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Il 16 agosto 2001 la cicogna che distribuisce i numeri 1 del tennis mondiale superò le Alpi. Lo fece per pochi chilometri ma sufficienti per dare all’Italia il campione sognato da tutti. Poco meno di 23 anni dopo il destino si è compiuto e Jannik Sinner diventerà il 29esimo numero 1 della storia del tennis da quando esiste un sistema di ranking computerizzato. Abbiamo dovuto aspettare oltre 50 anni in cui abbiamo invidiato Paesi a noi vicini come l’Austria, la Svizzera, la Spagna o altri decisamente più lontani come l’Australia, il Brasile e gli Stati Uniti. Alla fine, il nostro turno è arrivato e, nel giro di poco più di 6 mesi, si è completata una triade di avvenimenti che fino a qualche anno fa non avremmo potuto nemmeno immaginare: Coppa Davis, vittoria Slam e vetta del ranking ATP. Se è un sogno, non svegliateci.
La storia moderna della classifica del tennis maschile iniziò il 23 agosto 1973, quando Ilie Nastase fu il primo a ricevere la corona che poi è andata solamente ad altri 27 giocatori prima di Sinner (poco più di uno ogni due anni). L’ultima new entry prima di Jannik è stata quella di Alcaraz che, a settembre di due anni fa, divenne il più giovane numero 1 della storia. L’azzurro si posizionerà a metà classifica per quanto riguarda la precocità: al 14esimo posto dietro a Moya (22 anni e 200 giorni) ma davanti a giocatori del calibro di Lendl, Becker e Djokovic che si sedette per la prima volta sul trono del tennis mondiale nel 2011 quando aveva 24 anni. Nole detiene però il record di permanenza al vertice: 428 settimane complessive, equivalenti a più di 8 anni. Un numero che potrebbe rimanere inavvicinabile per generazioni intere, come del resto quello delle settimane consecutive al primo posto di Federer: 237. Per par condicio in tema di primati appartenenti ai Big Three, è opportuno sottolineare che Nadal è invece l’unico a essere stato numero 1 in tre decenni diversi.
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A proposito di decenni, con Sinner diventano già cinque i giocatori ad essere stati in vetta in questi anni ’20. Oltre a Nadal, Djokovic e Alcaraz, c’è infatti stata anche la duplice e breve parentesi Medvedev (tra febbraio e marzo e tra giugno e settembre nel 2022). Questo dato la dice lunga sul periodo storico di cambio generazionale che sta attraversando il tennis maschile. Tra il 2010 e il 2019 i numeri 1 erano stati, infatti, solamente quattro (i Fab Four, con Murray a dare manforte ai Big Three), mentre la tendenza del decennio in corso è molto più simile a quella del periodo compreso tra il 2000 e il 2009 quando al vertice si alternarono ben nove giocatori (negli anni ’90, invece, furono addirittura dodici).
Nell’elenco dei 29 numeri 1 della storia, ci sono due nomi che invece detengono record “al contrario”. Marcelo Rios (in vetta nel ’98) è l’unico a non aver mai vinto uno Slam, mentre Pat Rafter è quello che è resistito di meno al primo posto: solo sette giorni nell’estate del ’99.
Come detto e come sappiamo bene, Sinner sarà il primo numero 1 di nazionalità italiana. Il nostro Paese diventerà così il 15esimo rappresentato al vertice del ranking ATP. Tra gli altri quattordici, solamente cinque hanno avuto più di un giocatore capace di raggiungere la prima posizione: Stati Uniti (6), Spagna (4), Svezia Australia e Russia (3). Questa è la classifica per nazioni basata sulle settimane:
- 896: Stati Uniti (Jimmy Connors, John McEnroe, Jim Courier, Pete Sampras, Andre Agassi, Andy Roddick)
- 428: Serbia (Novak Djokovic)
- 310: Svizzera (Roger Federer)
- 270: Cecoslovacchia (Ivan Lendl)
- 255: Spagna (Carlos Moyá, Juan Carlos Ferrero, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz)
- 201: Svezia (Björn Borg, Mats Wilander, Stefan Edberg)
- 89: Australia (John Newcombe, Patrick Rafter, Lleyton Hewitt)
- 43: Brasile (Gustavo Kuerten)
- 41: Regno Unito (Andy Murray)
- 40: Romania (Ilie Năstase)
- 16: Russia (Yevgeny Kafelnikov, Marat Safin, Daniil Medvedev – alcune delle settimane raccolte da quest’ultimo non rientrano nel conteggio ufficiale perché dal 1° marzo 2022 i giocatori di nazionalità russa non competono sotto l’insegna della propria bandiera ma come neutrali)
- 12: Germania (Boris Becker)
- 6: Austria (Thomas Muster) e Cile (Marcelo Ríos)