Corsa al n°1: miracolo Djokovic, tocca a Sinner (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Come sapeva la gente di Spoon River, l’immortalità non è un dono, l’immortalità è una conquista. Che Novak Djokovic continua a scolpire giorno dopo giorno da quasi vent’anni, ancorato a un talento senza confmi, a un cuore smisurato, a una volontà di vittoria che sembra esaltarsi, anziché deprimersi, di fronte alle molteplici avversità del destino. Pagine del medesimo romanzo, con lo stesso leggendario finale: quando sembra dentro l’abisso, il Djoker si reimpossessa della luce e risorge come la fenice. Era successo con Musetti, da irriconoscibile ectoplasma fino al 2-2 del quarto set a titanico colosso che incenerisce con lo sguardo, la personalità e il gioco ritrovato le ambizioni e le speranze del giovane rivale dopo 4 ore e 29 minuti di brividi e coraggio.
Si ripete con l’argentino Cerundolo, numero 23 del mondo, che ricorderà a lungo il pomeriggio in cui aveva in mano il destino del più forte giocatore del mondo, con l’opportunità di cambiare la sua storia personale e quella del tennis attraverso la vittoria più grande in carriera e la consegna del numero uno a Jannik Sinner, interrompendo un regno durato complessivamente 428 settimane; e invece sul 4-3 e servizio del quarto set, con il successo a un battito d’ali, si immola al monumentale carisma e alla feroce e quasi disumana volontà di non arrendersi mai di un Nole addirittura azzoppato. Perché nell’epica del campione senza tempo, stavolta c’è anche la sofferenza vera, quella fisica, un dolore alla parte posteriore del ginocchio destro che Sua Maestà inizia ad avvertire a metà del secondo set, dopo aver dominato il primo […].
Ma quello è Djokovic, il ragazzino che si allenava in una piscina riempita di terra sotto le bombe della guerra in Jugoslavia, l’uomo che un bel giorno si ribellò al dominio di Federer e Nadal che aveva già azzerato una generazione di rivali, trovando dentro di sé la forza portentosa per raggiungere il paradiso o insieme a loro e poi addirittura lasciarseli dietro, è il gigante dei 24 Slam vinti, la più formidabile macchina da guerra tennistica della storia. E allora, quando ottiene il break in quel fatidico ottavo game del quarto set, è evidente che la sorte della disfida sta tornando a baciare il suo eroe prediletto, che intanto come un capopopolo ha riportato con sé tutti i 15.000 dello Chatrier […].
Nole ha vinto un match (dopo 4 ore 39 minuti) in cui ha conquistato meno vincenti del rivale (52 a 68) e ha commesso più errori gratuiti (46 a 45), il numero 370 in uno Slam, record sottratto a Federer, che gli vale il 59° quarto di finale in un Major, primato pure questo. Ha vinto un match semplicemente perché è Novak Djokovic […]. Nei quarti domani lo attende Ruud, nella rivincita della fmale di un anno fa, anche se il guaio al ginocchio oggi richiederà esami approfonditi che allungano qualche ombra sul suo futuro nel torneo e potrebbero dare il n.1 a Sinner prima del previsto. Ma non si scommette mai contro l’eternità.
Paolini: “All’Olimpiade corro all’atletica!” (Edoardo Innocenti, Corriere dello Sport)
Corre Jasmine. Corre veloce, come le stelle dell’atletica leggera che vuole andare a vedere a Parigi 2024. Lei, che con il sangue italiano, un po’ polacco e un po’ ghanese avrebbe potuto brillare in tanti altri sport. Ma prima dell’appuntamento a cinque cerchi, nella stessa città, c’è un Roland Garros da continuare a vivere da protagonista, provando ad abbattere limiti sinora inesplorati. Paolini è diventata forte, fortissima. Una realtà del circuito WTA. Una che oramai scende in campo il più delle volte da favorita. Agli ottavi di finale dello Slam nella capitale francese parte male, sbaglia tanto, soffre le improvvise accelerazioni della docile russa Elisa Avanesyan, ma dopo aver perso il primo set mette le cose in chiaro […].
“Mi sono innervosita e in un attimo perdevo 4-0. Sbagliavo, non colpivo bene. Ho provato a rallentare per giocare più palle, ma non era quella la strada. Dovevo spingere”. Spingere. Così cambia la musica sul Court Suzanne Lenglen, che osserva la violenta rimonta della ventottenne toscana […]. La partita finisce 4-6 6-0 6-1: per la prima volta in carriera Jasmine Paolini approda ai quarti di finale di uno Slam. È il nuovo traguardo di una ragazza che a Dubai ha vino il suo primo WTA1000 e che l’anno scorso ha condotto la Nazionale in finale nella Billie Jean King Cup. La leader di un movimento in risalita […].
Prù avanti la chance di qualificarsi alle Finals e la certezza di partecipare ai Giochi Olimpici. Anche da spettatrice: “Mi piace tanto l’atletica, l’ho sempre guardata in televisione, è il primo ricordo che mi viene in mente delle Olimpiadi. Se ci sarà la possibilità, andrò a vedere le gare”. Parigi applaude l’ascesa della nuova stella del tennis italiano, che regala spettacolo, diverte, si diverte e va a cento all’ora.