Orda di ritiri e pioggia torrenziale. Il WTA 500 di Berlino continua ad essere tormentato dal maltempo, che non intende dar tregua, impossibilitando il normale prosieguo del torneo. Durante i quarti di finale, abbiamo assistito a tre ritiri su quattro match disputati, situazione che ha sfiorato il paranormale. Rybakina ha alzato bandiera bianca dopo appena 4 giochi, sul punteggio di 3-1 in favore di Azarenka, successivamente il programma di venerdì è stato subito posticipato al giorno seguente, per ragioni evidenti.
Il programma riprendere ma i forfait non stentano a mancare: Sabalenka abbandona il match contro Kalinskaya per un presunto problema alla spalla, e Jabeur, al termine del primo set contro Cori Gauff, si ritira. Soltanto Pegula “sopravvive” alla misteriosa maledizione dei quarti di finale a Berlino, battendo la tennista ceca Katerina Siniakova. Il programma stravolto molteplici volte giunge finalmente alle semifinali, con l’augurio di portarlo a termine. Effettivamente, Azarenka e kalinskaya riescono “inaspettatamente” a concludere l’incontro, durato tre set e vinto dalla tennista russa.
Non ha altrettanta fortuna la seconda semifinale, che è stata sospesa in un punto cruciale dell’incontro, dove Jessica Pegula dettava il ritmo, avanti di un set contro la connazionale Gauff, sotto 3-1 nel tie break del secondo parziale. Sarebbe bastato qualche minuto in più a Pegula, che aveva vinto il primo 7-5, per chiudere definitivamente la pratica, o chissà, a Gauff per riscrivere le sorti del match. Fatto sta che l’incontro è stato posticipato a domenica, dove una delle due statunitensi, per un’ipotetica finale, avrà lo svantaggio di scendere per due volte in campo nello stesso giorno, rispetto alla riposata Kalinskaya.