Iga Swiatek ha vinto il suo quarto titolo del Roland Garros poco più di una settimana fa, ha vinto 31 delle sue ultime 32 partite all’Open di Francia, ha trascorso 24 degli ultimi 26 mesi come numero 1 del mondo e sta dominando il tennis femminile come non accadeva dagli anni d’oro di Serena Williams. Eppure, non guarda il tennis.
Qualche mese fa, Aryna Sabalenka aveva confessato in conferenza stampa che preferiva guardare il tennis maschile, una dichiarazione che aveva fatto molto discutere. Ma se non altro Sabalenka, il tennis lo guarda.
Mentre Swiatek, nell’ultima intervista rilasciata al quotidiano The Athletic ha confermato, senza peli sulla lingua, di no: “Mi dispiace, ma no, non guardo il tennis. Se sto giocando il torneo, non mi rimane molto tempo per farlo e se non sto giocando, non voglio guardare perché sono gelosa. Vorrei essere al posto di chi è andato avanti nel torneo. Però, se non fossi una giocatrice, lo guarderei certamente. Non voglio fare cattiva pubblicità al nostro sport. Ma nella mia posizione non ho bisogno di aggiungere altro tennis alla mia vita”.
Una dichiarazione sincera, in parte comprensibile, in parte: inverosimile. Il fatto che sia gelosa degli altri giocatori quando esce da un torneo, ha senso. Ma il fatto che vedere giocare le sue avversarie, studiare il loro gioco e analizzare i loro punti, non le interessi, è molto più difficile da comprendere. La risposta è semplice, Swiatek si reputa una pessima analista: “Il compito di guardare e studiare le partite spetta al mio coach, lui è molto più bravo di me ad analizzare”, ha detto la polacca a The Athletic.
Altri giocatori intervistati dal quotidiano statunitense hanno raccontato come guardare le partite di tennis da giocatore non sia piacevole come farlo in veste di semplice tifoso. Un istinto naturale e irrefrenabile conduce la maggior parte dei tennisti a guardare le partite in modalità analisi, annullando completamente la spensieratezza dell’appassionato. Stefanos Tsitsipas ha detto a The Athletic: “Non riesco e non posso godermi le partite di tennis come una persona normale. Leggo e penso al campo in modo diverso da un comune tifoso”.
Poi ci sono giocatrici come la giovane superstar del tennis, Mirra Andreeva, la 17enne russa arrivata in semifinale al Roland Garros contro la nostra Jasmine Paolini. Andreeva rientra nella categoria di chi non può fare a meno di guardare il tennis per essere sempre al corrente dei risultati: “Cerco sempre di sapere i risultati di tutti, se non ho tempo, guardo solamente gli highlights di alcuni match. Non credo che ci sia stato un giorno senza tennis per me da quando ho iniziato a giocare; quindi, devo sempre guardare un po’ di tennis”.
Anche il suo idolo, Andy Murray, non ha mai trascorso un giorno della sua vita senza guardare il tennis. Prima di avere dei figli, guardava almeno 3 set al giorno. Murray ha iniziato a seguire il tennis in modo particolare a metà dell’adolescenza, dopo un infortunio al ginocchio. Durante i sei mesi di inattività, seguiva tutti i match dei suoi avversari in maniera quasi compulsiva ma ancora oggi, è convinto che questo gli abbia dato un vantaggio per rientrare nel tour preparato: sapeva esattamente come avrebbero giocato i suoi avversari. Nel podcast Control the Controllables, Murray ha detto: “Li ho osservati per quattro o cinque anni e ho preso appunti su di loro”.
Quindi, se prendiamo due pluricampioni slam come Swiatek e Murray, ci troviamo davanti a un bivio: da un lato c’è la direzione verso guardare il tennis non ha importanza, dall’altro, c’è la strada verso il come guardare le partite degli avversari sia fondamentale.
Secondo alcuni degli allenatori più influenti dei nostri tempi, guardare il tennis è molto, troppo, importante per non farlo. L’ex numero 3 del mondo Ivan Ljubicic , un tempo allenatore di Roger Federer, ha scritto su X: “Oggi i giovani giocatori non guardano abbastanza tennis. Guardano solo gli highlights, che ovviamente non dicono nulla della partita. C’è molto da imparare dalle partite degli altri giocatori”.
Patrick Mouratoglou, l’ex allenatore di Serena Williams che ora lavora con diversi giocatori, tra cui il top player danese Holger Rune ha dichiarato: “Conosco molte persone che sono migliorate semplicemente osservando. È il modo migliore per imparare, perché non si pensa, si copia e basta. Federer guardava costantemente gli altri giocatori“.
Imitare i colpi degli altri, i loro modi di fare e persino il loro modo di festeggiare è comune nel tennis. Il rischio qual è? Di annullare i tratti distintivi, quelli che rendono ogni giocatore unico per il suo modo di pensare e di agire. Alcuni tennisti sono consapevoli di avere questo istinto verso l’imitazione, l’importante però, è ricordarsi di non copiare mai troppo gli altri giocatori.
Il vincitore degli US Open 2021, Danil Medvedev, resta sveglio anche fino a notte fonda per guardare i suoi rivali. Durante la corsa verso la finale degli U.S. Open dello scorso anno, ha ammesso di essere dovuto ricorrere a streaming illegali perché non poteva guardare la TV nella sua stanza d’albergo. Quando Medvedev non è in gara, però, è tutta un’altra storia. “Se sono ancora nel torneo, mi piace assolutamente guardare le partite di tennis“, ha detto a Wimbledon l’anno scorso. “Guardo gli avversari. Magari puoi vedere dove serve sul break point. Ma quando non sono nel torneo, non guardo. Mi piace staccare la spina e fare altre cose“.
Ons Jabeur, una delle giocatrici più amate del circuito, ha detto a The Athletic che il fatto di non guardare tanto tennis in televisione è una specie di disintossicazione: “Cerco solo di non esserne ossessionata. Perché non voglio parlare sempre di tennis, a volte ho solo bisogno di rilassarmi e staccare un po’ la spina”.
Chi più, chi meno, è chiaro come la maggior parte dei top players guardi il tennis. Qualcuno per piacere analitico, qualcuno per abitudine, altri per studiare, altri ancora per via di una curiosità ai limiti dell’ossessivo. Forse non ha importanza, non è quello che serve per vincere 4 Roland Garros a 22 anni, Iga Swiatek è l’eccezione che conferma la regola. Però viene da chiedersi: cosa succederebbe, quanto potrebbe vincere ancora, se iniziasse a studiare le avversarie con i suoi occhi, senza passare attraverso quelli del coach?