Era il 19 giugno 2015 e Ivo Karlovic, recentemente ritiratosi dal tennis, scriveva la storia. Quella su cui poteva incidere maggiormente date le sue qualità tennistiche. Si parla del colpo di inizio gioco e, in particolare, degli ace. Il croato vinceva il suo quarto di finale contro Tomas Berdych nel torneo di Halle (7-5 6-7 6-3 lo score finale) e metteva mano al libro dei record aggiornando il primato dei servizi vincenti in un unico match due set su tre. Da lì in poi, diventava 45 il numero da battere. Sembrava una cifra insormontabile. Proprio così, sembrava. Perché Milos Raonic ha deciso che non erano ancora abbastanza.
Nel primo turno del torneo del Queen’s 2024, il canadese ha dovuto sfidare il beniamino di casa Cameron Norrie. Il risultato 6-7(6) 6-3 7-6(9) per il 33enne nordamericano, che ha dovuto persino annullare due match point nel tie-break finale. Una partita sì combattuta, ma normale verrebbe da dire. Sempre se non si butta un occhio sulle statistiche. È qui, infatti, che si cela un pezzo di storia. Dopo nove anni, il record di servizi vincenti in un unico incontro due set su tre è stato frantumato. Con i suoi 47 ace Raonic si è appropriato di questo primato, strappandolo quindi dalle mani di Karlovic. Numeri da capogiro. Basti pensare che 47 ace corrispondono a 11 game di soli ace più un altro 40-0 di sole battute sfilate oltre il ricevitore. Follia.
È risaputo che il canadese sia uno dei migliori battitori della storia. Al momento al nono posto nella classifica dei tennisti con più ace messi a segno in carriera (dietro a Isner, Karlovic, Federer, Lopez, Ivanisevic, Roddick, Querrey e Sampras), a quota 8342 and counting, Raonic è uno dei pochi tennisti ad aver portato a termine una stagione con più di 1000 servizi vincenti. Ci è riuscito ben due volte, come Kevin Anderson: nel 2012 e nel 2014. Davanti a lui in questo ranking, l’intoccabile John Isner con sette anni a 1000+ ace (2010, 2012, 2015-2019) e i croati Goran Ivanisevic e Ivo Karlovic, abili nel riuscirci quattro volte nelle loro carriere (il primo 1994, 1996-98; il secondo 2007, 2014-16).
Nel 2020 il canadese è stato colui che ha sferrato più ace in assoluto. Come lui, ma in altri anni, Forget, Krajicek, Safin, Arthurs, Ljubicic, Tsonga, Bublik e Hurkacz. Comanda questa classifica sempre il solito Isner (8 volte il leader dell’anno in servizi vincenti), seguito da Ivanisevic (6 volte), Karlovic (5), Roddick (3) e Sampras (2). Raonic non compare però nel ranking di chi ha messo a segno più battute vincenti consecutive. Nel 2007 Sam Querrey ne sferrò 10 consecutive sul cemento di Indianapolis contro James Blake; un anno prima, Radek Stepanek ne mise a segno 8 di fila nella finale di Rotterdam contro Cristophe Rochus (sempre sul cemento). Inseguono a 7 ace consecutivi sempre sugli hard court Stich, Roddick (due volte c’è riuscito), Lopez e Federer. Gli unici a riuscirci sull’erba: Fernando Gonzalez e i già gitati Karlovic e Querrey.
Il match dei record (con Isner e Mahut) e i numeri di Opelka
La partita più lunga della storia la conosciamo tutti: quel primo turno del torneo di Wimbledon 2010 tra John Isner e Nicolas Mahut. Undici ore e cinque minuti di tennis spalmato su tre giorni. Record come match più esteso ma anche lì, chiaramente, altro primato per quanto riguarda i nostri amati ace. Isner ne mise a segno 113 staccando di dieci l’avversario, che terminò a quota 103.
Tornando invece agli incontri due set su tre, è Reilly Opelka a detenere il primato degli ace sferrati in un torneo di una sola settimana. Al New York Open 2019 (ATP 250 sul cemento) il gigante statunitense arrivò a 156 prima di intascarsi il titolo. Superando, così, i 144 del connazionale Isner – sconfitto in semifinale, nella quale i due schioccarono 81 ace totali per l’incontro con più servizi vincenti nei due set su tre – al Legg Mason Tennis Classic di Washington 2007. Long John, però, distrusse i record anche sul rosso. In un torneo due su tre (Madrid 2021) arrivò a 107 ace totali, mentre nelle competizioni tre su cinque (Roland Garros 2014) si spinse sino ai 110 servizi vincenti complessivi. L’unico a fare meglio di lui, l’olandese Martin Verkerk nel Roland Garros del 2003 (124 ace).