Arrivano altri risultati dai campi dell’All England Club con la prima giornata di Wimbledon che non ha lesinato spettacolo ed emozioni. Era uno dei match più attesi e il campione in carica non ha deluso, fornendo una prova all’altezza contro un avversario che non si è tirato indietro. Carlos Alcaraz non stecca l’esordio e batte in tre set Mark Lajal con il punteggio di 7-6(3) 7-5 6-2. Semaforo verde anche per Daniil Medvedev che abbatte la non granitica resistenza di Aleksandar Kovacevic e passa con lo score di 6-3 6-4 6-2. Il gradevole derby francese va nelle mani di Gael Monfils che stende Adrian Mannarino in quattro set e vola al secondo turno con il risultato di 6-4 3-6 7-5 6-4
[3] C. Alcaraz b. M. Lajal 7-6(3) 7-5 6-2
Primo set: Lajal prova a scappare, Alcaraz passa al tie break
Davide contro Golia. Il più classico dei miss match con il campione in carica di Wimbledon che scende in campo contro chi deve solo recitare il ruolo di vittima sacrificale. Ma il più classico dei canovacci da presentare sul Centre Court viene smentito già dalle prime battute perché Mark Lajal non ci sta a fare da semplice sparring partner a Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha nel serbatoio solo due partite sull’erba ed è reduce dalla sconfitta contro Jack Draper al Queen’s mentre Lajal ha brillantemente superato le qualificazioni per arrivare ai Championship. Nonostante siano entrambi 2003 è il tennista estone a non avere grande esperienza su questi palcoscenici ma, al pronti via, il divario non si avverte con il numero 269 del ranking che tiene testa al murciano rispondendo colpo su colpo. Anzi, è anche il primo a portarsi avanti nel punteggio togliendosi il lusso di strappare il servizio al fresco vincitore del Roland Garros. Neanche il tempo di crogiolarsi che lo spagnolo restituisce pan per focaccia e il match ritorna sui binari della parità. Alcaraz non riesce a sfondare e così il verdetto del primo round viene rimandato al tie break dove il cinismo dell’iberico gli permette di spuntarla 7-3.
Secondo set: c’è spazio per lo show, Alcaraz va on fire e sale 2-0
Mark Lajal ha tanto di positivo da portarsi via da questo match perché un altro giocatore avrebbe accusato il colpo, fare set pari con Alcaraz e perderlo al tie break non è sicuramente un’iniezione di fiducia per il prosieguo del match. L’estone sta lì, si rimette a giocare come se nulla fosse e replica il blitz del primo set, salendo 2-0. Ma il copione è lo stesso anche per lo spagnolo che, così come nel primo parziale, lascia a 0 l’avversario nel turno successivo e rimette le cose a posto. Dal 3-3 inizia ad esserci spazio anche per i punti a cinque stelle, quelli che tanto fanno godere gli spettatori paganti. Nel nono game il numero tre al mondo sale di livello e sotto 40-30 sfodera due risposte di dritto al fulmicotone, sulla seconda c’è anche uno scivolone dell’estone, per concedersi una palla break dal peso specifico enorme. Mark dimostra che oggi il coraggio non gli manca e rimedia con il servizio e dritto, riuscendo a tenere il turno di battuta. Il murciano inizia a chiamare a rete l’avversario sia con dei ripetuti slice che con la palla corta, i benefici sono visibili e si va ad oltranza. Il momento clou del secondo round è una gemma di Carlitos di rara bellezza che vale la palla break decisiva: scambio ad alta velocità, recupero pauroso dello spagnolo che trasforma un back difensivo in un vincente che atterra quasi sulla riga. Lo stratagemma che aveva salvato l’estone nel turno precedente stavolta lo tradisce, il servizio e dritto si ferma in rete e c’è lo strappo decisivo. Il campione in carica non fa sconti e il 7-5 porta in dote il 2-0
Terzo set: Lajal non ne ha più, Alcaraz chiude in scioltezza
Dopo il primo gancio, ne arriva un altro. Con la consapevolezza di aver dato tutto, stavolta qualche scricchiolio si sente e si riflette anche nello score di quello che sarà l’ultimo parziale. A nulla serve il toilet break speso da Lajal, e i cinque minuti di pausa non sedano la smania di Alcaraz di chiudere la pratica. I pressure test non sono finiti con l’estone subito costretto a fronteggiare una palla break, il quinto ace della giornata è un salvagente effimero perché lo spagnolo alla seconda occasione passa lo stesso e si porta immediatamente avanti. Alcaraz va a briglia sciolta e, come spesso ama fare, concede più di qualche magia favorendo lo spettacolo offerto. Il numero tre al mondo è una fucina di soluzioni e sembra poterne pescare una per qualsiasi evenienza. Nel quinto gioco la potenza e la velocità del suo dritto raggiunge picchi inauditi, tutto molto deprimente per il numero 269 del ranking che all’ennesima palla corta alza bandiera bianca incassando il 4-1. Sul 5-1 i giochi sembrano fatti ma l’estone trova un ultimo sussulto quando dopo aver incassato uno smash, approfitta di una stecca di Carlos e grazie al servizio si guadagna qualche altro minuto in più sul centrale. E’ solo un’agonia, non così amara in questo caso, perché il campione in carica dice basta così e con un 6-2 estromette il coetaneo che esce tra i tanti applausi.
[5] D. Medvedev b. A. Kovacevic 6-3 6-4 6-2
Non sarà la sua superficie preferita, e con tutta probabilità mai lo sarà ma Daniil Medvedev è deciso a non fare la comparsa in questo Wimbledon. Non che ci fosse bisogno della sua versione migliore ma la prestazione del russo è confortante sotto diversi punti di vista, con Aleksandar Kovacevic a deporre le armi senza creare alcun tipo di grattacapo al numero 5 del ranking. Un 3-0 in totale controllo che non ha mai visto il moscovita vacillare, con le uniche palla break regalate a testimoniare uno sbandamento da cui ha saputo riprendersi alla grande, 5-3 al servizio nel primo set ha dovuto rimontare da 0-40 e legittimare il primo set. Sopra nel computo dei set, è stata una passeggiata per Daniil che lascia le briciole al suo avversario con solo 5 punti persi al servizio e 19 ace stampati a corredo di un’inattaccabilità nei turni di battuta. Nel terzo set va ancora peggio per il giovane statunitense che stacca completamente la spina e si ritrova sotto 4-0, con nulla altro da fare che uscire mestamente contro un avversario di caratura superiore.
G. Monfils b. [22] A. Mannarino 6-4 3-6 7-5 6-4
Ottava volta in totale, quarta volta sull’erba e terza volta a Wimbledon. Sono i numeri dei confronti diretti tra Gael Monfils e Adrian Mannarino che, con un altro capitolo della saga, portano un derby francese nei cancelli dell’All England Club. Quello che poteva essere un match interessante tra due veterani del seeding non delude le aspettative, con 3 ore di battaglia tra due giocatori che si conoscono a memoria e dove a spuntarla è Lamonf che chiude in quattro set. Nonostante la percentuale della prima di servizio si assesti ad un misero 43%, Mannarino riesce a tenere bene i propri turni di servizio, salvando una sola palla break per tenere il 4-4. Proprio quando il match sembra destinato ad allungarsi ulteriormente arriva lo strappo di Gael che piazza il 6-4. La reazione del numero 24 al mondo non si lascia attendere, incanalando subito il match con un break in apertura di secondo e certificandolo con un 6-3. Dal terzo set in poi il calo fisico di Tequila Bum Bum è evidente e lascia campo aperto, strano a dirlo, all’atletismo del classe 1988. Sotto 2-1, Adrian non ne ha più e sembra più stoicamente puntare a prolungare il match più che ribaltarlo, con gli 8 ace piazzati da Monfils che non facilitano il compito. Finisce 6-4 e 3-1 per Gael, una sfida che sicuramente non ha fatto annoiare gli spettatori.