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Tre servizi persi all’esordio sul Philippe Chatrier, 5-0 per Corentin Moutet, n.70 del mondo, in un battibaleno e Jannik Sinner ci ha fatto preoccupare.
Che cosa aveva? L’anca? Un malessere d’altro tipo? Ormai abbiamo visto che può capitare di tutto a un tennista, a lui come agli altri.
Fortunatamente non era niente di tutto questo, anche se qualche massaggino nelle zone dell’anca Jannik – forse per abitudine – non ha mancato di farselo. Semmai mi è parso quasi sospetto il fatto che a fine partita, insieme alle solite frasi purtroppo poco interessanti – non ci darà mai un titolo!, temo – Jannik in mixed zone abbia tenuto a precisare, sua sponte, “fisicamente sto sempre meglio…”. Voleva rassicurare se stesso o noi?
Semplicemente Jannik non aveva mai incrociato Moutet neppure in allenamento – strano perché i due avevano partecipato a quello strano torneo UTS che Mouratoglou aveva organizzato a Nizza con 4 tempi da 10 minuti –e non lo conosceva proprio.
Così all’inizio è stato letteralmente sorpreso da tutte le soluzioni “inventate” dal francese che non è sicuramente un giocatore ordinario, nè banale. La sua forza è indubbiamente l’imprevedibilità, le rotazioni mancine effettuate con improvvise torsioni di polso&avambraccio e anche qualche servizio dal sotto (con il primo ha fatto ace, con gli altri due ha perso il punto…il terzo perché ha fatto fallo di piede! Almeno mi pare d’aver capito dall’intervento dell’arbitro.).
Jannik sembrava frastornato da tutte quelle insolite variazioni. Di certo Moutet non gli dava ritmo. Così lui sbagliava dritti e rovesci anche di metri. E perfino il servizio funzionava poco. Sulle seconde palle veniva aggredito e verso fine primo set, sul 5-0 per Moutet e tre break subiti la percentuale di punti vinti sulla seconda di servizio era del 20%, un punto su cinque. Sembrava quais, poi, che Jannik non si rendesse conto di avere di fronte un mancino. Gli giocava sul dritto, sia con il rovescio incrociato, sia con l’abituale dritto anomalo. Per Moutet, che di rovescio gioca quasi unicamente slice difensivi, era una meraviglia. Il pubblico, poi, faceva la sua parte. Ogni dritto vincente di Moutet veniva salutato da ovazione degne di uno stadio di calcio, nemmeno giocasse il Paris St Germain di Mbappè.
Per tutto il primo set Jannik tendeva ad andare regolarmente dalla parte opposta a dove Moutet gli indirizzava i suoi colpi, costringendolo a contropiedi continui. Forse i lettori meno giovani ricorderanno Marat Safin e il suo tennis di straordinaria potenza e pressione da fondo campo. E’ stato un n.1 del mondo, e non solo un grande tombeur des femmes con le famose Safinettes che lo seguivano ovunque: il suo tennis non era molto diverso da quello di Jannik Sinner, ripensandoci. Ebbene, quando Marat incontrava un tipo alla Moutet, ma migliore come il Mago Fabrice Santoro, tutti i colpi, dritto e rovescio a due mani, mai una palla uguale all’altra, diventava matto: ci perse 7 volte su 9! Lo stesso Roger Federer con Santoro soffriva da pazzi. Luca marianantoni ricordava che Federer ci perse le prime due volte quando era giovanissimo, ma anche quando era n.1 del mondo ci vinceva a fatica. Ci sono giocatori così …anche Paire, o il fenomenale Gene Mayer, che riuscivano in certi frangenti quasi ad irridere l’avversario per quanto forte fosse. Giocatori per i quali valeva sempre spendere il prezzo del biglietto.
Ero convinto che piano piano Jannik gli avrebbe preso le misure, ma avevo anche dentro di me il timore che quegli scatti repentini in contropiede, laterali come in verticale, potessero creare qualche problema fisico al nostro che, come sappiamo, non ha un fisico a prova di bomba, nonostante l’ottimo lavoro dei suoi preparatori atletici&fisio, perché in qualche modo la sua crescita nell’ultimi biennio-triennio di 5 centimetri – da un metro e 88 cm a 1 metro e 93 cm – ha provocato qualche scompenso. E sono alla base di certi problemi fisici.
Inoltre, senza che Jannik sia un ipocondriaco, è certo vero che – a seguito dei vari stop subiti, ora per un tipo di infortunio ora per un altro (le vesciche, la caviglia destra, il ginocchio, la mano sinistra, la schiena, l’anca) – lui è diventato inevitabilmente molto prudente, circospetto, incline a evitare il minimo rischio di farsi male…e ciò, saggiamente, per non pregiudicare mesi di attività per imrpudenza, per la voglia e la fretta di scendere in campo, di competere, di fare punti, per dar retta a tutti coloro che lo vorrebbero sempre in campo (organizzatori, dirigenti, sponsor, amici, tifosi). Quando a Roma giustificò la sua “dolorosa” assenza fu assai chiaro: “Non voglio per la fretta di rientrare qui quando non sono pronto, rischiare di accorciare la mia carriera di tre anni”.
Con i tennisti che oggi, anche per come sono assistiti dai loro team superprofessionali, riescono a restare competitivi ben oltre i 30 anni – non solo i Fab Four e Wawrinka, ma anche i Gasquet, i Monfils, i Dimitrov, i Mannarino, etcetera – l’approccio di Jannik è semplicemente professionale. Vuole restare sulla breccia, e ai vertici ormai, il più a lungo possibile. E fa bene a ragionare così. Conviene anche a noi, tifosi, giornalisti, connazionali. Sinner è tanta manna per tutto il movimento tennistico.
Io credo che batterà anche il buon Dimitrov di questa felice annata 2024, la migliore per il bulgaro da quel 2017 in cui trionfò alle finali ATP di Londra. Dopo aver sofferto più del previsto per battere sabato sera fino alle 22,30 il belga Bergs al termine di quattro contrastati set, restando sul campo due ore e mezzo, questa domenica Grigor ha eliminato il polacco Hurkacz, testa di serie n.7, in tre set, vincendo il tiebreak sia del primo sia del terzo set. Il polacco è un buon giocatore, ma secondo me è anche un tipo piuttosto perdente, quando un match entra nella lotta. Il servizio che normalmente è assai efficace, nei frangenti decisivi spesso si appanna.
Dimitrov ha perso tutte le ultime tre partite con Jannik, due volte a Miami, 2023 e quest’anno in finale, e nel mezzo un’altra a Pechino. L’unica vittoriosa è stata anche l’unica sulla terra rossa, a Roma, ma Jannik nel 2020 non è davvero lo stesso Jannik del 2024.
Intanto Jannik ha raggiunto i quarti di finale Slam per la settima volta in carriera. A 22 anni comincia a essere un ruolino di tutto rispetto, se si pensa che un giocatore di talento come Fabio Fognini in quasi 60 Slam è arrivato una sola volta ai quarti, nel 2011, quando non riuscì neppure a giocarli contro Djokovic perché si era fatto male giocando negli ottavi contro Montanes cui aveva annullato una caterva di matchpoint.
Stamani c’è un’altra nostra rappresentante, Jasmine Paolini, che potrebbe raggiungere il suo primo quarto di finale in uno Slam: la ragazza di Bagni di Lucca –“Figuro d’esser nata a Castelnuovo Garfagnana perché lì c’è l’ospedale, ma sono sempre vissuta e cresciuta a Bagni di Lucca”…e mi fa piacere sottolinearlo perchè sui campi del TC Mirafiume di Bagni di Lucca ho giocato per anni e anni il torneo di seconda categoria, uno dei tornei più piacevoli e meglio frequentati dei miei ricordi – deve affrontare la russa Avanesyan che ha sorpreso quella Zheng che quest’anno aveva battuto proprio Jasmine. Riuscisse a vincere, Jasmine troverebbe nei quarti la vincente di Rybakina-Svitolina.
Devo dire che avendo seguito più da vicino Jasmine negli ultimi tempi non posso che esprimere una grande ammirazione per lei, per i progressi fatti e per il grande lavoro svolto da Renzo Furlan. Forse Renzo era più adatto a fare il coach di un singolo giocatore che non il direttore tecnico di Tirrenia con un sacco di problemi gestionali ben differenti.
Augurandomi che Jasmine vinca oggi e raggiunga anche lei i quarti, è un vero peccato che Matteo Arnaldi non sia riuscito a trasformare nessuno dei quattro setpoint che ha avuto per andare a condurre 2 set a 0 su Tsitsipas. Tre sul 5-3 e servizio del greco, uno sul proprio game di battuta che sul 5-4 non gli è entrata troppo spesso. Probabile sia stata una questione di emozione. Come ha detto lui stesso, per lui questi sono i primi topten che affronta in uno slam, e quindi sulla distanza dei tre set su cinque che ai miei tempi – parlo, ahimè, di mezzo secolo fa – si affrontavano ogni domenica nella gare fra club di seconda categoria, ai nazionali di seconda e prima categoria mentre perfino ai campionati nazionali di terza categoria anche accadeva che si giocassero i tre set su cinque. Fu al quinto set, infatti, che ai campionati italiani di terza Agostino Serra ed io battemmo 6-3 al set decisivo Adriano Panatta e Stefano Matteoli…(se l’ho scritto già più volte mi scuserete: quanti possono dire in Italia di aver battuto Panatta? Certo non l’ho battuto quando era n.4 del mondo, ma lasciatemene vantare dai…). Tutto ciò per dire che io, e i miei coetanei, avevamo giocato almeno una cinquantina di volte i match sulla distanza dei tre set su cinque, mentre i giovani di oggi arrivano agli Slam completamente digiuni, senza averne giocato uno. E pagano la mancanza di esperienza. Ma con quello che ha fatto vedere questa domenica, se Arnaldi continua a esprimersi sui livelli dei primi due set, sono sicuro che farà strada, che salirà ben più su del n.35 ATP attuale.
Intanto, e questa non è una buona notizia per Sinner, non solo Djokovic ha mostrato di essere in grandissima ripresa giocando alla grande con Musetti, specialmente nei due set finali, ma anche Carlitos Alcaraz ha impressionato dominando Auger Aliassime e mi sa che per Tsitsipas, da lui battuto 5 volte su 5, sarà dura, durissima.
Insomma abbiamo di che ben sperare. Le sconfitte di misura di Cobolli, Arnaldi, Zeppieri vanno considerate come promettenti.
Chiudo ricordandovi il consueto appello: misurate le vostre conoscenze tennistiche partecipando all’UBIContest. Perdete 30 secondi del vostro tempo e poi potete verificare, su tre incontri che vi vengono proposti quotidianamente, se ve ne intendete o no. A meno che vogliate giocare in contropiede e puntare sugli outsider. Buon divertimento.
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La vittoria e il conseguente passaggio agli ottavi aumentano ancora le probabilità di Jannik Sinner. L’azzurro è sempre più tra i principali favoriti per la vittoria finale, e un tabellone in discesa con il solo Alcaraz come vero pericolo sono invitanti per la storia. Com’è invitante la quota proposta da Better, che permette di vincere 10 volte la posta giocata in caso di secondo Slam del n.2 al mondo. E che sarebbe in tal caso n.2 ancora per poco