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[1] N. Djokovic b. [23] F. Cerundolo 6-1 5-7 3-6 7-5 6-3
Novak Djokovic sopravvive a un problema al ginocchio destro che lo ha condizionato per buona parte del match limitandone la mobilità e a Francisco Cerundolo che, in prossimità del traguardo, non ha retto la pressione e non è stato in grado di far suo il match avanti due set a uno e un break nel quarto, con un’altra palla break sul 5 pari, quando sarebbe bastato tirare di là un paio di dritti da SAT – e non è un’iperbole. Ma il tennis è anche questo.
6-1 5-7 3-6 7-5 6-3 in 4 ore e 39 minuti il risultato a favore di Djokovic che, com’era già successo altre volte – l’ultima solo due giorni fa con Lorenzo Musetti – pareva sotto un treno, salvo poi rientrare nei suoi migliori panni come se nulla fosse. In meno di 48 ore è rimasto in campo più di nove ore anche se, obiettivamente, non tutte davvero giocate, visto che in alcuni set è stato più che altro a guardare. E nonostante ciò ha vinto. Era sotto un treno, Nole, fino a che Cerundolo, come spesso capita in queste circostanze, non ha tremato aprendo uno spiraglio (una voragine) al rientro dell’avversario.
Sarà stato l’antidolorifico, sarà che, se l’avversario non la vuole vincere sembra brutto rifiutarla, ma da un momento all’altro il ventiquattro volte campione Slam ha ricominciato a giocare come se nulla fosse e nel set decisivo si è vista una partita. Perché a essere condizionato dal problema al ginocchio è stata anche buona parte della sfida, che nulla offriva dal punto di vista tecnico, con uno dei due contendenti praticamente fermo e l’altro che cercava di fare la cosa giusta senza pensarci troppo con risultati alterni, ma il il saldo benefici/svantaggi era davvero troppo favorevole per non prendersi un cospicuo vantaggio. Pronto per essere dilapidato perché, se entrambi si mettono a giocare, alla fine vince Nole.
Per Cerundolo, dopo la sconfitta con Rune dello scorso anno, un’altra uscita al Roland Garros perdendo un match che, da come si era messo, era difficile da perdere.
Primo set: Djokovic va veloce e lascia solo un game a Cerundolo
La partita di Novak Djokovic parte alla grande, con due smorzate, un serve&volley e un primo turno di battuta tenuto rapidamente a zero. L’intento del serbo è ovviamente quello di non allungare troppo gli scambi, viste le tantissime energie spese con Musetti. In avvio di match Cerundolo cerca ovviamente la situazione opposta, vincendo la maggior parte degli scambi prolungati e manovrando bene col dritto, che però lo tradisce nel quato game.
Dopo aver salvato due break point sull’1-1 il n°1 del mondo cambia marcia, approfittando di un paio di gratuiti del suo avversario per ottenere il primo break dell’incontro e volare via. Nole domina, conquista di forza i successivi cinque game e al quarto set point – dopo averne sprecati tre e aver cancellato tre opportunità di contro-break al suo avversario – stravince 6-1 una prima frazione dov’è stato quasi perfetto, come testimoniano i soli due gratuiti contro i 13 dell’argentino.
Secondo set: Cerundolo pareggia i conti alla 13esima palla break
Anche nel secondo parziale è Djokovic il primo ad offrire palle break, ma questa volta il problema non è di natura tennistica, bensì fisica. Il 24 volte campione Slam, infatti, nel terzo game accusa un problema al ginocchio destro, probabilmente per via di un tentativo di recupero di una smorzata non andato a buon fine. Nole chiama un medical timeout, inizia ad innervosirsi e chiede insistentemente che il terreno di gioco venga sistemato e curato più frequentemente, non venendo accontentato.
Al rientro in campo, sotto 1-2, Djokovic è sempre costretto ai vantaggi nei tre turni di battuta successivi, offrendo un totale di sette palle break. Cerundolo è bravo a procurarsele, costringendo il suo rivale a muoversi specialmente verso destra (dove Nole pare avere più difficoltà), tuttavia non riesce a concretizzare neanche una chance. Il serbo sale sul 5-5 tenendo il servizio a 15 ma, quando sembra tutto indirizzato verso il tie-break, arriva la sospresa. Il 37enne di belgrado gioca un pessimo dodicesimo game, regala ancora e finalmente, alla 13esima palla break complessiva, Cerundolo riesce a strappargli il servizio. Un break che arriva in un momento chiave, visto che le ultime due chance erano anche set point. Dopo un parziale durato quasi un’ora e un quarto l’argentino pareggia i conti: 7-5.
Terzo set – Djokovic si muove male
Si ricomincia con Francisco che tiene la battuta e poi si procura la palla del 2-0 che si gioca tutta in spinta con dritto fino a forzare l’errore dell’avversario e può vantarsi del 100% di conversione.
Nole apre il quarto game affossando una volée, Cerundolo con un altro nastro favorevole potrebbe andare a doppia palla break, ma di nuovo cerca il recupero in contropiede contro uno che non ci pensa neanche ad andare a coprire il campo vuoto. L’occasione arriva comunque, ma il numero 1 del mondo si salva seguendo a rete una seconda a 156 km/h, sortita che spaventa l’avversario, incapace di colpire la palla con le corde. Nole tiene il lungo game e lo stesso fa poi Fran nonostante continui a regalare qua e là punti che sarebbero già vinti.
Sempre in grossa difficoltà negli spostamenti, Djokovic si affida bene alla prima battuta per restare in scia, ma l’attesa è tutta per il game della (parziale) verità, quello del 5-3. Cerundolo inizia male con un dritto a metà rete, poi due vincenti, 30 pari con quella che pare un’imitazione argentina delle difficoltà, ma una brutta risposta bimane su una seconda e una prima solida chiudono la frazione, mentre il campione di Belgrado si fa dare una pasticca dal medico per il fastidio al ginocchio e chiede che le luci artificiali siano spente (sono le 19, il cielo è quasi sereno).
Quarto set – Cerundolo reggerà fino alla fine del parziale? No
Il leimotiv non cambia, tra Novak che sfrutta al meglio la prima di servizio, sia per avere punti diretti sia per comandare e chiudere in fretta lo scambio, e Francisco altrettanto sicuro nei propri turni perché la risposta serba non incide e gli basta restare calmo, non strafare e mirare nel campo vuoto per vincere il punto. Non che ci riesca sempre, ma tenere senza problemi la battuta gli dà una certa fiducia e, rispondendo con continuità nel quinto game, si porta in vantaggio. Confermato il break, Nole rimane però in scia.
La paura diventa ingestibile per il venticinquenne di Buenos Aires nell’ottavo gioco: il doppio fallo significa 30 pari, un raro (oggi) bimane serbo vincente, poi le gambe ferme, piantate, in uscita dal servizio ed è 4 pari. Pochissimi minuti e Cerundolo si ritrova a servire per restare nel set, ma questa volta gioca un gran game.
Sembra essersi ripreso, Fran, ma anche Novak gioca e corre come se non avesse alcun problema. Arriva la palla che manderebbe l’argentino a servire per il match, ma non riesce a trafiggere l’altro a rete nonostante tre occasioni nitide per il passante. L’episodio gli rimane in testa e si ritrova 15-40, due set point Nole, il braccio argentino va e viene, soprattutto va, e al quarto set point il 7-5 arriva.
Partita finale – Vince il più forte
Senza sorprese, Novak sale 2-0 (quattro game di fila), poi Francisco indovina un complicatissimo banana-shot passante che gli vale una palla break; sbaglia poi il dritto a chiudere perché su questo ha avuto tempo di pensare, riuscendo a ogni caso a rientrare con la complicità dell’avversario.
Djokovic scivola e cade, incolpando rabbioso il giudice arbitro perché non fa tirare il campo più spesso, Cerundolo non si distrae, la scimmia gli è momentaneamente scesa dalle spalle e si prende il 2 pari. Almeno adesso si vede un match di tennis – un match in cui Novak spinge, corre, recupera, esegue volée in spaccata e Cerundolo… anch’egli interpreta sé stesso, quindi non una buona notizia per lui. E infatti non chiude l’ottavo gioco da 40-0 e Djokovic può andare a servire per il quarto di finale. Tremerà o non tremerà? Si scherza, chiude a “15”, al primo match point, fermando il gioco su una palla non chiamata dal giudice di linea: quando si dice la lucidità per qualcuno che è al 59° quarto di finale Slam, staccando Roger Federer a 58, e alla 370^ vittoria in un Major, superando anche qui il campione svizzero fermo a 369.
Adesso, un po’ di riposo in attesa di Casper Ruud o Taylor Fritz.
Con la collaborazione di Giovanni Pelazzo