Il bilancio della seconda giornata di Wimbledon è forzatamente incompleto, dato che la pioggia non ha consentito di completare il programma previsto. Specie nei primi turni quando i match da svolgere sono tantissimi, anche il minimo intoppo meteo finisce per avere ricadute che obbligano a rinvii. Niente di preoccupante, per il momento, anche perchè il meteo considera per la terza giornata la pioggia come possibile ma non probabile.
Per fortuna a livello femminile non ci sono stati forfait e quindi ci si può concentrare su quanto accaduto in campo. Cominciamo con il tennis italiano. Nella parte alta di tabellone era presente solo Lucia Bronzetti, sorteggiata contro la testa di serie numero 30 Leylah Fernandez.
Lucia ha perso 6-4, 6-3 (qui la cronaca), dopo avere iniziato in vantaggio il primo set. Fernandez sembra essere in un momento di notevole forma e quindi la sconfitta ci sta. A fine primo turno si può già fare un piccolo bilancio sul tennis feminile italiano: dopo questo risultato a Wimbledon è rimasta in corsa una sola giocatrice: Jasmine Paolini. Paolini troverà al secondo turno Greet Minnen. A mio avviso è sicuramente favorita, e quindi il terzo turno dovrebbe essere un approdo più che fattibile. Ma avremo la riprova tra poche ore.
Veniamo invece alle sorprese o, come dicono gli inglesi, agli upset. Tutte le teste di serie (in attesa delle partite rinviate) hanno vinto, a parte una. Mi riferisco alla sconfitta della testa di serie numero 6 e campionessa uscente Marketa Vondrousova, per mano della spagnola numero 83 Jessica Bouzas Maneiro. Del match ho parlato in modo più esteso nella cronaca che trovate a parte. Qui ripeto alcuni concetti, per chi non ha voglia di leggersi la versione lunga. A mio avviso Vondorusova ha innanzitutto pagato la pressione di presentarsi da campionessa uscente in uno Slam, con la responsabilità non dico di ripetersi, ma quanto meno di fare bene.
Probabilmente non è abituata a reggere certi stress. Del resto una cosa simile era accaduta in passato anche a Jelena Ostapenko e Barbora Krejcikova. Anche loro vincitrici Slam senza essere teste di serie (al Roland Garros 2017 e 2021) e poi sconfitte dodici mesi dopo al primo turno da giocatrici classificate oltre la 60ma posizione.
In aggiunta, un paio di settimane fa a Berlino, Vondorusova si era ritirata durante il match contro Kalinskaya a causa di una brutta scivolata, e sicuramente questo non l’ha aiutata a presentarsi al meglio per l’appuntamento più importante. Lei per la verità in conferenza stampa non ha cercato alibi (“è vero non avevo giocato altri match, ma in allenamento le cose non erano andate male”, ha detto all’incirca) ma di sicuro anche questo non l’ha aiutata. In ogni caso non si può dire fosse in cima alla lista delle favorite, visto che nelle quote dei bookmaker un suo eventuale bis a Wimbledon veniva pagato 40 volte la posta.
A proposito di favorite: erano impegnate tre delle cinque giocatrici più gettonate alla vigilia del torneo. Le cinque prescelte erano: Sabalenka (fuori purtroppo per forfait), Gauff (impegnata il primo giorno) Swiatek, Rybakina e Jabeur.
Non sono riuscito a seguire Gauff al day 1, mentre ho visto per intero i match di Rybakina e Swiatek e una parte di quello di Jabeur. Tutte e tre hanno vinto in due set, senza particolari rischi o problemi.
La prima a risolvere il suo impegno è stata Rybakina: primo match sul Court 1, con il tetto chiuso per via della pioggia. Ricordo che Elena si era ritirata a Berlino a inizio partita contro Azarenka per un malessere (“illness” la solita generica motivazione ufficiale) e quindi sinora sull’erba nel 2024 aveva disputato una sola partita intera (vinta in Germania contro Kudermetova).
Qui a Wimbledon, nel suo esordio contro Elena-Gabriela Ruse ha iniziato la partita perdendo il servizio, ma ha finito comunque per prevalere senza troppi problemi per 6-3, 6-1. In estrema sintesi valuterei il suo match come una prova senz’altro sufficiente, ma che richiede una conferma contro avversarie più consistenti.
Di nuovo Court 1, sempre con il tetto chiuso: Iga Swiatek. Iga aveva di fronte Sofia Kenin, una giocatrice di livello più alto rispetto a Ruse (numero 38 contro numero 154), e secondo me ha giocato meglio rispetto a Rybakina. Insomma, mi ha convinto di più. Però, come ho scritto nella cronaca del suo match, Kenin non è quel genere di giocatrice che può metterla in difficoltà, e quindi anche per lei andranno attese avversarie più probanti. Iga ha comunque vinto bene per 6-4, 6-3, perdendo il servizio una sola volta.
Al prossimo turno troveranno due trentenni di talento e manualità superiore: Laura Siegemund (per Rybakina) e Petra Martic (per Swiatek). Due giocatrici brave a rete e abili nel manipolare i tempi di gioco; tanto che quando sono in forma è sempre un piacere seguirle. Ma siccome non sono all’apice della loro carriera e non sono neanche strapotenti, se Iga o Elena ci dovessero perdere sarebbe davvero una sorpresa.
Ultima delle principali favorite, Ons Jabeur. Ons ha cominciato il suo Wimbledon 2024 (del quale è stata finalista nelle ultime due edizioni) contro la giapponese numero 68 Moyuka Uchijima. Anche lei ha vinto in scioltezza, per 6-3, 6-1. Al secondo turno troverà la vincitrice del match tra qualificate Robin Montgomery, statunitense. Montgomery è nata nel 2004 ed è numero 161 del ranking. E’ la prima volta che vince un match in uno Slam e vi confesso che è una giocatrice che non conosco. Per questo non ho molto da aggiungere.
Piuttosto, seguendo il match di Jabeur, mi è venuto spontaneo un ragionamento su come mai Ons si esprima così bene sull’erba. A scanso di equivoci: si tratta di una ipotesi parziale, che fa riferimento solo ad alcuni aspetti di Jabeur, e di certo non spiega per intero il perché del suo rendimento superiore sui prati. Premesso questo, arriviamo alla ipotesi.
L’erba favorisce le conclusioni rapide e un tipo di tennis abbastanza scarno. Al contrario, da sempre, Ons ha la tendenza a gigioneggiare. È più forte di lei (ed è anche per questo che è tanto amata dagli appassionati di tennis): se deve scegliere se conquistare un quindici con un solo colpo normale o invece attraverso una combinazione di due colpi tanto spettacolari quanti rischiosi, lei spesso finisce per scegliere la seconda possibilità. E questo a volte lo paga perdendo punti che invece dovrebbe vincere.
Ecco, la tendenza a favorire il gioco scarno che è tipica dell’erba, si rivela il perfetto antidoto a certi deliziosi eccessi di Jabeur. Colpi deliziosi che però sono pur sempre eccessi. E forse anche per questo Wimbledon è lo Slam nel quale ha raccolto i migliori risultati della carriera.
Per chiudere il solito piccolo capitolo sulle Wild Card “nobili”. Erano due quella a scendere in campo: Caroline Wozniacki e Angelique Kerber. Wozniacki ha battuto 6-2 6-0 la numero 121 Amanda Parks (devo dire parecchio fallosa). Mentre Kerber è stata sconfitta 7-5, 6-3 da Yulia Putintseva che, dopo avere avuto a inizio carriera soprattutto feeling con la terra battuta, con l’andare degli anni ha trovato il modo di esprimersi piuttosto bene anche sull’erba. Non ho visto il match e quindi ho poco da aggiungere. La miglior Kerber penso avrebbe vinto, ma tornare a competere dopo la maternità non è una impresa così facile.