[11] S. Errani/J. Paolini b. M. Kostyuk/G. Ruse 1-6 6-4 6-1
Jasmine Paolini evita di pensare alla finale di sabato pomeriggio con Iga Swiatek e si rifugia nella specialità del doppio, nella quale ha da tempo stretto alleanza con la persona giusta, ma che più giusta non avrebbe potuto trovare: Sara Errani. La tennista che nel double ha vinto tutto si regala una seconda chanche con la più giovane tennista toscana, si presenta sugli spalti per seguirla nella vittoriosa partita con Mirra Andreeva, la incoraggia e la consiglia, insomma chironeggia orgogliosa e consapevole di poter dare inoltre il suo validissimo apporto lungo la strada per la finale di domenica.
Questo è lo spirito che anche nella semifinale di venerdì sospinge le azzurre nella finale di domenica, contro Dolehide-Krawczyk oppure Gauff-Siniakova. Paolini è probabilmente frastornata dalle emozioni che sta vivendo nella quindicina più importante della sua carriera e non aggredisce la pallina. Jas subisce il palleggio in particolare di Ruse e il suo apporto è marginale; Errani fa quello che può ma le rivali, in particolare proprio la rumena, sono motivate e spingono con maggiore efficacia.
Il loro torto è quello di, dopo aver dominato il primo set, non insistere nel secondo: la frazione non è spettacolare ed è costellata di break, ben cinque al termine, e proprio nel finale si notano dei segnali di crescita da parte di Paolini. Jasmine saprà confermare tutto all’inizio della frazione decisiva, che la vede assoluta protagonista con un dritto che, senza correre particolari rischi, impone finalmente la differenza di classe alla pur valorosa Ruse, mai troppo aiutata da Kostyuk, teoricamente la più forte della coppia.
Domenica sarà quindi finale per le due italiane, a circa un mese dal trionfo del Foro Italico. Per Paolini ci sono due finali, esattamente come dodici anni fa per Errani; continuano le imprese dei nostri rappresentanti in un Roland Garros già oggi indimenticabile.
Primo set: Paolini non c’è, Kostyuk e Ruse dominano
Errani ha il riflesso necessario per parare le azioni in contrattacco della coppia al di là del net ma anche il sodalizio ucraino-rumeno non è da meno; dove le italiane non paiono ancora registrate a dovere è nei colpi dalla linea di fondo, nei quali latitano profondità e peso. È proprio Jasmine quella delle due meno pericolosa nelle conclusioni: la finalista del singolare femminile non incide con la battuta e non riesce a ribaltare o scambio con il dritto. Ruse e Kostyuk sono decisamente più vivaci in avvio e la loro maggiore reattività le porta a chiudere a proprio favore le situazioni di scambio ravvicinato e il palleggio incrociato tra giocatrici a fondocampo.
La coppia unseeded ha più intensità ed entra meglio, con entrambe le protagoniste, con la volée, meritandosi presto un vantaggio importante: Errani viene presa d’assedio quando sale in battuta e deve cedere il passo nel terzo game, che Kostyuk sigilla con un buon dritto lungolinea. Non va troppo meglio a Paolini, che si arrende nel quinto gioco e sul deficitario punteggio di 1-5 Jasmine sceglie di non sostare dalle parti della rete per non dare punti di riferimento alle rivali.
I primi punti del settimo game paiono confortare la scelta tattica del duo tosco-emiliano, ma Kostyuk e Ruse rimontano da 30-15 e si prendono il primo set per 6-1; la tennista rumena in particolare si distingue per la capacità di reggere quando viene sollecitata negli angoli del campo e non perde di intensità nello scambio, risultando spesso vincente nel braccio di ferro su entrambe le diagonali. Ventisette minuti di gioco e nei quindici colpi vincenti assommati dal binomio in vantaggio è Gabriela a fare la parte del leone (leonessa).
Secondo set: Sara resiste, Jas cresce e arriva il 6-4
Tre punti in risposta per le vincitrici del Foro Italico nella frazione d’apertura, ecco il dato da correggere quanto prima per capovolgere un inizio gara preoccupante. L’assetto maggiormente difensivo per attaccare meglio e anche un piccolo momento di pausa delle rivali conducono Sara e Jasmine al break nel game d’apertura. Ruse continua ad essere estremamente vivace ed efficace, compensando alcune indecisioni della collega, mentre al di qua del net Paolini sembra più pesante del solito nei movimenti. Le rivali cercano comprensibilmente Sara per soffocarla nello scambio e guadagnare metri in avanti, ma l’atleta emiliana si disimpegna con il consueto ardimento.
Il quarto game è un momento a sé nella partita: Errani al servizio per diciannove minuti e trentadue punti di soluzioni intelligenti inframmezzate da svarioni clamorosi. Questi ultimi coinvolgono soprattutto una Kostyuk inaspettatamente frettolosa nelle soluzioni a rete e purtroppo una Paolini che persiste nel non trovare la misura dei colpi anche in puro alleggerimento, ovvero quando cerca il lob per rallentare la cadenza dello scambio. Il game-fiume se lo aggiudica la ragazza ucraina mettendo a segno nella decima palla-break una volée di dritto quasi impossibile da sbagliare.
Il game del 2-2 è il primo di una serie di quattro break che se possibile rendono maggiormente visibili i punti deboli delle due ditte, con Kostyuk nervosa e intermittente e Paolini che non riesce quasi mai a fare la differenza nello scambio. Sul punteggio di 4-3 Sara serve e si rifugia nel suo palleggio lungo e morbido fatto di goccioloni che piovono ampi nelle retrovie della metà campo rivale; Jasmine prova a spalleggiarla senza cercare soluzioni particolari ma aspettando lo strappo dell’atleta ucraina, vera gamba zoppa del duo opposto.
La tigna irriducibile di Sarita contagia l’intorpidita Jas e il 5-3 è finalmente raggiunto, che diventa dieci minuti dopo 6-4 con un game tenuto a zero da Paolini. Jasmine prova ad arrivare con i migliori sentimenti al momento del redde rationem; Cinquantasei minuti di gioco, tre su dodici con la seconda palla per chi ha perso.
Terzo set: le azzurre dominano dall’inizio alla fine e si prendono la finale
Ruse parte alla battuta e sperimenta subito la novità: il dritto di Jasmine è cambiato in velocità e penetrazione e la rumena esce di giri per almeno quattro volte sulla diagonale del drive. La ventiseienne di Bucarest incoccia nel game color nero e dopo ben dodici minuti e tre palle-break concesse, sempre spalleggiata nel peggio da Kostyuk, cede la battuta. È il momento decisivo: Paolini affianca finalmente Errani e la pressione da fondocampo per le avversarie è insostenibile. Anche Ruse naufraga in errori dovuti alla ritrovata vena della tennista toscana e in mezz’ora circa il 4-1 con palla in mano a Paolini.
Jas spinge fino al 40-30 e la reazione di Kostyuk sovverte la situazione fino alla palla-break, ma per le italiane il frangente delle incertezze è alle spalle e il 5-1 è seguito presto da un nuovo break che pone fine a una storica semifinale.