Wimbledon, dicono i bookies: Swiatek e Sabalenka prime favorite. Paolini parte indietro. Occhio a Rybakina

Tra tutti gli Slam, soprattutto dal lato femminile, Wimbledon è storicamente il meno prevedibile, e di conseguenza il più spettacolare. Basti pensare che dal 2014 ad oggi solo 3 volte (Serena Williams 2015-2016 e Barty 2021) la testa di serie n.1 ha alzato il trofeo alla fine della competizione. La porta per le sorprese è molto più aperta sui prati di Church Road, non è un caso che la dominatrice del circuito Iga Swiatek, ingiocabile praticamente ovunque e su qualsiasi superficie, non abbia mai superato lo scoglio degli ottavi ai Championships.

Ciononostante alla vigilia del torneo, nonostante un tabellone non facilissimo che le propone la campionessa uscente Marketa Vondrousova ai quarti, la campionessa di due anni fa Elena Rybakina in semifinale, oltre a una tra Siniakova e Kerber al terzo turno, Garcia o Ostapenko agli ottavi. Un sorteggio tutt’altro che agevole, non abbastanza però da scoraggiare i bookmakers da assegnare i maggiori favori alla polacca, quotata a 3,75 su Goldbet, 3,75 su Better e 4,50 su Bet365. Una prima palma che però, come da consueto in questi anni tranne un po’ al Roland Garros, è condivisa.

Aryna Sabalenka, due semifinali negli ultimi 3 anni, è praticamente quotata alla pari della polacca, agevolata da un tabellone che vede un crescendo di difficoltà. Dopo tre turni non impossibili la bielorussa potrebbe trovare Kasatkina, Muchova, Badosa o Andreeva, in quello che potrebbe essere il suo vero quarto di finale visto che da tabellone dovrebbe avere Qinwen Zheng o Maria Sakkari. Giocatrici sull’erba assolutamente gestibili per Sabalenka, che partirebbe favorita anche in un’eventuale semifinale con la n.2 al mondo Coco Gauff. Considerazioni che ben spiegano le quote decisamente favorevoli per la n.3 WTA, a 4,00 su Goldbet, 4,00 su Better e 4,33 su Bet365.

La zona di tabellone di Sabalenka è tra l’altro quella della nostra n.1 Jasmine Paolini, che per la prima volta godrà di una testa di serie così alta in uno Slam. Un cammino forse non semplicissimo, con il pericolo più grave (al di là della semifinale con Gauff) costituito dal possibile ottavo con Madison Keys, che su erba sa come essere pericolosa. Il cammino fino agli ottavi non dovrebbe però essere impossibile per l’azzurra, che ha dalla sua lo svantaggio di non aver mai vinto una partita a Wimbledon. Probabile che sia l’anno buono, perché no anche per sognare in grande, i bookmakers sembrano pensarla però diversamente: Jasmine infatti addirittura non viene quotata singolarmente su Goldbet e Better, mentre addirittura vale 67 volte la posta giocata su Bet365, dove é in pratica la diciottesima favorita.

Chi invece ha concrete possibilità di vittoria è chiaramente Elena Rybakina, che proprio su questi campi due anni fa ha dato la prima svolta alla propria carriera. La kazaka non ha un percorso particolarmente avverso fino ai quarti, dove potrebbe però ritrovarsi da tabellone Pegula, con le varie Jabeur (contro cui la n.4 al mondo perse lo scorso anno in semifinale), Svitolina e Boulter pronte a prenderne il posto e tentare l’impresa sui prati inglesi. Ma, a prescindere dalle avversarie, se dovesse stare bene fisicamente Rybakina è di certo la peggiore delle giocatrici affrontabili per il modo di anticipare la palla e l’ottimo servizio. E infatti il suo secondo Slam è a 6,00 su Goldbet, 6,00 su Better e 6,50 su Bet365.

Dovendo selezionare un nome a sorpresa, come fu appunto la kazaka nel 2022, é quasi impossibile non puntare il dito su Karolina Muchova. Una ceca fuori dalle teste di serie con un nobile passato ha vinto nel 2023, ma al netto di coincidenze e attinenze statistiche l’ex finalista del Roland Garros se in giornata, e se in forma fisicamente, può vincere contro chiunque anche sui prati. Ovviamente la sua vittoria sarebbe un’impresa, una giocatrice non testa di serie campionessa a Wimbledon per il secondo anno di fila…un unicum. Come uniche sono anche le quote: 21,00 su Goldbet, 21,00 su Better e 101,00 su Bet365. Per coraggiosi, per chi ama l’ebbrezza del rischio. Come direbbero i colleghi d’oltreoceano: “do you believe in miracles?“. Noi forse, Muchova di sicuro.