[1] I. Swiatek b. P. Martic 6-4 6-3
Il secondo impegno a Wimbledon 2024 per la numero 1 del mondo Iga Swiatek è rappresentato da Petra Martic. Trentatrè anni, croata, ha già affrontato Swiatek tre volte su tre superfici differenti: il cemento di Indian Wells 2021, e nel 2023 la terra battuta di Madrid e l’erba di Wimbledon. Il risultato dei tre match è sempre stato lo stesso: due set a zero per Swiatek. L’incontro sui prati di Wimbledon 2023 era stato a livello di terzo turno ed era finito 6-2, 7-5.
Primo set deciso da una sola palla break
Si gioca sul Centre Court e la giornata soleggiata consente di tenere il tetto aperto. Le giocatrici dovranno misurarsi anche con un vento percepibile e instabile. Martic vince il sorteggio e decide di ricevere. Sarà quindi Iga a cominciare a servire.
Poco da segnalare nei primi game: l’efficacia delle battute ipoteca gran parte degli scambi, senza che nemmeno si arrivi a raggiungere una parità. Evidentemente c’è bisogno di qualche minuto più del solito perchè le giocatrici comincino a leggersi un po’ meglio il servizio, e a rendere così più efficaci le loro risposte.
Forse l’aspetto da sottolineare è che al momento Martic sta facendo partita pari con la numero 1. E buona parte del merito va attribuita alla grande varietà di servizi di cui dispone Petra, che rendono più complicato il compito di Iga nella fase di risposta.
Al cambio campo del 4-3, Martic chiama la fisioterapista. Un paio di game prima era scivolata ed evidentemente la caduta non è così innocua coma sembrava in un primo momento. Parte il Medical Time Out nel quale viene soprattutto verificato lo stato della schiena. Segnalo che la schiena è uno dei punti deboli del fisico di Martic, che ormai diverse stagioni fa aveva perso quasi un anno di attività proprio a causa di problemi alla spina dorsale.
Dopo lo stop si riparte, con palle nuove. Martic al servizio deve sottoporre a verifica la schiena. Che nel suo caso è particolarmente importante, visto quanto la inarca in fase di caricamento per incrementare la potenza di battuta.
Dopo circa quaranta minuti di gioco, sul 4-4 con Swiatek al servizio, si raggiunge per la prima volta la parità. In fondo è una piccola notizia, in un match che offre qualche bello scambio ma che fatica ad “accendersi” completamente. Decimo gioco, sul 5-4 per Iga, finalmente Martic concede la prima palla break: Swiatek ne approfitta con cinismo assoluto, e alla prima occasione chiude 6-4 il set a suo favore. Una sola palla break ha deciso il parziale.
Secondo set: stesso copione e stessa conclusione
Si ricomincia con lo stesso andamento del primo set: quando la battuta non determina direttamente il punto, finisce quasi sempre per decidere in modo fondamentale l’inerzia dello scambio. Uno pari, due pari, tre pari senza palle break all’orizzonte.
Per avere i primi brividi di punteggio occorre attendere l’ottavo gioco, con Martic alla battuta. Salva una prima palla break, ma alla seconda capitola: un perfetto passante di rovescio lungolinea regala il 5-3 a Swiatek; a un passo dal successo con il minimo sforzo.
Senza particolare problemi l’ultimo game di Swiatek, che raggiunge il terzo turno con una prestazione forse non entusiasmante ma impeccabile: 6-4, 6-3 senza concedere palle break e con un solo game di servizio nel quale si è raggiunta la parità.
Una vittoria “professionale” di Swiatek. D’altra parte Martic ha fatto il possibile per non dare ritmo e continuità al tennis ad alta pressione di Iga e in parte c’è riuscita, grazie alla varietà dei servizi e all’uso degli slice nei colpi al rimbalzo. Ma nei momenti decisivi del set è emersa la differenza. Difficile da fuori valutare se il problema alla schiena ha inciso sul suo rendimento.
Queste le dichiarazioni di Swiatek a fine match: “Sono contenta di aver vinto contro una giocatrice che sa variare e non farti entrare in ritmo. Spero che Petra non abbia avuto gravi conseguenze fisiche”. E poi: “Sto imparando a giocare sull’erba, rispetto al passato servo meglio e in generale gioco meglio anche in allenamento”.