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Da Parigi, il nostro inviato
[3] C. Alcaraz b. [4] A. Zverev 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2
Il Roland Garros torna a parlare spagnolo, ma non si tratta dell’ennesimo successo di Nadal bensì del primo per Carlos Alcaraz. Il tennista di Murcia batte in finale Alexander Zverev per 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2 dopo quattro ore e 19 minuti di match sicuramente entusiasmante anche se per lunghi tratti non proprio bellissimo.
Ancor più che nella semifinale Alcaraz-Sinner, il vento lascia il segno al suo passaggio e influisce negativamente sulle prestazioni dei due tennisti, che chiuderanno con un totale di 86 errori non forzati (35 per il tedesco e 51 per lo spagnolo). Questo non ci ha impedito di vedere scambi altamente spettacolari, considerando anche le grandi doti fisiche dei due giocatori, capaci spesso di grandi rincorse e recuperi.
Per Zverev prosegue la maledizione Slam dopo la finale persa quasi 4 anni fa allo US Open contro Thiem, nonostante i 2 set di vantaggio. Questa volta il tedesco era avanti 2 a 1 ma da lì in poi ha vinto solo tre game, finendo vittima un po’ della frustrazione e un po’ del gioco ritrovato dello spagnolo, inizialmente parecchio falloso. Un risultato che incorona Alcaraz come giovane rampante del tennis mondiale, essendo il primo a vincere tre Slam su tre superfici diverse ad appena 21 anni e un mese, e lo riporta al numero 2 del mondo (Djokovic scala al terzo posto, Sinner primo).
Carlos inoltre diventa l’ottavo tennista spagnolo ad alzare al cielo il trofeo del Roland Garros dopo Rafael Nadal, Juan Carlos Ferrero, Carlos Moya, Albert Costa, Sergi Bruguera, Manuel Santana e Andres Gimeno. Nonché il settimo a vincere le sue prime tre finali Slam disputate, dopo Connors, Borg, Edberg, Kuerten, Wawrinka e Federer (che addirittura arrivò a 7-0, prima di perdere da Nadal proprio a Parigi nel 2006).
Era dal 2016 – quando Djokovic battè Murray – che in finale si trovavano due tennisti che non avevano mai vinto questo torneo, mentre era dal 2005 che non c’erano due tennisti alla loro prima finale parigina (Nadal contro Puerta).
Primo set: Zverev ci mette un po’ a entrare in partita, Alcaraz ne approfitta
Alcaraz vince il sorteggio e scegli di ricevere; scelta saggia dato che il tedesco parte con due doppi falli – e cambia la racchetta visto il mancato feeling. Lo spagnolo spezza subito l’equilibrio con una volée di rovescio deliziosa con cui arriva a palla break, trasformandola con un dritto a sventaglio vincente. La tensione iniziale però c’è per entrambi e, al servizio, Carlos restituisce il favore. Nella fase iniziale del match la differenza la fa la maggior brillantezza fisica dello spagnolo (ricordiamo che Zverev nei turni precedenti ha passato in campo la cifra record di 19 ore e 28 minuti) e soprattutto il suo dritto, l’arma decisiva con cui arriva un altro break in favore di Alcaraz, questa volta a 0 e soprattutto questa volta confermato, 4-2 dopo 25 minuti.
Alcaraz nei suoi turni di battuta è inavvicinabile e, slavo per il game dove ha subito il break, non concede mai più di un 15.
Il tedesco rischia di perdere di nuovo la battuta ed è solo questione di tempo prima che accada. Sasha deve ricorrere a tutta la sua abilità da fondo campo per annullare due palle break nel settimo game, ma la caparbietà di Carlos viene infine premiata. Dopo 43 minuti, un dritto incrociato strettissimo su una palla oggettivamente corta e alta del tedesco (dopo che prima aveva commesso un gratuito col dritto) sanciscono la file del primo set, 6-3 per Alcaraz con il vantaggio di servire per primo nel secondo parziale.
Secondo set: situazione ribaltata, il vento spazza via le certezze di Carlitos
Zverev, che nel primo set faticava non solo a imporre il suo gioco ma anche a restare nello scambio, parte in maniera più decisa nel secondo set seppur ancora non totalmente esente da errori. Si guadagna tre palle break nel game fiume da 18 punti senza trovare il guizzo decisivo per passare in vantaggio, e Alcaraz si salva con la sua solita determinazione. Forse anche per via delle condizioni meteo – un sole che va e viene, mentre resta costante un freddo e fastidioso venticello – i due tennisti piazzano sì delle belle giocate, non esprimendo comunque il loro miglior tennis.
L’inerzia ormai si sta spostando verso il tedesco e la certificazione arriva con il break nel quinto game. Alcaraz gestisce peggio le folate improvvise di vento e sbaglia uno smash sotto la pressione costante di Zverev, che passa avanti 3-2 e servizio. Nel game per certificare il vantaggio, Alex vince anche uno dei punti più spettacolari del match: una rincorsa da lontano per prendere una demi-volée deliziosa dello spagnolo, per giunta sul 40 pari.
Se nel primo set il dritto di Zverev aveva fatto la differenza in negativo, ora è il colpo più efficace con il quale manovra le operazioni d’attacco. Alcaraz si scompone, perde le certezze alla battuta e, da 40-15 sopra, subisce il secondo break commettendo un doppio fallo. Zverev alla battuta per rimettere il match in equilibrio, prima trova tre prime che non tornano dall’altra parte della rete e infine chiude con un comodo dritto a campo aperto. 6-2 e dopo un’ora e 35 minuti si va a terzo.
Terzo set: Alcaraz troppo falloso. Zverev più tenace, rimonta da 2-5
Alcaraz in questa fase è il tennista più in difficoltà: fatica a tenere gli scambi lungi aumentando considerevolmente il numero dei suoi gratuiti, e cerca sempre con lo sguardo il sostegno del suo angolo. Dall’altra parte c’è uno Zverev sempre più galvanizzato dai suoi colpi fluidi e ariosi.
Il campione esce fuori nei momenti di difficoltà. Così si usa ripetere sempre, e il campione Alcaraz lo dimostra con i fatti: prima un break a 0 nel momento migliore del suo avversario – con un paio di giocate impeccabili nei pressi della rete – e poi la conferma dello stesso annullando tre palle del contro-break su cui il tedesco ha poco da recriminare. Con questo strappo il murciano evita il tentativo di rientro del tedesco salendo 5-2, ma al momento di chiudere il parziale subisce un altro assalto di Zverev. Questa volta il n.4 del mondo riesce nel tentativo di brekkare l’avversario grazie ad un paio di belle risposte e un passante di rovescio su cui neanche in tuffo Alcaraz riesce ad arrivare.
Il ribaltamento definitivo si concretizza a causa di continue stecche di dritto di Alcaraz, che subisce 5 game di fila. Nel dodicesimo game entrambi i tennisti cercano soluzioni meno rischiose per ridurre il numero di errori, e Zverev sul primo set point perde il braccio (anzi braccino) di ferro sulla diagonale di rovescio e sbaglia per primo. Alexander concede persino una palla break, annullata con una prima a 213kmh, e al secondo set point chiude giocando sempre con l’acceleratore schiacciato. 7-5 e dopo 2 ore e 40 siamo al quarto set.
Quarto set: Alcaraz parte forte, questa volta Sasha non lo riacciuffa
Alcaraz parte con il turbo inserito mentre Zverev è pieno di incertezze e va subito sotto 4-0. Gli schemi saltano un po’ da entrambe le parti e si assistono ad altri due break. Fatto sta che alla fine Alcaraz al servizio chiude 6-1 e porta il match al quinto, dove vanta un record più che positivo di 10 match vinti e uno perso. Anche il tedesco non è da meno con 23-11 in carriera.
Quinto set: I nervi di Zverev non bastano. Alcaraz si aggiudica la contesa
Nonostante il medical time-out chiamato dallo spagnolo in precedenza per un problema alla coscia sinistra, sono i risvolti psicologici a determinare l’andamento del quinto set. Zverev torna a vedere i fantasmi della sconfitta che avevano condizionato la sua prestazione allo US Open 2020, e nel terzo game commette un doppio fallo a cui si aggiungono 2 palle a mezzo metro dalla rete sbagliate e un errore di rovescio gratuito. Tutto questo si traduce in break per lo spagnolo. Al cambio campo la sagra dei regali vede come protagonista Alcaraz che concede tre palle break. Il dramma per Zverev continua prima con l’arbitro che fa over-rule cambiando la decisione di un giudice di linea e non assegna il doppio fallo della spagnolo. Quest’ultimo torna a giocare alla grande e gli scambi si fanno vivaci come non si era mai visto in questo match. L’ex numero 1 del mondo nonostante i problemi fisici si esalta e tiene il servizio con difficoltà, un 3-1 che a questo punto vale oro. Gli spalti del Philippe-Chatrier rincarano la dose con il canto “Carlos, Carlos”.
Tenere il servizio per Alcaraz è un’impresa non da poco anche nel suo turno successivo quando con un serve and volley annulla la palla del tre pari e, con un Zverev sempre più lamentoso verso l’arbitro, sale 4-2. Questo lo galvanizza per giocare alla grande, soprattutto col dritto a tutto braccio, mentre col rovescio (a una mano di solo polso) arriva la ciliegina: un passante vincente che spezza le gambe al tedesco. Break, l’ennesimo, a 0 che lo manda a servire per il titolo. Chiudere il match è forse la cosa più semplice di tutte: dopo 4 ore e 19 minuti il suo ennesimo dritto potente non torna dall’altra parte della rete, e Carlos si getta a terra incredulo per il traguardo raggiunto…mentre Zverev mesto prende la via della rete, in attesa di un’altra premiazione Slam che lo vede uscire sconfitto 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2.