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Da Parigi, il nostro inviato
[3] C. Alcaraz b. [2] J. Sinner 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3

L’attesa era tanta, tantissima, e alla fine il risultato non è quello che tutti i tifosi italiani si auguravano: Jannik Sinner viene sconfitto 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3 nella semifinale del Roland Garros da Carlos Alcaraz, che raggiunge così la terza finale Slam in carriera. La prima sulla terra di Parigi dopo esser stato eliminato lo scorso anno da Djokovic proprio a questo punto del torneo. Il match è stata una battaglia di nervi (letteralmente, tanto da causare al terzo set i crampi alla mano per Jannik) dove gli errori hanno fatto la loro parte forse più dei vincenti. Non sono mancati punti spettacolari da ambo le parti (passanti e pallonetti per Alcaraz, e recuperi e smorzate per Sinner) ma sicuramente questo match non verrà ricordato come uno dei più belli a livello tecnico della loro rivalità, che ora vede lo spagnolo avanti 5-4 nei faccia a faccia.
Alcaraz, a 21 anni e 1 mese, diventa il più giovane tennista della storia a raggiungere una finale Slam in tutte e tre le superfici: cemento, erba, e terra.
Lo spagnolo ha iniziato la sfida sicuramente più nervoso, mentre l’altoatesino in diverse circostanze ha avuto dei cali quasi improvvisi, dai quali non sempre è riuscito a uscirne senza ripercussioni nel punteggio. In ogni caso entrambi hanno mostrato una grande solidità mentale, grazie alla quale hanno reagito dopo i rispettivi momenti di difficoltà. Il match si decide al quinto set con un break in apertura in favore dello spagnolo, il quale si conferma davvero una roccia quando si va per le lunghe, avendo vinto con quello odierno il decimo match in carriera su 11 arrivati al set decisivo. Mentre il record di Sinner è di 6 vittorie e 8 sconfitte.
Curioso come Jannik abbia vinto più punti nel match (147 a 145) rispetto al suo avversario, perdendo comunque il match.
Con un’età media inferiore ai 22 anni, la semifinale tra l’italiano e lo spagnolo è stata la più giovane in un torneo dello Slam dai tempi in cui Murray battè Nadal allo US Open 2008, mentre, più in generale, non c’erano quattro under 30 nelle semifinali dal 2014 (gli altri sono Zverev e Ruud).
Primo set: partenza lampo di Sinner, Alcaraz non lo riacciuffa
La competizione inizia già durante il sorteggio iniziale, con entrambi i tennisti che scaldano i motori con salti e scatti laterali à la Nadal, forse più a scopo “intimidatorio” che altro. Alle 14:39 si parte con Alcaraz alla battuta ma ad uscire meglio dai blocchi e Sinner. Jannik da fondo è impeccabile, aumentando progressivamente la velocità di palla, fino a portare il primo game ai vantaggi e subito dopo incassa il break in apertura. Il dritto dello spagnolo è piuttosto falloso ad inizio match, mentre tutti i fondamentali di Jannik funzionano alla perfezione e i suoi due turni di battuta tenuto a 0 ne sono un perfetto manifesto.
Carlos, sotto 4-0, anche per darsi una scossa emotiva, cerca di farsi sentire vocalmente quando impatta la palla, e riesce a sbloccarsi con qualche vincente che gli vale anche il primo game del suo match. Il numero 2 del mondo perde il suo primo punto in risposta dopo 23 minuti, nel game dove concede anche la prima palla break a causa di un dritto in uscita dal servizio ampiamente largo. Alcaraz ne approfitta grazie anche a un altro gratuito avversario, sta volta di rovescio, e dimezza lo svantaggio.
La forza mentale dell’altoatesino tuttavia è tale da tornare subito in carreggiata con il terzo break del suo match. Lo spagnolo continua a sbagliare di dritto, trovandosi spesso fuori posizione nel momento dell’impatto. Jannik al servizio per chiudere il primo set deve ricorrere a tutta la sua potenza di fuoco per vincere 6-2 in 40 minuti.
Secondo set: Carlos meno falloso, Jannik non sfrutta il vantaggio iniziale
Il colpo deficitario per lo spagnolo in apertura di secondo parziale è il rovescio, lato su cui l’italiano insiste fino a ottenere il break, confermato nel game successivo nonostante i due doppi falli (entrambi da destra). Lo spagnolo cerca di scuotersi lasciando andare il braccio, aumentando la velocità dei colpi, e questo basta per tornare in corsa nel set. 2 pari da 2-0 con l’italiano in fase calante. Le sue scelte tattiche non sono più così efficaci come all’inizio e Carlos ribalta completamente l’inerzia vincendo 5 game di fila, e di fatto ipotecando il set. Da parte di Sinner si vedono anche piccoli segni di nervosismo (non da lui) come un piccolo calcetto agli schermi pubblicitari laterali. Una risposta di rovescio lunga a una seconda dello spagnolo, sancisce il 6-3 che rimette il match in totale equilibrio dopo un’ora e mezza di match.
Terzo set: Sinner stringe i denti. Di nuovo avanti nonostante il dolore
Jannik continua a sembrare un po’ fiacco, sbagliando colpi non da lui – o per lo meno la versione di lui che abbiamo visto in questo 2024, dove ha perso solo 2 match. E il motivo del suo calo sembra un crampo alle dita della mano destra, tanto da richiedere l’intervento del fisioterapista (che gli massaggia l’avambraccio) dopo un consulto col suo angolo.
Fatto sta che l’italiano concede palle break nel terzo game, e se le prime due le annulla con servizio vincente e ace, alla terza lo spagnolo tira fuori un gran colpo: un passante incrociato stretto di rovescio (dopo che il punto era stato fatto ripetere per un dritto di Sinner chiamato fuori quando invece era dentro) che vale a Carlitos il 2-1 e servizio. Break tuttavia non confermato. Sinner stringe i denti e con gran sofferenza concede addirittura altre 4 palle break nel game successivo, e le annulla in quello che forse è il punto di svolta del set. In questa fase, il gioco è molto spezzettato da una serie di errori da ambo le parti, con lo spagnolo che fatica a prendere il ritmo nonostante un avversario in apparente difficoltà.
Sinner col dritto torna a picchiare come all’inizio, e nel sesto game tocca a lui avere le sue chance. Alcaraz prende più volte la via della rete stuzzicando l’avversario sul rovescio, il quale alla fine riesce nell’intento di passarlo con l’incrociato e sale 4-2 servizio.
Jannik poco dopo va al servizio per tornare avanti di un set, e per accorciare gli scambi prende più spesso la via della rete anche con qualche serve and volley. Al primo set point Alcatraz butta un dritto a metà rete e Sinner chiude 6-3 dopo 2 ore e 28 minuti.
Quarto set: passaggio a vuoto nel decimo game che costa caro a Jannik
Dopo un match andato un po’ a folate, nel quarto set i due giocatori non hanno cali fino al 4 pari, e giocano alla pari mostrando lo stesso livello di tennis. L’equilibrio si spezza in favore dello spagnolo, con grossi contributi dell’italiano. Sinner – dopo aver perso solo tre punti al servizio in tutto il set – manda largo un comodo smash a rimbalzo sul 4-4 30-15, e Alcaraz vince lo scambio successivo prendendo per primo l’iniziativa col dritto, portandosi a set point. Jannik prova un serve and volley ma la prima non entra. Alla fine un rovescio vincente a campo aperto di Carlos gli vale il parziale per 6-4, e dopo 3 ore e 20 minuti si va al parziale decisivo.
Quinto set: Alcaraz parte più spedito, Jannik resta dietro
Con una coraggiosa smorzata di dritto Jannik annulla una palla break nel secondo game, ma all’occasione successiva lo spagnolo sfonda col dritto e passa per primo in vantaggio, andando addirittura 3-0.
Jannik tenta di restare aggrappato al match facendosi sotto nei game di risposta, senza comunque arrivare mai a palla break. L’attuale numero 3 del mondo sembra giocare con un po’ più di freschezza fisica e le sue soluzioni sono più variegate, il rovescio gli funziona alla grande, così come i servizi a uscire che mandano fuori dal campo l’avversario.
Jannik annulla il primo match point spingendo da fondo con tanta profondità, mentre il secondo se lo annulla da solo Carlos sparando lungo un dritto in corsa. Il terzo è quello buono: un rovescio lungolinea che non torna al di là della rete gli vale il match dopo 4 ore e 9 minuti.