In Repubblica Ceca al Challenger 100 di Prostejov (terra battuta), città morava di quasi 50.000 abitanti, il cinese di Taipei Chun-hsin Tseng, annunciato in gran forma e reduce dalla fresca vittoria di Vicenza, ha dovuto inchinarsi alla sorpresa del torneo, il 21enne svizzero Jerome Kym proveniente dalle qualificazioni. Un sospetto in realtà avrebbe dovuto venirci vedendo il nativo di Rheinfelden (cittadina di 13.000 abitanti nel Canton Argovia) macinare un avversario dopo l’altro fino alla semifinale dove ha battuto l’argentino Pedro Cachin (n.108 ATP e terza testa di serie del torneo), cioè non proprio uno qualsiasi. Ma nonostante tutto, eravamo convinti che i piedi veloci di Tseng avrebbero finito per prevalere, una convinzione errata come lo svolgimento della finale ha dimostrato con il 6-2 3-6 6-2 finale a favore dell’elvetico. Come ci è sembrato il ragazzo? Servizio importante cui segue immancabilmente un buon diritto per comandare da subito lo scambio, buona familiarità con la rete e rovescio rivedibile. Saremmo tentati di fargli i complimenti per le sue sette vittorie in pochi giorni e di liquidare la questione dicendo che ha vissuto la settimana della vita. Anche se un minimo di cautela, a tutela del nostro amor proprio, è d’obbligo.
Ovviamente per lui è il primo successo a livello Challenger dopo che finora aveva messo in bacheca solo tre ITF, tra cui quello di Trento nel 2023. Al Challenger di Bratislava ci sarà comunque l’immediata prova del nove, sempre partendo dalle qualificazioni e contro un avversario come Nino Serdarusic che ha alle spalle un’onestissima carriera con ben cinque finali Challenger, tutte purtroppo perse.
Al Challenger 125 di Surbiton (quartiere suburbano di Londra) il primo torneo su erba della stagione si è risolto a favore del sudafricano Lloyd Harris che, da sempre a suo agio su questa superficie, ha domato al termine di due set molto combattuti lo svizzero Leandro Riedi col punteggio di 7-6(8) 7-5. Un primo set che ha seguito i servizi fino all’inevitabile tie-break in cui Harris ha dovuto sventare una palla set. Pure il secondo set ha seguito i servizi fino al dodicesimo gioco quando la prima palla break concessa è stata fatale allo svizzero. Per Harris è il sesto successo a livello Challenger, il terzo di questa stagione dopo la doppietta cinese di fine aprile, che gli consente di rientrare in top 100, al n.98. Per il 22enne di Frauenfeld una piccola delusione, compensata dalla conferma che sui campi veloci (erba o indoor) può sempre dire la sua.
Per chiudere un meritato applauso per i giardinieri locali che hanno gareggiato con ottimi risultati con i colleghi di Wimbledon nel presentare dei campi tenuti alla perfezione, coi rettangoli di servizio addirittura intonsi, ma qui in realtà è merito soprattutto dei giocatori che trattano quella parte di campo con la stessa cautela che si userebbe per un campo minato.
Al Challenger 100 di Heilbronn (terra battuta) l’ennesimo svizzero di giornata, Alexander Ritschard ha affrontato l’indiano Sumit Nagal in una finale che, come da previsioni, è stata molto combattuta. Primo set per Nagal e secondo per lo svizzero che chiudeva al tie-brek, fino allo psicodramma del terzo set quando sul 1-1 0-15 un rovescio lungolinea dello svizzero, chiaramente fuori, veniva dato buono e Nagal impazziva letteralmente con l’arbitro, pietrificato sul seggiolone, che si rifiutava di scendere per andare a verificare il punto d’impatto. L’indiano si sedeva sulla panchina e minacciava il ritiro finché, dopo oltre quattro minuti di dura polemica, era Ritschard a togliere tutti dall’imbarazzo concedendo il punto. L’incidente, lungi dal togliere energie all’indiano ne moltiplicava le forze, tanto che in pochi minuti chiudeva 6-3 e si aggiudicava il titolo. Il sesto della sua carriera che negli ultimi due anni ha avuto un’impennata, forse da quando ha smesso di considerarsi solo il tennista con la consonante sbagliata.
Si giocava anche in Croazia al Challenger 75 di Zagabria (terra battuta) dove, eliminato nei quarti da Oriol Roca Batalla (n.164) il nostro Enrico Dalla Valle, in finale sono arrivati il 20enne spalatino Luka Mikrut e l’esperto bosniaco Damir Dzumhur (n.128 e prima testa di serie). Ha vinto quest’ultimo con un veloce 7-5 6-0, lasciando pochissime chances al ragazzo di casa che tra l’altro non è nemmeno riuscito a richiamare gente sugli spalti del ‘Maksimir Tennis Centre’ che apparivano semideserti, con un piccolo miglioramento comunque rispetto ai giorni precedenti quando non si trovava uno spettatore neanche a pagarlo. Per il 32enne vincitore, che fu n.23 ATP nel 2018, è l’undicesimo successo a livello Challenger, il terzo di questa stagione dopo Barletta e Ostrava. Per Luka c’è la piccola consolazione del nuovo best ranking alla posizione n.364 ATP, ma rimane chiaro come le migliori frecce nella faretra del tennis croato rimangano i due 18enni terribili Dino Prizmic (n.200) e Matej Dodig (n.328).