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Carlos Alcaraz, battendo Jannik Sinner per 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3, ha raggiunto la prima finale della sua carriera al Roland Garros e la terza in assoluto nei tornei del Grande Slam, dopo quelle vinte allo US Open 2022 contro Casper Ruud e a Wimbledon 2023 ai danni di Novak Djokovic. Il numero 3 del mondo, che potrebbe salire al secondo posto del ranking in caso di vittoria del trofeo, è anche diventato il giocatore più giovane di sempre (21 anni e 33 giorni) in grado di raggiungere una finale Major su tutte le superfici. Intrattenutosi con i media in conferenza stampa, il murciano ha parlato di quanto accaduto in campo contro Sinner e di molto altro.
D. Hai percepito dei crampi durante la partita: come hai gestito la situazione?
“I crampi che ho percepito in questa partita non sono stati così forti come quelli dell’anno scorso (in semifinale contro Djokovic, n.d.r.). Ma sì, devo dire che sono più forte mentalmente adesso e so come affrontare queste situazioni. Sapevo che i crampi sarebbero scomparsi se fossi rimasto lì con la testa. Sapevo che probabilmente avrei dovuto accorciare i punti. Quindi sapevo molto meglio come agire quest’anno rispetto all’anno scorso”.
D. Cosa hai cambiato nel tuo piano tattico dopo aver perso il primo set?
“Sapevo che dovevo cambiare un po’ la traiettoria dei miei colpi. Ovviamente mi sono detto che sarebbe stata una partita lunga. È uno Slam, dopo aver vinto un set bisogna vincerne ancora due. Quindi sapevo che sarebbe stata una partita lunga e che dovevo mantenere un atteggiamento positivo. Ho cambiato un po’ i miei colpi: qualcuno direi al 50% della velocità ma con molta rotazione, poi provare a entrare più nel campo ed essere più aggressivo di lui. All’inizio della partita era lui che stava comandando, e anche molto bene. Mi stava facendo correre molto, così nel secondo set ho provato ad invertire la situazione”.
D. Cosa farai nel giorno libero prima della finale? Ti allenerai ancora?
“Domani andrò in giro per la città forse, non so se scenderò in campo per allenarmi. Devo solo stare con la mia squadra e discutere della battaglia che mi aspetta in finale. Non so se mi allenerò o se viceversa non entrerò nemmeno nel club. Probabilmente andrò da qualche parte solo per fare una passeggiata. Non lo so. Ricordo la finale degli US Open, quando negli ultimi tre turni non mi ero allenato il giorno prima. Credo che farò lo stesso”.
D. Cosa ha significato per te il Roland Garros da ragazzo, considerando anche la storia di Nadal qui?
“Questo torneo mi regala emozioni speciali, perché ricordo di quando, finita la scuola, correvo a casa solo per accendere la TV e guarda le partite del Roland Garros. Ho guardato molte partite, ovviamente Rafa Nadal che dominava negli scorsi quindici anni. Era una sensazione indescrivibile. Voglio tanto scrivere il mio nome nella lista dei giocatori spagnoli che hanno vinto questo torneo. Non solo Rafa: Ferrero, Moya, Costa, tanti giocatori spagnoli, leggende del nostro sport che hanno vinto questo torneo, voglio davvero aggiungere anche il mio nome in quella lista”.
D. Ti consideri tanto bravo sulla terra battuta quando su erba e su cemento?
“Ho sempre desiderato essere uno dei migliori giocatori al mondo. Se voglio essere uno dei migliori giocatori al mondo, devo essere un buon giocatore su ogni superficie, come hanno fatto Roger, Novak, Rafa, Murray. I migliori giocatori del mondo hanno avuto successo su ogni superficie. Quindi mi considero un giocatore che adatta molto bene il suo stile su ogni superficie. Sono cresciuto giocando sulla terra battuta, ma mi sento più a mio agio giocando sul cemento ad oggi. Penso che il mio gioco si adatti molto bene alla terra battuta, ma voglio essere un buon giocatore su tutte le superfici”.
D. Sei diventato il giocatore più giovane di sempre in grado di raggiungere una finale Slam su tutte le superfici: ne sei consapevole?
“Sì lo so. Controllo il telefono dopo ogni partita. Sì, è qualcosa di fantastico. Battere nuovi record per me è grandioso, un enorme successo per me. Onestamente, prima della finale è qualcosa a cui non voglio proprio pensare, ma ovviamente questo significa che, come ho detto, sto giocando un buon tennis su ogni superficie, è qualcosa a cui tenevo tanto quando ho iniziato a girare il tour. Quindi è una bella sensazione, ma in questo momento non voglio pensarci”.
D. La finale sarà contro Casper Ruud o Alexander Zverev.
“Entrambi stanno giocando un ottimo tennis. Casper ha raggiunto la finale qui negli ultimi due anni. Ciò significa che ha un tennis davvero efficace sulla terra battuta, è molto difficile batterlo. Ho giocato una finale contro di lui agli US Open. Qui ovviamente sarà molto diverso rispetto agli US Open, ma cercherò in caso di trarre vantaggio dalla finale che abbiamo giocato. E anche Sascha gioca benissimo a tennis sulla terra battuta. Grande servizio, colpi potenti e davvero solidi. Sarà una finale molto interessante, indipendentemente da chi affronterò”.
Mario Boccardi