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Paolini come Sinner: parte piuttosto male nel primo set ma alla fine la spunta prendendo il controllo del gioco contro la sua avversaria. Il punteggio dice 4-6 6-0 6-1 in favore di Jasmine contro Avanesyan, e questo successo contro la russa gli vale l’accesso ai quarti di finale del Roland Garros, per la prima volta così avanti in uno Slam. La risata genuina e contagiosa della 28enne toscana si propaga nella sala conferenze, e rispondendo alle varie domande in inglese e in italiano, Paolini fa il punto del suo torneo e della sua crescita negli ultimi mesi.
Sulla vittoria in rimonta contro Avanesyan dopo una partenza difficile
“Oggi è stata dura. Sono entrata in campo che ero 40-15 sopra e poi ho perso quel game e questo mi ha messo un po’ di insicurezza. Ho iniziato ad esser nervosa perché 1-0, 2-0, 3-0, sbagliavo tanto e non riuscivo a colpire bene. poi ho anche provato a rallentare ma non era quella la strada. anche dal mio angolo mi dicevano di spingere, rimanere ordinata ma comunque spingere. Piano piano sono rientrata nel primo set, e penso che la cosa mi abbia aiutato anche nel secondo dove sono partita subito bene – anche se i primi game sono stati veramente duri. Un po’ ero nervosa e non volevo fare l’errore dell’Australia che quando sono sceso in campo ero un po’ spaesata”.
“Con queste condizioni – molto diverse rispetto alle altre volte, di sera con palle pesanti – la palla mi scappava un pochino e mi tornava tante volte perché lei difende benissimo. All’inizio ero spaesata e non trovavo una soluzione. Mi disordinavo, tiravo il lungolinea quando non dovevo ad esempio. Poi mi sono riconcentrata mentalmente cercando di essere più lucida e ordinata, cambiando quando era il momento di farlo e giocare la palla corta perché lei stava sempre dietro, spingendo invece nel momento giusto”.
“Quando è finito il match il mio sorriso era di sollievo, di pura gioia, perché era un match teso dov’ero nervosa soprattutto nel primo set. Quindi vincere è stata una liberazione”.
Sul prossimo match contro Rybakina
“Con lei che tira forte sarà difficile fare le palle corte. La chiave sarà tirare lungo perché più lungo giochi e più la palla ti torna più corta e più comoda, in teoria. Dovrò cercare di rispondere il più possibile e mandare la palla lunga tante volte, altrimenti inizio a correre io e non va bene. Sicuramente succederà perché serve benissimo. Cercherà di spingere e appena posso farla muovere.”
Sul suo processo di crescita, soprattutto mentale
“Ora mi sento una tennista più completa però tanto deriva dal fatto che ora credo di più in me stessa, e non darmi per vinta prima di scendere in campo. Questo è avvenuto match dopo match quando ho iniziato a far partita con le top player. Piano piano abbiamo migliorato anche aspetti dentro il campo ma quello più importante è stato il credere di poter giocare a questo livello”.