Il nuovo punto di vista del Philippe-Chatrier
La prima, ma non la più sorprendete, novità del Roland Garros 2024 è stata una telecamera apparsa all’improvviso, a lato del campo. Appena sopra il livello della rete, da un’angolazione mai vista prima, abbiamo notato la ripresa di una telecamera che oscillava avanti e indietro, da un lato all’altro del campo, seguendo la pallina sulla terra battuta del Philippe-Chatrier.
Un punto di vista nuovo, in uno sport dove la copertura televisiva non sempre rende giustizia alle rotazioni feroci e alla velocità fenomenale che i giocatori applicano in campo tutte le volte che colpiscono la palla. Un’idea accolta dai numerosi fan di questo sport come divertente e innovativa. In fondo, il posto migliore da cui vedere le partite è considerato da molte persone quello dell’arbitro. Nessuno meglio del giudice di sedia è in grado di percepire la velocità a cui viaggia la palla, il suono esplosivo con il quale esce un colpo dalle corde di una racchetta, i ruggiti dei giocatori in campo. L’arbitro li vede, li sente parlare tra un punto e l’altro, conosce i loro pensieri e il livello di nervosismo in campo meglio di qualsiasi altro spettatore.
Ma il vero intento di questa piccola telecamera inserita sulla testa dell’arbitro non è quello di seguire gli scambi. L’obiettivo è un altro: permettere a tutti di vedere i segni che guardano i giudici di sedia mentre decidono se una palla è dentro o fuori.
Nonostante l’entusiasmo iniziale dato dalla novità quasi “cinematografica”, le critiche non sono tardate ad arrivare, soprattutto per via di un’inquadratura troppo ravvicinata, fugace e parzialmente inutile. Sul campo Philippe-Chatrier scendono in campo i migliori tennisti del mondo e con loro, gli arbitri più bravi ed esperti del settore. Giudici di sedia ai quali bastano 1 o 2 secondi per capire se un segno è fuori o meno dalle righe bianche dei campi. Quindi, tra lo scatto per correre a controllare e il secondo di tempo in cui l’arbitro guarda il segno, lo spettatore si ritrova davanti delle immagini confuse e sfocate.
Diversi giocatori tra cui Andy Murray, come sempre, e Victoria Azarenka si sono fatti sentire contrariati da questa scelta, chiedendosi perché una cosa simile sia stata permessa. Secondo loro, ci sarebbe bisogno di ben altro rispetto alla microtelecamera sulla testa del giudice.
Alcuni arbitri invece, si sono dimostrati molto più entusiasti. Per esempio, Louise Engzell, un arbitro svedese, ha dichiarato come grazie alla telecamera si sia sentita molto più protetta, sia per i giocatori che a volte perdono il controllo nei confronti dei giudici di sedia, sia per i commentatori televisivi che spesso interpretano a loro piacimento le conversazioni che hanno con i giocatori.
Per quest’anno, la novità è stata introdotta solamente sul campo Philippe-Chatrier. Motivo per cui non ci sono state riprese ravvicinate della reazione più inaspettata del torneo: quella di Hubert Hurkacz.
Hubert Hurkacz e il terribile comportamento passivo-aggressivo!
La testa di serie numero 8 del Roland Garros, uno dei giocatori più tranquilli e gentili del circuito, amico di tanti, tra cui l’avversario di quel giorno: Grigor Dimitrov. Agli ottavi di finale del torneo, il bulgaro era avanti 40-30 con il punteggio di 4 a 5 quando Hurkacz ha tirato un dritto vincente sulla riga, convinto di averla presa. Dimitrov ha fermato il gioco e chiamato l’arbitro Alison Hughes perché andasse a ispezionare il segno. Hughes ha confermato la chiamata corretta del bulgaro e le telecamere l’hanno ri-confermato pochi istanti dopo.
La questione sembrava chiusa, ma di fronte agli occhi increduli dell’amico Dimitrov, è iniziata una metamorfosi caratteriale di Hurkacz che, su tutte le furie, ha chiesto l’intervento del supervisor. Da quella che poteva sembrare una “normale” reazione del tennista che perde la testa, da lì a poco, Hurkacz ha fatto molto di peggio. Al cambio di campo, ha guardato verso il suo box facendo il gesto con le mani della “sostituzione”. Inizialmente, abbiamo pensato che si riferisse a sé stesso, che fosse un modo autoironico di dire “per favore sostituitemi”. Ma il polacco, purtroppo si riferiva ad Alison Hughes.
Hurkacz si è voltato verso Dimitrov, alla ricerca di un complice in quel momento di follia e con l’arbitro seduto esattamente tra i pochi metri che gli separavano, gli ha chiesto: “Vuoi cambiare o vuoi continuare con la signora seduta qui?”. La signora in questione, l’arbitro Hughes, ha sentito ogni parola ed è diventata vittima di uno spettacolo di terribile aggressività passiva. Dimitrov sembrava completamente disorientato: “Vuoi cambiare cosa scusa?”.
A quel punto, Hurkacz era in piedi, a neanche un metro dalla sedia dell’arbitro quando ha detto: “Cambiare la signora, lei, l’arbitro”.
L’espressione sul volto di Dimitrov, di fronte a quell’affermazione non ha lasciato molto spazio all’immaginazione. Il bulgaro ha cercato di tagliare corto per poi vincere la partita al tie-break del terzo set. Al termine del match lo stesso Dimitrov ha detto: “Tutti noi possiamo dire cose molte dure nei momenti più difficili delle partite”. L’importante però, è rendersene conto e chiedere scusa per un comportamento, come in questo caso, infantile e totalmente irrispettoso verso una persona che stava solamente facendo il suo lavoro. Mente la risposta di Hurkacz dopo la partita è stata: “Ho solo chiesto a Dimitrov se voleva fare il cambio”.
Secondo la Federazione Internazionale Tennis (ITF), l’ultimo caso in cui un giocatore ha richiesto il cambio arbitro a metà partita risale allo US Open di 45 anni fa. In un match combattuto tra John McEnroe e Ilie Nastase, il direttore del torneo, Bill Talbert, fu costretto a cedere alle pressioni di Nastase e sostituì l’arbitro Frank Hammond (che in conferenza stampa fu poi visto piangere).
Hughes non è stata sostituita, nessuno l’ha vista piangere, ma sicuramente si sarà sentita profondamente scossa e umiliata dal teatrino tirato su dal polacco. Per sua grande fortuna, almeno Hurkacz non si trovava sul Philippe-Chatrier e la telecamera sulla testa dell’arbitro non ha ripreso a distanza ravvicinata questo brutto spettacolo.
L’unica parte divertente di questa storia è che il solo erede di un giocatore acceso come Nastase sia proprio “l’innocente”: Hubert Hurkacz.