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Simone Bolelli e Andrea Vavassori, raggiungono la seconda semifinale Slam stagionale. Com’era già successo 6 mesi prima dall’altra parte del mondo, la coppia di azzurri continua a sfondare nel circuito del doppio. Dopo aver eliminato con il punteggio di 1-6 6-3 6-4 Rajeev Ram e Joe Salisbury, il duo italiano ha raggiunto Jannik Sinner e Jasmine Paolini nei festeggiamenti di questo Roland Garros tutto italiano! Per la prima volta nella storia ci saranno 3 semifinali azzurre all’Open di Francia!
Al prossimo turno li aspetta la coppia testa di serie numero 2 Rohan Bopanna e Matthew Ebden. Neanche un mese fa a Roma, i due azzurri erano riusciti a imporsi 6-2 6-4 proprio contro i numeri 2 del mondo e la speranza è quella di replicare l’impresa!
D: In questo 2024 avete reso ordinario lo straordinario. È vero?
Bolelli: “Oggi non siamo partiti con il piede giusto, ci abbiamo messo un po’ a trovare il ritmo. Però nel secondo e terzo set siamo saliti notevolmente di livello e abbiamo giocato un grandissimo match. Soprattutto nel terzo set abbiamo salvato un game che poteva riportarli in partita. È stata una grande lotta, soprattutto a livello mentale”.
Vavassori: “E’ un grandissimo traguardo, molto importante per noi. Oggi è stata una partita fondamentale, siamo stati bravi a restare calmi e a giocare punto dopo punto”.
D: Dal primo Wimbledon giocato insieme lo scorso anno a quello che sta per arrivare. Vi aspettavate una crescita del genere?
Bolelli: “Beh no perché alla fine siamo partiti col botto da quest’anno a Melbourne. Quello è stato il momento in cui abbiamo preso fiducia, giocando poi molto bene in Sudamerica. Con il ranking con cui avevamo iniziato eravamo fuori dai 1000 e Melbourne ci ha aperto le porte. Per il resto stiamo cercando di dare il meglio ad ogni torneo e direi che sta andando bene”.
D: Non posso non farvi una domanda su Sinner che è diventato numero 1 del mondo. Che cosa significa avere un italiano in cima alla classifica?
Bolelli: “Ieri ovviamente gli abbiamo scritto. Siamo molto felici, è un ragazzo d’oro anche fuori dal campo. A 22 anni essere numero 1 del mondo è una cosa pazzesca. Ha fatto al storia e ci ha trascinati un po’ tutti insieme a lui, anche le ragazze”.
Vavassori: “Come ha detto Simone, è un grande tascinatore. Secondo me anche nei prossimi anni vedremo sempre più ragazzi italiani farsi trascinare da questa esplosione di tennis. Sono molto felice che sia lui il nostro porta bandiera, dev’essere una soddisfazione incredibile. È bello essere tutti quanti insieme in questo momento del tennis italiano”.
D: Ma Sinner è un doppista?
Bolelli: “Ma Sinner può giocare tutto. L’abbiamo visto in Davis l’anno scorso, può giocare sia in singolo che in doppio. Sicuramente adesso ha altri obiettivi, perché deve concentrarsi sulla sua carriera nel singolo. Quindi oggi non credo che sia una sua priorità giocare il doppio”.
D: Con la vittoria vostra, di Jasmine e di Sinner ormai nella players lounge si parla solo italiano?
Vavassori: “Si è davvero un bel momento, siamo molto orgogliosi di tutti noi. Si vince insieme e ci si trascina quindi è davvero bello. Jasmine sta facendo delle cose straordinarie e poi c’è anche Sarita (Errani) che è immortale. Mi piacerebbe molto fare il doppio misto a Parigi con lei, siamo molto uniti”.
D: Tra i due chi è che mette più adrenalina nelle partite e chi invece quello che ascolta di più?
Bolelli: “Lui ha molta più energia, è molto più frizzante. Cerca sempre di trovare l’energia giusta e di metterla in campo. Riesce a trasmettermela e mi fa bene perché io invece sono sempre molto calmo. Ma ho bisogno di una persona di fianco che mi trasmetta la carica giusta, è fondamentale”.
Vavassori: “La tattica la studiamo sempre insieme, analizziamo le partite insieme a mio padre e poi mettiamo insieme una strategia”.
D: Fuori dal campo fate anche altro insieme?
Bolelli: “Ma alla fine siamo sempre qui dentro. A me piace pescare ma lui non ha tempo (ride). Poi andrò a vedere qualche volta il Bologna quando riesco a trovare il tempo”.
Vavassori: “Il mio prozio è stato portiere del Bologna, Giuseppe Vavassori. Vedete, anche questo ci lega”. (ridono)