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Jasmine Paolini ci ha provato in tutti i modi, addirittura portandosi avanti di un break ad inizio gara, ma purtroppo per il tennis italiano il miracolo non è arrivato. Iga Swiatek chiude 6-2 6-1 conquistando il suo quarto Roland Garros e legittimando la sua supremazia nel circuito femminile, soprattutto su terra. Ciò non toglie, anzi, aumenta ancora di più il valore e il merito della tennista azzurra che ha preso la sconfitta con filosofia e il suo solito sorriso.
La presenza di Chris Evert e Martina Navratilova alla premiazione è stato sicuramente un momento memorabile per Paolini: “Mi sono emozionata, mi hanno fatto i complimenti per il torneo, è bello incontrare leggende del nostro sport, è sempre una grande emozione. Farlo in una premiazione di una finale slam ancora di più, è stato un momento speciale che ricorderò“
Da lunedì, Jasmine sarà la numero 7 del mondo: “Mi da fiducia giocare a questo livello, la classifica è una conseguenza, è un numero che sinceramente non mi aspettavo prima di questo torneo e forse nemmeno prima di questo anno. Ci speravo perché mi stavo avvicinando, ma cercavo di non pensarci per non mettermi ulteriori pressioni. Sono contento di essere numero 7, mi fa strano, ma cerco di stare concentrata sui tornei, scendere in campo e cercare di far bene”
Una situazione a cui dovrà subito adattarsi la tennista:“Io più che sentirmi in una posizione o nell’altra, cerco di scendere in campo pensando che nessuno ti regala niente, cercare di migliorarmi perché se non si aggiungono cose al mio gioco, al mio fisico, alla mia testa è difficile mantenere un buon livello. C’è bisogno di tanto lavoro quindi non voglio guardare troppo avanti, sono 7 del mondo da lunedì, sono contento di questa ma voglio che questo mi dia motivazione per migliorare“
Naturalmente ci saranno maggiori pressioni e richieste da media e simili, ma Paolini sembra tranquilla: “Sarà diverso, lo spero. Se c’è più tempo da passare in press e ho più richieste ben venga, vuol dire che sto facendo bene sul campo, per me è la cosa più importante, è la conseguenza dei miei risultati”
Parola poi al campo e quindi Iga Swiatek: “Bisogna sbagliare poco, giocare lungo, alla sua velocità, aggredire, è difficile. Non è per niente facile, è una sfida in questo momento difficilissimo nel nostro sport. Mantenere la sua intensità è complicatissimo“
Gran parte del merito va dato anche a Renzo Furlan, suo allenatore: “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, cerchiamo di parlare molto, l’obiettivo nostro è sempre quello scendere in campo e aggiungere cose al mio gioco così come al nostro team persone che possono aiutarci, ma al tempo stesso cercare di vivere tutto con serenità e gioia. Secondo me per una persona come me l’importante è divertirsi e stare bene, cercare di godersi il momento. Credo sia fondamentale“
Impossibile però non parlare ancora di Swiatek, più precisamente sulla questione dell’allenamento per migliorarsi contro avversari simili, magari giocando con un uomo: “A questo ci ho pensato, la palla arriva davvero veloce e ti toglie il tempo come se fosse un uomo. Forse è il caso di giocarci più spesso contro gente che vicine al campo, con Swiatek la pallina ti torna subito. Ne parlerò con Renzo, magari pensando di inserire gente che mi faccia giocare colpi più pesanti e prepararmi. Renzo sta tre metri dietro la linea di fondo, mi da tutto il tempo che voglio. (ride, ndr)“
Testa o cuore? Contro Swiatek serve tutto: “Ho dato tutto quello che avevo, cercavo di pensare cosa le potesse dare fastidio mettendoci tutta me stesso. Questo è un sport dove bisogna metterci testa e cuore ma anche fisico e colpi”
Vittoria o meno, è un momento clamoroso per il tennis italiano: “Secondo me siamo tanti ragazzi che si spingono a vicenda ed è bello avere tanti italiani che stanno facendo bene, un sacco di tornei in Italia e non solo. Sono tante opportunità tra allargamento dei tornei ITF femminile e le varie wild card”.
(con la collaborazione di Christian Attanasio)
Conferenza stampa in inglese
MODERATORE: Jasmine, so che non è il risultato che volevi,ma quanto sei orgogliosa di essere riuscita a di essere arrivata qui alla finale del Roland Garros e di aver gareggiato oggi?
JASMINE PAOLINI: Sì, è stata dura, ma anche molto divertente. Voglio dire, giocare una finale del Grande Slam è bellissimo. Cioè, credo di aver giocato un match difficile, ma ho dato il 100%. Sono soddisfatta di me stessa.
Q. Per quanto riguarda la sua corsa qui e il fatto che ora è che l’ha fatta entrare nella top 10, mi chiedo se abbia avuto il tempo di elaborare il fatto che sarà la numero 7 al mondo? Cosa Come pensi che sarà giocare la prossima stagione da una giocatrice tra le prime 10?
JASMINE PAOLINI: Non lo so. Non ci ho pensato molto. Certo, sono molto contenta. Ora è una sensazione strana. Ho appena perso la finale, ma credo di dover essere felice di queste due settimane e della mia nuova classifica. È un momento felice per me. Non è un momento triste. Devo cercare di vedere le cose in questo modo.
Q. Negli ultimi mesi ha pensato che la traiettoria, l’arco della sua carriera, stia cambiando, e che sia entrata in una fase diversa? O ha pensato solo di essere in un buon momento di forma?
JASMINE PAOLINI: Voglio dire, stavo giocando sempre meglio. Credo di aver cercato di fare un passo in più in campo per continuare a giocare.
Non so dove questo viaggio mi porterà, sto cercando di scendere in campo ogni giorno e di dare il mio 100%. Vediamo cosa mi riserverà il futuro.
Q. L’anno scorso ero presente sul campo n. 6 quando lei ha Olga Danilovic e hai perso quella sera al Roland Garros. Ricorda quella partita? Quali sono le cosa è cambiato, passando dalla sconfitta sul campo n. 6 al Philippe Chatrier per giocare la finale?
JASMINE PAOLINI: Sì, ricordo anch’io quella partita. È stato davvero doloroso. È stata una partita difficile. Lei ha giocato molto bene. Ma credo di essere un po’ più costante. Nel corso di quest’anno sono stata più costante, e questo credo mi abbia aiutato a cogliere anche le occasioni che si presentano. Sì, penso che questa sia la differenza, ma, sapete, cerchiamo ancora di migliorare. Perché credo che la cosa più importante sia scendere in campo ogni giorno e cercare di migliorare e di mantenere questa coerenza. Perché se ti fermi, credo che la coerenza si fermerà con te.
Q. Lei ha detto in campo che giocare qui con Iga è una delle cose più difficili nel tennis. Potrebbe spiegare perché è così difficile giocare contro di lei?
JASMINE PAOLINI: Non lo so. Voglio dire, sta giocando In maniera incredibile qui. Prende le palle in anticipo, prende tempo, ma usa anche la rotazione. Sa difendere davvero, davvero bene. Sulla terra battuta è incredibile. Anche sul anche sul duro, dai, ha vinto così tanti tornei quest’anno.
Ma credo che giocare qui sia qualcosa di diverso. Ha vinto già quattro titoli e ha ancora 22 anni. Questi numeri non sono normali, sono qualcosa di incredibile.
Q. Sulla base di questa domanda, pensa che ci sia qualcosa di diverso che avresti potuto fare oggi o si è trattato solo di giocare contro un’avversaria di livello troppo alto?
JASMINE PAOLINI: Non lo so. Ho fatto del mio meglio oggi. Forse. Forse potrei fare, non so, un altro tipo di gioco per cercare di essere più in partita. Non lo so. Forse poteva commettere più errori, forse no. Perché ha giocato ad un livello incredibile, credo per tutta la partita. Nessun errore, colpi vincenti.
Ho cercato di fare del mio meglio, ma non è facile, credo, giocare a quell’intensità.
Non ho mai giocato con una giocatrice che questa intensità in vita mia. È stata la mia prima volta una giocatrice che prende il tempo come lei, ma sa anche di colpire vincenti ed essere vicina al campo,
Quindi per me, in questo momento, credo che sia stata la partita più impegnativa che abbia giocato in tutta la mia carriera.
Q. Lei ha detto un paio di giorni fa che sogna passo dopo passo, un concetto davvero interessante. Ora ha raggiunto una finale del Grande Slam, è numero 7 del mondo. Qual è il prossimo sogno?
JASMINE PAOLINI: Non lo so. Al momento non lo so (sorridendo). Credo che il mio obiettivo in questo momento sia quello di cercare dimantenere questo livello, per esempio giocare contro Iga un’altra volta. Non so dove. Può essere il secondo turno, primo turno. Non mi interessa. Penso che giocare contro di lei possa darmi qualcosa da aggiungere al mio gioco. È impegnativo, ma allo stesso tempo,posso capire meglio cosa devo migliorare, cosa devo aggiungere al mio gioco. Quindi mi sto godendo il momento. Come ho detto, mi piace giocare a questo questo livello con queste giocatrici. Ho giocato con Rybakina, che è n. 4 del mondo. Ho giocato con Iga, che è la numero 1 del mondo.
Non so dove mi porterà il futuro. Non so quale sarà il mio prossimo sogno. Ma, sapete, mi sto godendo il il momento, sono nel presente e penso che sia bello scoprirlo, passo dopo passo.
Q. L’ha incontrata un paio di anni fa. La trova così intensa ora come allora?
JASMINE PAOLINI: Penso che oggi sia stata più dura dell’ultima volta. L’ultima volta era finita 6-3, 6-0, qualcosa del genere, ma… Oggi è stata più dura. Credo di giocare meglio rispetto a due anni fa. Ma anche lei sta giocando meglio (risate). Soprattutto su questa superficie. Quindi non lo so. Penso che questa sia stata più difficile.
Q. Pensa di poter giocare con quel tipo di intensità?
JASMINE PAOLINI: Credo di aver giocato quattro giochi con quella intensità. Poi è stata dura. Ma stavo cercando di colpire la palla il più forte possibile spingere, spingere, spingere ogni palla. Perché altrimenti non hai la possibilità di giocare i punti. Ora cercherò negli allenamenti d cercare di avere più intensità, la prossima volta che spero di affrontarla di nuovo e di essere maggiormente in partita.
Q. Vorrei riportarla a Dubai, nel primo turno ha disputato un match pazzesco controBeatriz Haddad Maia. Stava perdendo 2-6 1-4 prima di vincere l’incontro, vincere il torneo. Le capita di pensare a quella partita e di cosa sia successo tra allora e oggi?
JASMINE PAOLINI: Non molto. A volte, quando si è sotto in questo modo e ci si cava d’impaccio al primo turno di un torneo, capita di poter vincere il torneo. Qui abbiamo visto Iga, ma succede spesso. Naturalmente quella partita ha cambiato un po’ il torneo e anche la classifica, e mi ha dato fiducia per ottenere altri buoni risultati. Ma non so se quella partita abbia davvero cambiato, diciamo così, la mia carriera. Forse ogni match è importante. Potevo vincere quell’incontro e perdere al secondo turno.
Q. Nel primo set ha strappato il servizio a Iga all’inizio della partita, e poi all’improvviso sembrava che si stesse solo difendendo, correndo da una parte all’altra del campo.Ci può illustrare i suoi pensieri durante il match?
JASMINE PAOLINI: Non è facile, come ho detto, perché stavo cercando di mettere intensità nel gioco. Quindi a volte andavo di cross per cercare di spostarla, perché se non si spostava lei mi spostavo io. Forse ho diminuito l’intensità e lei è stata allo stesso livello per tutta la partita. Questa, credo, è stata la grande differenza. Poi, naturalmente, ci sono ci sono molte altre differenze, ma quella è la principale: lei ha mantenuto l’intensità per tutta la partita, per tutte le palle e per tutti i punti.
Q. C’era Chris Evert in campo. Ha vinto sette Grandi Slam qui al Roland Garros. Pensa che pensa che un giorno Swiatek possa batterla?
JASMINE PAOLINI: Sicuramente. (Risate.) No, non lo so. Ma, voglio dire, ha 22 anni. Ne ha già vinti quattro. Penso che, sì, possa vincerne altri tre, ma non lo so. Vediamo. Ogni anno è difficile vincere un torneo. Ha già vinto quattro volte, ma sì, credo che possa farcela.