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Non è andata bene neanche la terza finale parigina su tre, dopo le sconfitte nel singolare femminile e nel doppio maschile, e il trofeo è stato alzato da Coco Gauff e Katerina Siniakova. Non l’esito che Sara Errani e Jasmine Paolini e tutti i loro tifosi avrebbero voluto, dunque, ma resta un grandissimo risultato, il loro e quello degli azzurri tutti, per quanto la sensazione possa essere quella del film con diverse candidature che non si porta a casa nessuna statuetta. E parliamo di Psycho, Arancia Meccanica, Taxi driver, quindi la vita è meravigliosa in ogni caso per il tennis azzurro, la cui colpa (che poi è la nostra) è quella di averci già abituati a successi inimmaginabili per quarant’anni. Eccole allora, Sara e Jasmine, Jasmine e Sara, commentare la loro corsa insieme e le loro corse “singole” in queste due settimane di Roland Garros.
“Beh, tre settimane per me” precisa sorridendo Sara che in singolare ha preso parte e superato le qualificazioni. “Davvero lunga, ma dobbiamo essere contente del torneo. Oggi è stata dura, difficile da digerire, ma proseguiamo così. Stiamo ancora migliorando, tutto fa esperienza. Eravamo un po’ stanche, ma eravamo lì, non abbiamo colto le occasioni”. Jasmine conferma, “difficile da accettare, ma quasi tre settimane sicuramente positive e dobbiamo esserne felici”.
Paolini spiega poi come è nata la collaborazione: “Abbiamo iniziato a giocare insieme alla fine dello scorso anno quando la classifica ce lo ha permesso. Sara me lo aveva chiesto proprio qui al Roland Garros per provare a qualificarci per le Olimpiadi. Siamo diverse, ma funzioniamo bene insieme. Lei è una delle migliori a rete, io cerco di spingere da fondo e servire bene”.
Facce serie, però il bicchiere è mezzo pieno. “Appena finisce c’è rammarico, ma in due o tre giorni o già domani saremo fiere di quanto fatto” spiega Sara, che aggiunge: “Jasmine ha speso tantissimo, più di me, non è semplice giocare singolo e doppio. Purtroppo anch’io ho pagato un pochino la stanchezza. Non è facile essere sempre al 100%, ci abbiamo comunque provato. Abbiamo cercato di ribaltarla dal 4-1 del secondo sotto. Gli scambi erano duri, abbiamo peccato in lucidità a causa della stanchezza, loro sono potenti e bisognava sempre essere piazzate bene”.
Una cosa che si portano via, in vista delle Olimpiadi è aver “capito come giocare su questi campi, abbiamo anche messo dentro schemi” dice ancora Sara. “Però ogni torneo è diverso e non credo che abbiamo incontrato coppie della stessa nazione”.
Questa esperienza potrebbe aver avvicinato Errani, classe 1987, all’idea di fare l’allenatrice. Oppure no? “Non ci ho pensato” replica però Sara, “quando smetterò, vedrò di cosa avrò voglia. Però ci sono aspetti del lavoro di allenatrice che mi piacciono, riuscire ad aiutare gli altri quando posso. Poi ci dev’essere connessione con la persona. Tengo molto a Jasmine, aiutarla mi fa piacere, ma da lì ad allenatrice non lo so. Certo il tennis è stato la mia vita, ho una passione enorme. Mi piace guardarlo, seguirlo, capirlo, quindi… vedremo”.
Emozionata tanto da provocare l’ilarità generale (“mi viene la pelle d’oca”) quando le elencano i risultati già raggiunti in coppia con Jasmine – la qualificazione olimpica, la finale Slam, il titolo di Roma, il secondo posto nella Race –, Sara prosegue: “Ai tornei cerchiamo di rimanere nel presente, non ci fermiamo a guardare indietro a cosa abbiamo fatto, ma c’è da esserne orgogliose. Parlo per me, ma qualificarsi alle Olimpiadi era un sogno enorme, lo è sempre stato. Bisogna essere contente e allo stesso tempo continuare, abbiamo altri sogni, altre cose che vorremmo raggiungere”.
Spesso suo malgrado dal momento che è a lei che i giornalisti si rivolgono, è sempre Errani che commenta l’idea espressa da Jasmine dopo la finale con Swiatek di avere un uomo come sparring partner per abituarsi a certe pesantezze di palla. Sara fa ribaltare tutti dicendo, “ah, pensavo dicessi che dovrei essere io quello sparring”, poi prosegue: “Allenarsi con gli uomini è importante per gestire la velocità di palla. Soprattutto però direi che lo spunto per lei dalla partita di ieri può essere l’intensità . L’intensità di Swiatek è allucinante, sembra una macchina. Credo che Jas possa prendere spunto e migliorare in questo. Oltre ad allenarsi con qualcuno molto potente, anche l’intensità dell’allenamento, provare a riprodurla”.
A concludere è però Jasmine, che scherza: “Io intanto prendo appunti”. E giù risate. “Bello fare le conferenze con te che fanno parlare solo te”.