Semaforo verde – L’erba è azzurra anche al Queen’s (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Splendore sull`erba. Alla favolosa stagione di Sinner mancava soltanto il timbro verde, la conferma pure sui prati dei superbi valori acquisiti durante la cavalcata trionfale cominciata con gli Australian Open e approdata fino al numero uno del mondo. Ebbene, ad Halle Jannik riempie la casella iniziale del suo percorso di formazione annuale sull`erba che dovrà portarlo al top della condizione nel tempio di Wimbledon tra otto giorni raggiungendo la prima finale in carriera sulla superficie e in un contesto molto qualificato: in Germania c`erano sei dei primi dieci giocatori del mondo. Oggi alle 15, per il titolo, affronterà il grande amico Hurkacz per provare a diventare il secondo numero uno della storia ad alzare il trofeo (l`altro è Federer…) e l`ottavo giocatore a vincere il torneo immediatamente successivo all`ascesa al vertice della classifica: l`ultimo a riuscirci è stato Murray nel 2016 alle Atp Finals. Di certo, il Sinner della settimana di Halle è arrivato fino in fondo attingendo il meglio dalla personalità, dalla qualità tecnica e dalla forza mentale di chi possiede la consapevolezza di essere, in questo momento, il più forte del mondo. Dopo le battaglie dei turni precedenti, stavolta gli bastano due set per domare il cinese Zhang, ma pure la semifinale si gioca sul filo dell`equilibrio e a marchiarla è sempre la capacità della Volpe Rossa di alzare il livello nei punti che contano: il break decisivo del primo set, il set point annullato nel 12° game del secondo parziale con un servizio vincente, il tie-break chirurgico che lo condurrà al successo, dove peraltro Jannik darà un`altra dimostrazione del suo spessore umano concedendo al rivale di servire di nuovo la prima, che aveva sbagliato, perché Occhio di Falco in quel momento non funziona. In un match in cui il rendimento al servizio dei due contendenti è praticamente in fotocopia (81% di punti con la prima per l`azzurro, 80% per il numero 42 del mondo), a scavare la differenza è una volta di più la freddezza implacabile di Sinner: «Questa finale vuol dire tantissimo per me, ho disputato quattro partite durissime, che sono di certo la miglior preparazione per Wimbledon. La semifinale è stata dura ma bella, con più scambi rispetto alle altre, e sono molto contento. Nei momenti importanti ho cercato di servire bene e lui ha risposto altrettanto bene, quindi ho dovuto rimanere concentrato. Nel secondo set ho servito bene così da salvarmi e riuscire ad evitare il terzo. Adesso, comunque vada, sarà una bellissima giornata, poi comincerò a pensare a Wimbledon: i primi giorni della settimana spingerò in allenamento, ma poi mi prenderò un po` di pausa per arrivare a Londra più fresco». La finale con Hurkacz, che resta davvero uno dei suoi migliori amici sul circuito, nasconde insidie pericolosissime: il polacco, già vincitore ad Halle nel 2022, non ha ancora perso un set e i numeri del 2024 dicono che è di gran lunga il miglior battitore sul circuito. E Jannik lo sa: «Sarà molto equilibrata, lui gioca molto bene su questa superficie e ha già vinto qui. L`erba gli si adatta, io spero di godermi la situazione e il momento. Sarà un grande onore giocare la finale, anche se sarà difficile togliere il servizio a Hubi». […]
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Il profumo dell`erba. Fu la sensazione più emozionante che Lorenzo Musetti si portò via da Wimbledon la prima volta che giocò nel tempio: era il torneo juniores del 2018. Al ritorno, da semplice giovane di belle speranze, commentò così quell`avventura: «Mi piacciono i rimbalzi sull`erba, credo che ci potrò giocare bene quando sarò più grande». A volte, alle profezie, serve soltanto del tempo per trasformarsi in realtà. E così, sei anni dopo, al Queen`s, un altro club londinese che trasuda tradizione e gesti bianchi, Lollo si è ricordato di quelle parole e le ha tradotte in magia sul campo: è in finale, una gioia che non assaporava più da quasi due anni, quando vinse sulla terra di Amburgo contro Alcaraz. E, per la prima volta in carriera, arriva così lontano in un torneo sui prati.
Oggi alle 15 Muso cercherà contro l`americano Paul, mai affrontato in precedenza, il terzo successo in carriera per lasciarsi definitivamente alle spalle mesi di tormenti tecnici allietati però dalla nascita a marzo del primogenito Ludovico. […] La semifinale contro l`australiano Thompson, il classico confronto di stili tra la clava del bombardiere e il fioretto del ricamatore, alla fine premia la varietà e l`imprevedibilità dell`azzurro[…]: «Quella con Thompson è stata la partita più dura della settimana, lui ha giocato ad un livello eccezionale soprattutto nel secondo set Alla fine è stata molto dura, ne sono uscito giocando degli ottimi colpi e il break ottenuto nel terzo set mi ha dato la fiducia per chiudere. È stato quello il momento chiave: avevo avuto già tante occasioni e alla fine ce l`ho fatta. Per me il tennis è sempre stata una passione fin da bambino. Avendo una famiglia meravigliosa, e un tatuaggio è dedicato a loro, sono circondato da persone che mi vogliono bene e che questa settimana mi sono state vicine. Così come i tanti tifosi italiani che sono a Londra. È bellissimo essere in finale in un torneo e in un circolo come il Queen`s che ha una storia tanto importante. Ora c`è un ultimo passo da fare: cercate di venire in tanti a sostenermi». […]
Jannik perfetto quando conta (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Non straripante ma “focus”, come consigliato da coach Darren Cahill all`inizio del tie-break del 2° set. Questo basta a Jannik Sinner per raggiungere la sua prima finale sull`erba. Il n. 1 del mondo ha rischiato di andare al terzo set per il quarto incontro di fila ad Halle (sul 5-6 ha dovuto cancellare un set-point, concesso con l`unico doppio fallo) però da campione, con consapevolezza e durezza mentale sposate alla qualità dei colpi, ha alzato il livello di attenzione nel momento chiave smorzando le velleità di Zhang Zhizhen. II 27enne di Shanghai, con Ivan Ljubicic suo primo manager, per un periodo ha frequentato anche il centro di Riccardo Piatti a Bordighera dove un ragazzino dai capelli rossi stava forgiandosi per arrivare ai vertici. E ha fatto tutto il possibile per cogliere un altro scalpo eccellente sui prati tedeschi dopo quello di Daniil Medvedev e soprattutto diventare il primo cinese nella storia a battere il n.1 del mondo. Però l`azzurro non aveva intenzione di interrompere il suo momento magico. Così ha fatto il chirurgo in campo: nel primo ha piazzato il break che gli ha consentito di incamerare la frazione, nel secondo ha saputo gestire i turni di servizio con lucidità, anche quando nel 12° game ha rischiato la seconda esterna offrendo il setpoint, annullato con un diritto imprendibile. E nel tie-break il 22enne di Sesto Pusteria è sempre stato avanti, sfruttando il secondo match point (risposta di rovescio in rete del cinese) per inanellare la 37a vittoria stagionale a fronte di sole 3 sconfitte. I numeri dicono 30 vincenti (8 ace) e 23 gratuiti per l`altoatesino. […] «Era una partita diversa dalle altre perché ci sono stati più scambi, ho cercato un buon equilibrio – ha spiegato Jannik – In alcuni momenti ci sono riuscito bene, in altri ho commesso qualche errore ma ci sta nel tentativo di essere più aggressivo. Zhang ha giocato bene, sia al servizio sia in risposta, dovevo essere molto attento, non a caso ho salvato un set point Nei momenti importanti ho cercato di servire bene, ma sull`erba può succedere di tutto. Ho vinto 4 partite dure, è una bella preparazione per Wimbledon, poi la prossima settimana non giocherò e sarà un bene per me e il mio corpo». Rifinirà la preparazione, Jannik, che oggi nella sua quarta finale 2024 trova dall`altra parte della rete il polacco Hubert Hurkacz, amico e compagno di doppio questa settimana in Germania. […]
Muso lottatore. Assalto a Paul (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Effetto trascinamento, o piuttosto un ritrovato equilibrio di gioco e conseguente fiducia? Fatto è che Lorenzo Musetti giocherà oggi al Queen`s di Londra la sua prima finale sull`erba nel massimo circuito e la seconda in assoluto a livello di Atp 500, dopo quella vinta nel 2022 ad Amburgo contro Carlos Alcaraz. L’ha guadagnata superando al termine di oltre 2 ore di bel gioco per entrambi il versatile australiano Jordan Thompson. L’avvio è stato di Musetti, che ha subito strappato il servizio al rivale di giornata salendo 3-0. Lorenzo ha poi gestito in maniera saggia centellinando i colpi d effetto tipici del suo repertorio, e dando nel complesso una bella immagine di solidità con tutti i fondamentali. Che il suo atteggiamento in campo sia cambiato rispetto ai primi quattro mesi della stagione in corso lo si è visto nella seconda frazione. L’azzurro è andato sotto 0-5 ma non ha mollato, anzi ha reagito riportandosi sul 3-5 e cercando l`aggancio. Non gli è riuscito perché l`australiano ha tenuto sul 5-3 la battuta, non senza faticare, ma la rimonta parziale gli è stata utile per ritrovare le certezze del primo set. Il terzo parziale è stato il più equilibrato. Musetti ha avuto le prime palle break nel secondo game ma è stato bravo Thompson ad annullargliele. Sul 4-3 Musetti è arrivata l`occasione da non perdere. Fondamentali un bel passante di diritto quasi sulla riga e un delicato lob di rovescio che ha superato l`australiano. Thompson ha poi sbagliato una volée di pochissimo e il break si è concretizzato. Musetti è andato a servire per centrare la finale, non ha sbagliato e come nei quarti si è lasciato cadere sulla nobile erba del centrale: «È stato un match duro, forse il più difficile della settimana. Lui sa giocare bene sull`erba e non ha mollato fino all`ultimo, mettendo assieme un secondo set quasi perfetto. Sono felice di essere arrivato in finale in un torneo così prestigioso. Ho trovato le sensazioni migliori nel passaggio più delicato del match, quando ho fatto il break del 5-3, la vera svolta della partita. In precedenza avevo già avuto diverse occasioni ma è sempre stato bravo Thompson a cancellarle. Dedico la vittoria alla mia famiglia, come questo tatuaggio sul braccio, e al mio team. […] Oggi Musetti tornerà in campo alle 15 ora italiana contro l`americano Tommy Paul, mai incontrato in carriera che nella seconda semifinale ha stoppato in due set il connazionale Sebastian Korda, infortunatosi.
Per Sinner prima finale sul verde – Musetti, manca ancora un passo (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)
Numero quarantadue del mondo, categoria di ranking che ormai Jannik Sinner ci ha abituato a esser gestita alla stregua di un allenamento agonistico, anche il cinese Zhizhen Zhang è stato smaltito dal n.1 del mondo in identica maniera: con efficienza e intelligenza, facendo pesare la sua superiore caratura senza strafare e conservando cosi energie preziose per quella che oggi contro Hubert Hurkacz sarà la sua prima finale sull`erba, la diciottesima della carriera sul circuito Atp. «Oggi ho fatto un bel lavoro – ha commentato soddisfatto a fine match l`italiano – è stata una partita dura, con più scambi rispetto a quella del giorno prima ed era quello che mi serviva. Zhang ha giocato bene, dovevo essere molto attento e ho salvato un set point nel secondo: sull`erba può succedere tutto». In attesa di scoprire quel che sarà, il risultato fa di lui il dodicesimo giocatore da quando è stato introdotto il ranking computerizzato capace di raggiungere la finale al suo primo torneo da numero 1 del mondo. Ennesima conferma di un percorso in cui ormai allo stupore delle prime volte sono subentrati almanacchi e statistiche, entrambi concordi nel certificarne le stimmate del predestinato che trova nel lavoro le sicurezze e le risposte necessarie per poter proseguire per la sua strada. Anche ieri le difficoltà non sono mancate, e che il match si sia risolto grazie alla sola palla break concessa da Zhang la dice lunga sull`equilibrio che lo ha caratterizzato e che Sinner ha spezzato nei suoi due momenti cruciali: l`ultimo turno di battuta del suo rivale nel primo set che gli è valso il break con cui andare a servire per chiuderlo, e il tie-break del secondo parziale, raggiunto dopo aver annullato un set point a Zhang e interpretato all`insegna della concentrazione e della precisione. «Ho vinto quattro partite impegnative, è una bella preparazione per Wimbledon», ha riflettuto il n.1 del mondo a fine match […]. Arrivarci con un titolo in più in bacheca equivarrebbe a lanciare un messaggio alla concorrenza, dispersa tra infortuni e distrazioni nella rincorsa a un giocatore che continua invece ad aggiungere “ingredienti” al suo bagaglio. […]
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Gli inglesi se ne intendono. E a Lorenzo Musetti era bastata la vittoria al primo turno contro il n.7 del mondo Alex De Minaur rimontando dal 6-1 iniziale per farsi adottare dal pubblico del Queen`s, club da palati raffinati nonché tra i più esclusivi del circuito. Ieri l`italiano ha battuto in semifinale l`australiano Jordan Thompson in tre set (6-3, 3-6, 6-3) qualificandosi per la sua prima finale del 2024, risultato che bissa quello ottenuto con la semifinale colta a Stoccarda la settimana scorsa. Potrebbe trattarsi di semplice coincidenza, ma in attesa che la finale di oggi contro Tommy Paul fornisca ulteriori dettagli, la sensazione che il tennis dell`azzurro possa ben addirsi all`erba è forte, e numerosi sono gli indizi lasciati da Musetti nel corso del torneo. (istinto, certo; sensibilità e tocchi per colpi che sembrano giocati in punta di piedi, capaci di atterrare nel campo altrui privi di peso. Tutte qualità di cui Thompson si è rivelato sprovvisto e alle quali ha sopperito per l’intero match con un tennis essenziale, abbandonando in rovescio l`impugnatura bimane e ricorrendo spesso al serve and volley. Un copione che nel secondo set gli ha consentito di issarsi sul 5-0 e al quale il n.30 del mondo non sembrava in grado di dare risposte adeguate. Quando però nel terzo i rispettivi servizi hanno iniziato a
farsi sempre più solidi, Musetti ha avuto il merito di rischiare qualcosa in più, tanto dal fondo quanto nel gioco a rete, e la ricompensa è stata la volé fallita di pochi millimetri dall`australiano sulla quarta palla break del game costruitasi dal toscano. Impeccabile nel successivo turno di battuta a consolidare il break e a chiudere la partita. «Uno dei match più duri di questa settimana – l`ha definito a caldo l`azzurro dopo aver ringraziato il pubblico -. Lui ha giocato a un livello eccezionale soprattutto nel secondo set. Alla fine è stata molto tosta, ne sono uscito giocando degli ottimi colpi e il break ottenuto mi ha dato la fiducia per chiudere. È stato quello il momento chiave: avevo avuto già tante occasioni e alla fine ce l`ho fatta. È bellissimo essere in finale in un torneo e in un circolo come il Queen`s che ha una storia tanto importante. Domani (oggi, ndc) c`è un ultimo passo da fare». Contro Tommy Paul oggi non sarà semplice. […]
Sinner e Musetti, il grande assalto (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Un paese di santi, poeti e navigatori? Pasta pizza e mandolino? Mammoni e calcio dipendenti? In attesa di scardinare gli altri stereotipi, oggi l`Italia del tennis gioca per la prima volta nella storia due finali sull`erba – per la prima volta anche in due tornei “500” -, a 991 chilometri di distanza. Tanti ne passano da Halle, in Germania, dove, alle 14, al primo torneo da numero 1 del mondo, il 22enne Jannik Sinner vive la prima sfida decisiva sul verde contro l`amico e compagno di doppio, bum bum “Hubi” Hurkacz, e il Queen`s di Londra, dove, alle 15, il coetaneo Lorenzo Musetti affronta sotto il traguardo Tommy Paul in un derby fra giocatori molto tecnici. Con l`aggiunta del doppio Bolelli-Vavassori che, dopo la finale tedesca odierna, sarà primo nella Race per il Masters di Torino. […]
Servizio, dritto e dedizione al di là della classifica record di 33 del mondo di Zhizhen Zhang, orgoglioso pioniere del suo immenso paese, impegnano strenuamente Sinner. Che, sul 6-4 5-6, al primo doppio fallo, alla prima palla-break, che è anche un impensabile set point, si conferma superiore. Piazza l`uno-due rovescio-dritto per annullare il pericolo, si fa prendere dalla ridarella quando uno spettatore starnutisce mentre lui serve, coinvolgendo l`arbitro, il pubblico e anche l`avversario, quindi, al tie-break, fa rigiocare la prima di servizio all`ex compagno alla Piatti Academy di Bordighera perché manca il replay. E comunque, fedele all`invito del super coach Darren Cahill («Focus», concentrazione), impone la sua legge da fondo. […] «Partita dura, con tanti scambi, quello che mi serviva. Zhang ha giocato bene: ha servito e risposto bene. Dovevo essere molto attento, sull`erba può succedere tutto. Ho vinto quattro partite dure, è una bella preparazione per Wimbledon. La prossima settimana non giocherò e sarà un bene per il mio corpo». Contro il gran battitore polacco Hurkacz, ha giocato la prima finale Masters 1000 (persa a Miami) e la prima partita alle Finals, sempre nel 2021, ed è 2-2 nei testa a testa: «Sarà molto equilibrata, lui sull`erba gioca molto bene. Sarà comunque un bel giorno, cercherò di divertirmi, che è sempre la cosa più importante, e spero di mostrare un bel tennis». Coach Simone Tartarini sperava che Korda jr facesse lo sgambetto a Tommy Paul, intanto si gode la prima finale sul verde, la prima stagionale, del suo Lorenzo Musetti. Che doma l`erbivoro Jordan Thompson per 6-3 3-6 6-3 con l`ennesimo viaggio sulle montagne russe del suo immenso talento e dei clamorosi cali di intensità. «Quanto mi ha fatto arrabbiare nel primo set sul 4-1: non gli stava facendo capire niente ma non ha sfruttato il 15-40. Subito dopo ha dovuto salvare lui due palle-break che avrebbero riaperto il set», si sfoga il simpatico coach toscano. «Quanto mi è piaciuto
invece, sotto 5-0, quando ha recuperato fino a 5-3, ha perso il set, ma si è rilanciato per il terzo. […]». Il rinascimento italiano ha recuperato un altro protagonista assoluto.
Tre finali sull’erba. Gli italiani sono ormai tennisti universali (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
E’ una domenica speciale. Merito di Lorenzo Musetti, che al Queen`s sfiderà lo statunitense Tommy Paul nella sua terza finale di carriera e di Jannik Sinner che ad Halle affronterà il polacco Hubert Hurkacz in una finale per palati fini. Senza dimenticare, sempre in Germania, la finale del doppio Bolelli-Vavassori, che sfideranno i padroni di casa Kevin Krawietz e Tim Puez in una sfida che metterà di fronte la prima e la seconda coppia teste di serie del torneo. Una domenica azzurra sullo sfondo verde dell`erba sarebbe stata una cosa impensabile fino a pochi anni fa. In questa settimana Sinner ha dovuto superare degli avversari addirittura più ostici rispetto a quelli affrontati nel percorso che l`aveva portato alla semifinale del Roland Garros persa al quinto set contro Carlos Alcaraz. Il numero 1 al mondo ha giocato un tennis di buon livello, condito sinceramente da qualche errore di troppo ma illuminato da lampi improvvisi di altissima qualità nei momenti clou delle partite. Questa è una classica caratteristica dei grandi tennisti, che abitualmente usano questo torneo e quello inglese per rifinire la preparazione e lo stato di forma, tecnico e fisico, in vista dell`appuntamento di Wimbledon. La stessa cosa si può affermare per il nostro doppio composto da Simone Bolelli e da Andrea Vavassori: a inizio anno i due erano partiti in sordina e per lungo tempo erano stati penalizzati da una classifica deficitaria, che li aveva spesso messi contro le migliori coppie nei primi turni dei vari tornei, non essendo loro teste di serie. I due azzurri sono riusciti però a bruciare le tappe in maniera anche piuttosto inattesa, a suon di successi, e in pochi mesi hanno raggiunto una classifica di grande livello. La novità più interessante però arriva dal Queen`s. Questa settimana Musetti ha trovato nell`erba un prezioso e inatteso alleato per elevare il suo livello. […] Stimolato dal prato, una superficie che non concede titubanze, nel suo percorso verso la finale il toscano ha sciorinato esecuzioni ad alto tasso di difficoltà, risposte al servizio davvero puntuali e un back di rovescio delizioso. Con questi colpi ha incantato il competente pubblico inglese. La strada imboccata insomma è quella giusta, ora tocca solo a lui avvicinarsi a quei livelli di classifica che gli competono. Non credo che questi risultati siano frutto di un lavoro specifico, ma penso che siano una testimonianza del valore di questi ragazzi e della loro maturazione complessiva. […]