Per la finale del Challenger 125 di Sassuolo (terra battuta) erano tanti gli spettatori che, approfittando della giornata non particolarmente calda, hanno gremito gli spalti dello Sporting Club. Si affrontavano per il titolo il tedesco Daniel Altmaier (n.82 ATP), che giocava da favorito, e l’olandese Jesper De Jong (n.146), autore in semifinale della sorprendente eliminazione dello slovacco Martin Klizan che era partito alla grande, per poi spegnersi alla distanza come una candela. Altmaier si prende subito un break di vantaggio e sembra destinato a fare gara di testa. Non fosse che la piacevole brezza che era stata accolta con favore dal pubblico inizia a rinforzare, causando improvvisi mulinelli di terra rossa sul centrale. Questo fa saltare un po’ tutti i meccanismi, trasformando la palla corta in un’arma micidiale e il servizio in una lotteria. Così diventa difficile tener conto dei break che si susseguono in maniera confusa (saranno quattro alla fine del set), rendendo quasi inevitabile che si decida tutto nella roulette del tie-break dove a prevalere è De Jong che chiude alla prima palla set. A questo punto è il favorito della vigilia che è costretto ad inseguire, ma le energie sono poche, e forse manca anche la voglia, così la resa è rapida e quasi indolore. Il risultato finale 7-6(5) 6-1 non fa una grinza e il 24enne nativo di Haarlem porta a casa il suo terzo successo a livello Challenger (Almaty 2021 e Kozerki 2023 i precedenti) che gli vale il nuovo best ranking alla posizione n.119, secondo miglior olandese in classifica dopo Botic van de Zandschulp.
Ma nella giornata finale qui a Sassuolo ha sventolato anche il tricolore, grazie a Marco Bortolotti che, quatto quatto, continua nel suo percorso sottotraccia e fa suo un altro Challenger, battendo, in coppia con l’australiano Matthew Romios, gli statunitensi Ryan Seggerman/Patrik Trhac col punteggio di 7-6(7) 2-6 11/9. Il match è stato appassionante, come solo certi incontri di doppio sanno essere, e si è risolto in volata. Il tennista di Guastalla, compiuti i 33 anni, continua ad essere uno dei nostri migliori specialisti e mette in bacheca il suo ottavo trofeo. Non male se consideriamo che è riuscito a salire a livello Challenger solo nel 2021 perché prima era troppo impegnato a spopolare negli ITF: 12 vittorie in singolare e 41 in doppio. Sì, avete letto bene, le sue vittorie in quelli che fino a poco tempo fa si chiamavano Futures ammontano in totale alla mostruosa cifra di 53. Con questo risultato Marco sale alla posizione n.103 (ma ha già visitato la top 100 solo un paio di mesi fa), terzo miglior italiano dopo gli inarrivabili Vavassori e Bolelli.
Sull’erba inglese di Ilkley (Challenger 125) vince il belga David Goffin battendo in finale senza troppi problemi il francese Harold Mayot (n.125 ATP) per 6-4 6-2. Il 33enne nativo di Rocourt (praticamente una frazione della città di Liegi) non è certo uno specialista dei prati (solo nel 2019 vi ha giocato più di dieci partite) ma ancor meno specialista era il suo avversario che vi ha giocato 19 incontri in tutta la carriera. Con questo successo David rientra in top 100 risalendo alla posizione n.82 ATP (dopo che nel 2017 fu n.7), e conquista il suo titolo Challenger numero nove, anche se rimane la sensazione che sia facendo sempre più fatica a mantenersi a livello e che il capolinea non sia lontano.
Chi invece è appena partito nella sua corsa è il 20enne polacco Maks Kasnikowski che sui campi di casa di Poznan (Challenger 75, terra battuta) ha battuto in rimonta (3-6 6-4 6-3) l’argentino Camilo Ugo Carabelli (n.114), conquistando il suo secondo titolo dopo quello di Oeiras in gennaio. Seguite questo ragazzo che, forse proprio a causa del suo fisico minuto di soli 178 cm, tende ad uscire dai soliti schemi, aiutato in questo da un’ottima manualità. Detto questo, bisogna anche aggiungere che Carabelli ha generosamente contribuito al successo dell’avversario di giornata. Con questo risultato il giovane nativo di Varsavia entra in top 200, per la precisione al n.184, secondo giocatore del suo paese dopo Hubert Hurkacz.