iniziato con qualche dubbio, invece adesso va meglio. La cosa più importante è che mi sento bene. Non sento dolore di alcun tipo, l`anca sta bene e per questo sono orgoglioso del lavoro fatto con il mio team». […] Oggi Jannik dovrà rifuggire dalle provocazioni di Moutet, numero 79 del mondo arrivato al massimo al 51, talento già a livello giovanile frenato però da un fisico solo normale (non arriva al metro e 80) e da un carattere ribelle. […] Nel match vinto contro Ofner, ha servito 12 volte da sotto, ottenendo addirittura 9 punti, ma si tratta di una minuzia rispetto ai focosi trascorsi. Nel 2022 ad Adelaide insultò il giudice di sedia accusandolo di aver commesso un errore sul set point per l`avversario e venne squalificato dal torneo. […] Nel 2023, a Newport, in un match contro Isner scaglia una pallina fuori dallo stadio, serve dietro la schiena (con tanto di errore e autocritica) e minaccia di strangolare uno spettatore. Al recente Masters 1000 di Madrid contro il cinese Juncheng Shang chiede un caffè all`arbitro (poi gli arriverà dagli spalti) e perde la racchetta al servizio nel tie-break decisivo. E ancora, a Roma, durante la sfida con Djokovic gli suona la sveglia del cellulare, che si era dimenticato di disattivare prima dell`inizio. Il braccio però è capace di luminose magie, con un uso quasi beffardo della palla corta e tagli sempre diversi uno dall`altro[…]. Che lo spettacolo abbia inizio.
Alla scoperta di Moutet lo travagante (Daniele Azzolini, Tuttosport)
C`è chi gioca con le proprie stravaganze, chi le prende sul serio, chi le ritiene una maschera utile e chi non si accorge di quando la maschera prende il sopravvento, e diventa il tratto portante della propria indole. Corentin Moutet, francese, o come dice lui «cento per cento parigino», non ha ancora deciso quale caratteristica debba avere la bizzarria che gli fa da compagna di giochi tennistici, ma a guardarlo, e a sentirlo ragionare, si intuisce che sia ormai una gradita ospite fissa, in qualsiasi modo si presenti. Lo chiamano “il folle”, non a caso. E lo paragonano a Benoit Paire, collega francese che stravaganza dopo stravaganza si è definitivamente perso come tennista. […] Corentin, 25 anni, suonatore di piano e compositore con otto brani al suo attivo, un po` rapper e un po` no (anche questa è una sua precisazione), è il quarto avversario di Jannik Sinner in questa corsa bagnata verso il titolo del Roland Garros. I numeri non preoccupano, 79 in classifica prima di questo suo debutto negli ottavi di uno Slam, 51 come best ranking. Con quale animo Moutet possa opporsi al nostro Capo Carota invece un po` di più. La stravaganza, sempre lei… Che comincia dal nome, pescato chissà dove da una famiglia che ai nomi strambi ci tiene. Il fratello di Corentin si chiama Maxence… E si propaga lungo la piccola storia tennistica del ragazzo, che in terzo turno ha battuto l`austriaco Sebastian Ofner servendo 12 volte da sotto (ma realizzando 9 punti, il 75%) e attualmente convive con il nostro sport al di fuori della federazione francese, che lo ha squalificato nel 2022 sommando due episodi “off limits” che videro protagonista Moutet, prima al torneo di Adelaide dal quale venne cacciato per insulti (reiterati) all`arbitro, poi in un challenger francese dove scatenò una rissa con il bulgaro Adrian Andreev. «Sinner? Mai incontrato», dice Corentin, bello fiero. «Non ci siamo mai nemmeno allenati assieme. È forte, vero? Bè, certo, credo sia il numero due, o giù di li, non lo so». Ecco, Moutet non sa esattamente quale sia la classifica del suo prossimo avversario, poi nientemeno che Sinner. […] Moutet è quello che durante il match con Djokovic a Roma ha dovuto rispondere al telefono che aveva dimenticato di “silenziare”, e non era nemmeno una chiamata, ma la sveglia. Moutet è quello che, contro Isner ha servito da dietro la schiena, rimediando una figuraccia che l`ha costretto a scusarsi in pubblico, ma il match è finito lo stesso in rissa, con la promessa del francese di “strangolare uno spettatore”. E Moutet è anche quello che all`ultimo torneo di Madrid, opposto al cinese Juncheng Shang, prima ha chiesto all`arbitro se gli faceva arrivare un caffè, che poi gli è giunto dalla tribuna, grazie a qualche spettatore impietosito, infine durante il tie break decisivo ha servito facendo arrivare dall`altra parte della rete la palla e anche la racchetta, a suo dire sfuggitagli. E vabbè… Ma Corentin è contento così. Malgrado lo status di squalificato è riuscito a ottenere il pass per le Olimpiadi. «È la cosa cui tenevo di più, si giocano nella mia città, non potevo perderle e non vedo l`ora di fare la conoscenza con tutti gli altri atleti dello squadrone francese». […]
Sinner contro il diavolo (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Il diavolo contro l`acqua santa. Corentin Moutet e Jannik Sinner si affrontano negli ottavi di finale del Roland Garros in una delle sfide più attese del torneo. Da una parte il cavallo pazzo del circuito ATP che riceve squalifiche e “warning” con nonchalance; dall`altra il simbolo dello sportivo d`alto livello, perfetto in ogni sua scelta, quasi impossibile da criticare. Tra i due non ci sono precedenti. Sinner ha raggiunto la seconda settimana di un Major per la dodicesima volta su diciotto partecipazioni e insegue il settimo quarto di finale. Jannik, contro tennisti francesi, ha vinto 26 delle ultime 27 partite e al Roland Garros vanta 4 successi su 4 contro i padroni di casa. Moutet è agli ottavi di uno Slam per la seconda volta (dopo lo US Open 2022), la prima a Parigi. Nei tre match del torneo Moutet ha sempre vinto in quattro set, sconfiggendo Nicolas Jarry (finalista a Roma), Alexander Shevchenko e Sebastian Ofner. Tempo passato in campo, tra servizi da sotto e smorzate millimetriche: 8 ore e mezzo. Sinner si è disimpegnato in maniera più rapida e indolore, con poco più di 6 ore di match e nemmeno un parziale perso nelle sfide a Eubanks, Gasquet e Kotov. Dal punto di vista tecnico-tattico Moutet, seppur mancino, non dovrebbe dare troppo fastidio a Jannik; i pericoli arriveranno dall`ambiente (da corrida) che Corentin sta creando a propria immagine e somiglianza. «Ha fatto impazzire i suoi allenatori, i genitori, ha mandato fuori di testa tutti i mental coach, ma quando riuscirà a domare tutta questa rabbia interiore, sprigionandola in campo, potrà diventare un campione». Parola di Nicolas Coutelot, ex n.87 ATP e, soprattutto, uno dei coraggiosi ad aver provato a domarlo senza peraltro riuscirci. Elencare tutto ciò per cui il venticinquenne di Neully-sur-Seine ha fatto parlare di sé è quasi impossibile, poiché in ogni suo match accade qualcosa. Poche settimane fa, al Foro Italico contro Djokovic, il gioco è stato interrotto perché un cellulare continuava a suonare. Era il suo, di Moutet, che ha anche fatto finta di rispondere prima di attaccare. Ha bevuto note bevande gassate al cambio di campo, è stato squalificato per insulti all`arbitro e la federazione francese, negli anni, ha preso provvedimenti molto pesanti nei suoi confronti. […] Il gioco di Moutet è brillante e folle allo stesso tempo, un tennis champagne da palati fini, che sta facendo impazzire il Bois de Boulogne. […].
Sognava Phelps, trova Tsitsipas. Arnaldi sente profumo di impresa (Stefano Semeraro, La Stampa)
Il suo destino era in corsia. Nuotatore, come papà Fabrizio che nella vita fa il dirigente bancario. Pomeriggi e pomeriggi passati insieme sul divano, a Sanremo, a guardare e commentare le imprese di Phelps. «Poi però a me piaceva socializzare, e sott`acqua non è facile». Così Arnaldi ha scelto il tennis e oggi si gioca un posto nei quarti del Roland Garros contro Stefanos Tsitsipas. Matteo è numero 35 del mondo e ha 23 anni. I primi colpi li ha tirati a cinque, insieme al nonno, contro un muro, poi al circolo con il maestro Filippo Sciolli. Il fisico c`è, e anche la curiosità, la voglia di imparare, gli occhi allegri, prensili, il profilo aerodinamico, un po` alla Coppi, e ovviamente nessuna voglia di fare da gregario. Dal primo viaggio negli Usa, a sedici anni, tutto solo e senza parlare l`inglese, se ne torna con una coppa. Dal Liceo «Colombo» di Arma di Taggia, con una maturità scientifica. Matteo vince e rivince, cresce insieme a Francesco Passaro, il suo gemello diverso, passa da Tirrenia a Milano. Nel 2021 il ribaltone, il ritorno a Sanremo con un nuovo coach, Alessandro Petrone. «Quello è stato un anno difficile – racconta – di transizione. Sono cambiate delle cose nel team e in casa, ho dovuto prendere decisioni difficili e importanti per la mia vita. Però mi ha dato una grande spinta, da lì ho iniziato a vincere e a far bene. Lo considero l`anno di nascita dell`Arnaldi tennista». Due anni dopo Matteo è già nei top 50, titolare in Coppa Davis. Batte il suo primo top 10 (Ruud) agli Us Open e assaggia i primi ottavi nello Slam. Il suo tennis ricorda, con le dovute proporzioni e distinzioni, quello di Djokovic: elasticità, resistenza, ripartenze. Ritmo e intelligenza tattica, partenze lente e arrivi in volata. Dal Djoker ha copiato anche l`attenzione per il corpo: coach Petrone un paio d`anni fa faticò non poco, negli Usa, per convincerlo a farsi mettere le mani addosso dai fisioterapisti dell`Atp. […] Fa parte di una generazione di poco più che ventenni tosti e simpatici, Jannik Sinner, Flavio Cobolli, Luciano Darderi, Lorenzo Musetti, Elisabetta Cocciaretto che come lui oggi sfida i pronostici contro la diva Coco Gauff. […] «Conosco Arnaldi, è un lottatore – dice Tsitsipas, campione di Monte-Carlo – e nel tennis a fare la differenza è la testa». Quella Matteo ce l`ha durissima. […]
E’ grand’Italia. Anche Paolini agli ottavi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
I tennisti giocano spesso più battaglie insieme. «La prima è contro se stessi», proclama l`intimista Stefanos Tsitsipas che «grazie all`amore» per la collega Paula Badosa sta ritrovando certezze agonistiche (cioè servizio e dritto). Quelle che sta combattendo Sascha Zverev in questi giorni di pioggia e campi pesanti a Parigi, mentre insegue la quarta semifinale consecutiva al Roland Garros, sono anche fuori del campo, addirittura in un`aula di tribunale, a Berlino. Ma forse, oltre a un pensierino extra, gli dà anche una motivazione in più, come suggerisce il successo di nervi e di carattere dopo 4 ore e un quarto contro il temibile Griekspoor, rimontando da 1-4 (due break sotto) al quinto, che chiude per 10-3 al super tie-break. Di match ne gioca due o tre nella stessa partita anche la fantastica Jasmine Paolini che, contro la rivitalizzata Bianca Andreescu, l`ex regina US Open, dal bel braccio, domina il primo set, perde pericolosamente il secondo e poi vola clamorosamente nel quarto, sotto la pioggia sempre più impetuosa, imponendosi per 6-1 3-6 6-0. Raggiunge così Elisabetta Cocciaretto negli ottavi, firmando per la seconda volta la seconda settimana Slam. Dove incrocia la numero 70 del mondo, Elina Avanesyan – castigatrice a sorpresa della Zheng – e da numero 15 vede sempre più vicina la top 10. Zverev, il tedesco di sangue russo, alto 2 metri e col pugno del ko, allevato da papà e fratello ex pro, sembrava proprio il legittimo erede dei Fab 3. Invece, sgualcito nelle sue massime aspirazioni dai soliti noti, Federer, Nadal e Djokovic, ma anche dai limiti caratteriali, ha avuto picchi importanti senza però trovare continuità: esplosione del 2017 col primo urrà “1000” a Roma, primo trionfo al Masters 2018, finale agli US Open 2020 (persa però da due set a zero contro l`amico Thiem), oro olimpico, secondo Masters conquistato, ascesa al numero 2 del mondo nel luglio 2022, all`indomani però della rottura dei legamenti della caviglia al Roland Garros con lungo stop, risalita recente fino al numero 4 della classifica, col “1000” bissato sette anni dopo al Foro Italico il 19 maggio, che sa tanto di ritorno al futuro. Zverev è un campione oppure? A 27 anni lui cerca la risposta sulla terra di Parigi dove ha il tempo per piazzare le sue bordate ma, in tandem, ha anche in testa il tarlo della causa legale per violenza domestica e lesioni personali che la ex fidanzata, Brenda Platea, ha portato avanti dopo la multa di 450mila dollari comminata a Sascha dal tribunale distrettuale di Tiergarten. Che Zverev ha contestato: «Credo nel sistema tedesco. Anch`io credo nella verità. Devo essere certo che, sai, so cosa ho fatto e so cosa non ho fatto. Per questo posso giocare con calma e penso che i miei risultati lo dimostrino. Voglio essere diverso come giocatore e anche come modello. Non rompo più le racchette. Ricevo a malapena warning. Mi sono reso conto che non faccio del bene a me stesso e soprattutto alle persone e ai bambini che guardano». La piccola-grande Paolini ringrazia «la consapevolezza maggior di sé», anche se teme sempre «i bassi, che prima succedevano spesso: anche se la crescita è in tante piccole cose, la buca è sempre dietro l`angolo perché giochiamo tanto e ogni torneo è una prova e quindi magari possono arrivare pericolosi dubbi». Contro Andreescu è brava a riprendersi: «Pioggerellina, campo così e così, ieri sera avevamo finito tardi il doppio, la chiave con Bianca era prendere per prima in mano in gioco e quindi il tempo». […]
Arnaldi e Cocciaretto per nuovi miracoli (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Gli esami non finiscono mai, specie quando ci si è meritati per la prima volta l’opportunità di scendere in campo nella seconda settimana del Roland Garros. È il privilegio che vivono oggi Matteo Arnaldi ed Elisabetta Cocciaretto. All`ora di pranzo (secondo match a partire dalle 11) calcano entrambi palcoscenici prestigiosi quali rispettivamente il Suzanne Lenglen e il Philippe Chatrier. Il 23enne di Sanremo, dopo la prestazione da applausi che gli ha consentito di mettere al tappeto in 3 set Andrey Rublev, sfida per la prima volta Stefanos Tsitsipas, con in palio un posto nei quarti di finale. Il greco (n.9 Atp), rilanciatosi con il trionfo a Monte-Carlo, è uno degli aspiranti a un ruolo da protagonista all`ombra della Tour Eiffel, dove nel 2021 si è spinto fino all`ultimo atto, fermato da Novak Djokovic. «Non vincevo da alcuni mesi e nel Principato ho ritrovato forza – ha spiegato il 25enne di Atene -: uscire con il titolo mi ha riportato in una mentalità positiva. Arnaldi? So cosa devo aspettarmi: l`ho visto a Barcellona, a Roma, qui a Parigi. Ho notato che va in campo sempre per lottare, non si arrende mai. Questo fa la differenza. Alcuni giocatori li vedi che sono più passivi, aspettano maggiormente l`errore altrui. Lui no, lui entra subito nel match e io dovrò fare altrettanto, dovrò fare attenzione. Sarà un po` come guadare un fiume, dovrò cercare la strada giusta». Di converso sarà davvero un test significativo per i progressi del giocatore allenato da Alessandro Petrone. ‹Quella con Rublev penso sia stata la mia migliore prestazione in uno Slam, però adesso c`è un ostacolo altrettanto difficile da superare», sottolinea Matteo, virtualmente al n.34 della classifica Atp. In contemporanea la marchigiana, che al Bois du Boulogne ha conquistato i successi più importanti in carriera (Kvitova nel 2023, Haddad Maia e Samsonova in questa edizione) e in questo torneo il pubblico con il suo francese e i media con le considerazioni sullo studio durante le pause per pioggia, va a caccia di un`altra impresa contro Coco Gauff, n. 3 del mondo e vincitrice degli ultimi Us Open. Una soddisfazione grande ritrovarsi per la prima volta tra le migliori 16 di uno Slam per la ragazza che da junior aveva raggiunto una semifinale all`Australian Open, prima di essere rallentata nella sua crescita da vari problemi fisici, in particolare un grave infortunio al ginocchio. Ma Cocciaretto non si è mai arresa e ha sempre cercato di tornare più forte, conciliando tennis e studio (è iscritta alla facoltà di giurisprudenza all`Università di Camerino). «Ho giocato con Coco a Dubai, cercherò di non fare gli stessi errori . Dovrò inventarmi qualcosa di diverso, stare vicina al campo e provare a rubarle il tempo. Se la faccio comandare, lei gioca troppo bene a tutto campo e anche al volo. Con il dritto, invece, se le rubo il tempo fa un po` più fatica. Sicuramente dovrò sorprenderla, avere una buona attitudine e non farmi trovare impaurita. Se poi sarà più brava di me lo accetterò». […]