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Alexander Zverev ha eliminato un debilitato Casper Ruud con il punteggio di 2-6 6-2 6-4 6-2 e si è qualificato per la finale del Roland Garros, seconda finale Slam della sua carriera dopo quella persa agli US Open 2020 contro Dominic Thiem. Prosegue la grande stagione del tedesco, che ha già vinto gli Internazionali BNL d’Italia a inizio maggio ed occupa saldamente il secondo posto della Race, dietro solamente a Jannik Sinner. Giornata speciale, dunque, per l’ex numero 2 del mondo: una finale Slam raggiunta e l’archiviazione della disputa legale tra sé e la sua ex compagna, avvenuta grazie ad un patteggiamento tra le parti. Presentatosi davanti ai microfoni, Zverev ha commentato tutte queste notizie in una conferenza stampa molto intensa.
D. Congratulazioni per aver raggiunto la tua prima finale al Roland Garros. Cosa ti aspetti dal match contro Alcaraz domenica?
“In una finale Slam non si può pensare di trovarsi ad affrontare un match facile o un avversario non all’altezza. Tutti coloro che raggiungono la finale del Roland Garros se lo sono meritato e ciò soltanto già la dice lunga sul loro livello di gioco. Ovviamente questo vale anche per Alcaraz, che ha giocato una partita fantastica oggi e un ottimo torneo in generale. Mi aspetto un incontro ricco di difficoltà”.
D. Riguardo il tuo processo che si è concluso oggi con un accordo extra-giudiziale, ti dispiace non poter andare in aula a Berlino a dichiararti innocente da tutte le accuse?
“Come ho detto a tutti sin dall’inizio, sono felice che sia finito tutto dopo quattro anni. Il fatto che il caso sia stato risolto e archiviato indica che sono innocente. Non si sarebbe mai giunti a questa conclusione se io fossi stato colpevole di qualsiasi genere di violenza. Non so quali traduzioni voi abbiate a disposizione, ma quello che vi sto dicendo adesso è la conclusione a cui si è giunti in tribunale. Fine, andiamo avanti: non voglio mai più sentire una domanda a riguardo e questo vale per tutti voi giornalisti.”
D. Eri sotto di due break nel quinto set del terzo turno contro Griekspoor, eri in svantaggio per due set a uno contro Rune agli ottavi e un set sotto anche in semifinale contro Ruud, che ti aveva sconfitto nettamente l’anno scorso. Come si mantiene la calma in queste situazioni?
“Per arrivare in fondo negli Slam e per vincerli, bisogna senza dubbio superare alcune difficoltà e sopportare diversi alti e bassi nel corso delle due settimane. È quasi impossibile vincere uno Slam senza perdere neanche un set. Alcuni ce l’hanno fatta, come Roger (Federer, n.d.r.) e Rafa (Nadal, n.d.r.) qualche volta, ma normalmente la vittoria di uno Slam passa soprattutto dal superamento di alcune partite complesse. Spesso sei anche chiamato a rimontare e vincere in cinque set, battagliare attraverso alcuni momenti di crisi. Sono felice del mio percorso a Parigi sin qui: mi eccita l’idea di essere tornato in una finale Slam e di avere la possibilità di giocare per il titolo domenica”.
D. Considerando tutto ciò che ti è successo in questi giorni dentro e fuori dal campo, cosa significherebbe per te sollevare il trofeo domenica?
“Sarebbe ovviamente speciale, ma non solo per quanto accaduto questa settimana. Tutti questi anni mi hanno presentato sfide complesse da superare mentalmente: quattro anni fa ho perso una finale allo US Open in cui ero a due punti dalla vittoria, due anni fa contro Nadal qui sono uscito dal campo in sedia a rotelle. È stato tutto un percorso che mi ha portato fino a qui. Sono in finale, non ho ancora vinto il trofeo: tutto ciò che mi auguro è di riuscire ad esprimermi al livello necessario per regalarmi una possibilità domenica. Un trionfo qui significherebbe tutto per me”.
D. Ripensando allo US Open 2020, come si recupera mentalmente da sconfitte così dolorose?
“Ho parlato molto di questo, è stata una situazione difficile da gestire proprio come l’infortunio di due anni fa. Non c’è scelta: puoi arrenderti oppure provare a tornare più forte e più affamato di prima, come a me è accaduto per esempio nel 2021, miglior anno della mia carriera fino a questo momento. Non ho vinto uno Slam in quella stagione, ma credo di essermi dato un’opportunità, ho vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi e fui il giocatore più titolato di tutti. Adesso ho una finale Slam da giocare e darò il meglio”.
Mario Boccardi