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Termina in finale il sogno di Simone Bolelli e Andrea Vavassori a Parigi. Nell’ultimo atto del doppio maschile del Roland Garros, Marcelo Arevalo e Meta Pavic portano a casa il titolo in due set vincendo 7-5 6-3. A tradire gli azzurri è lo scarso feeling con le palle break, convertendone solo 1 su 7 contro le 3 su 3 degli avversari che per la terza volta in carriera battono Bolelli/Vavassori.
Bolelli esordisce così in conferenza stampa: “Siamo delusi perché ci abbiamo già perso tre volte, cominciano a starci un po’ antipatici (sorride, ndr). Abbiamo avuto chance nel primo set, c’è stato molto equilibrio secondo il mio punto di vista. Tutti e quattro stavamo servendo molto bene quindi c’era parità su ogni game, a parte il 5-5 dove abbiamo avuto 4 palle break che non siamo riusciti a sfruttare. Sinceramente hanno giocato bene loro; Pavic sul 30-40 ha fatto un numero pazzesco e ha sempre servito bene. Noi abbiamo preso un break un po’ così sul game dopo da 40-0. D’altronde è così, il doppio si basa su episodi, su uno o due punti, hanno tenuto il game e noi siamo scesi. Secondo me c’è stato equilibrio anche nel secondo set, devo dire che loro hanno servito molto bene, tante prime, sempre tenuto l’intensità alta. Noi potevamo prendere qualche opportunità nel primo set, poi è andata come andata”.
Vavassori si concentra sulla sua prestazione: “Ho preso tre break al servizio, ma senza servire male. Erano comunque a 190kmh al corpo, poche seconde, sul 6-5 Pavic ha fatto due risposte importanti. Nel doppio purtroppo si decide in poche situazioni, anche se le scorse partite ad esempio con Ram/Salisbury potevano girare male in certe situazioni a non saremmo stati qui. Purtroppo sul 5-5 loro hanno fatto un grande game, lì poteva girare la partita chiudendo il set. Da 40-0 due risposte impattate, idem dopo col break di vantaggio. Complimenti a loro perché hanno tenuto un livello alto, mai scoraggiati nemmeno in svantaggio, hanno messo un sacco di prime”.
La parola ripassa a Bolelli che spiega la tattica studiata pre-match: “Oggi il lob era una tecnica studiata, facendoli giocare di più sulla prima di servizio. Tirando potente è difficile incrociare quindi il lob era una chiave che poteva metterci più in gioco nel loro game di servizio. Abbiamo avuto palla break, rimango contento del grande torneo, sicuramente c’è rammarico oggi. Siamo comunque arrivati in finale, saliti di ranking quindi Torino comincia ad essere un obiettivo sempre più vicino. Dobbiamo continuare con fiducia; stiamo avendo un grandissimo livello, ogni settimana vinciamo e giochiamo partite ottime”.
A Vavassori la duttilità di questo duo convince: “Secondo me abbiamo dimostrato di essere propositivi su tutte le superfici, abbiamo perso due finali contro due coppie che fanno parte delle migliori della race, ci sono pochi punti di differenza. Hanno giocato benissimo, noi ci siamo andati vicini, dobbiamo essere orgogliosi. Ovviamente la finale se la vinci la apprezzi in maniera diversa, ma penso che la finale di Melbourne ci ha dato benzina per tutto l’anno. Bisogna accettare quello che arriva e continuare a lavorare così”.
Bolelli chiude rispondendo ad una domanda interessante in vista Olimpiadi. Infatti, è stato chiesto quanto sia vantaggioso avere una coppia consolidata come quella italiana in un torneo olimpico: “Intanto giocheremo Halle e Wimbledon sull’erba, per le Olimpiadi è a nostro favore il fatto di essere della stessa Nazione anche nel circuito. Sarà un torneo diverso col killer point sul 40 paroli e il super tiebreak: è un po’ un terno al lotto, secondo me i grandi eventi dovrebbero essere giocati come questo col 2 su 3 normale. Alle Olimpiadi ci sarà un risultato più ballerino, nello slam è diverso. Noi giochiamo insieme da un anno, per altre coppie sarà la prima volta, ma problema loro (ride, ndr)”. Alla domanda a bruciapelo che chiude la conferenza su chi sia la Nazione n.1 per le Olimpiadi, Vavassori tentenna un po’ ma poi risponde deciso: “Bolelli-Vavassori“.