Il terzo turno di uno Slam è forse il più complicato da valutare di tutti quelli che compongono un Major. Infatti si sa che nei primi due turni il sorteggio dovrebbe tutelare le teste di serie, proponendo loro avversarie sulla carta meno forti. E si sa che nella seconda settimana la scrematura ha mediamente alzato la qualità, per cui, salvo rari corridoi fortunati, rimangono solo giocatrici forti o molto in forma.
Ma nel terzo turno il livello è misto e molto dipende dai capricci del sorteggio o dagli sgambetti che la sorte può avere fatto ad alcune potenziali favorite. Provo a spiegarmi con un esempio. Alzi la mano chi pensava che invece che Zheng e Pavlyuchenkova sarebbero arrivate a giocarsi un posto nella seconda settimana Zhu e Sun.
D’altra parte in altri settori di tabellone abbiamo assistito a incontri tra top 20, come quello tra Keys (tds n. 12) e Kostyuk (tds n. 18). Come del resto prevedeva il tabellone in sede di sorteggio.
Ultima nota di questa lunga premessa: per quanto ci si sforzi, con video e partite dal vivo, è impossibile seguire per intero otto partite e quindi spero mi perdonerete se di alcuni match non posso dire molto.
Nel Day 5 sono scese in campo le giocatrici della parte bassa di tabellone. Direi che possiamo ulteriormente suddividere il sorteggio in due parti. Quella più direttamente presidiata da Coco Gauff, ha visto approdare alla seconda settimana solo teste di serie. Appunto la numero 2 Gauff, la numero 7 Paolini, la numero 12 Keys e la numero 19 Navarro. In sostanza le più forti hanno rispettato il pronostico e si affronteranno per un posto in semifinale. Si tratta di tre statunitensi e di una italiana.
Non ho visto il match di Madison Keys (che ha sconfitto Kostyuk per 6-4, 6-3), ma ho seguito quasi per intero quelli di Gauff, Navarro e Paolini. A mio avviso la partita di Paolini contro Andreescu è stata la più qualitativa, (trovate a parte la cronaca dettagliata). Ricordo che Andreescu era reduce da un ottimo match contro Noskova e anche per questo non pensavo che Jasmine sarebbe riuscita a batterla così nettamente.
Nei suoi tre impegni in questo Wimbledon, Paolini non solo ha sempre vinto in due set, ma lo ha fatto finendo per prendere un sopravvento più marcato nel secondo parziale: 7-5, 6-3 a Sorribes Tormo, 7-6, 6-2 a Minnen, 7-6, 6-1 a Andreescu. Nella cronaca l’ho definita “un martello” per la capacità di non calare mai di intensità dal primo quindici all’ultimo. E’ implacabile, e così quando le avversarie cominciano a sentire la necessità di rifiatare, lei prende definitivamente il largo. Con queste vittorie Jasmine si è presa il lusso di entrare nella storia del tennis italiano al femminile, visto che è la prima capace di raggiungere la seconda settimana nei primi tre Slam della stessa stagione.
Dunque Jasmine si presenta al confronto con Madison Keys con la possibilità di giocarsela. Non solo perché è, sulla carta, una testa di serie più alta, ma anche perché in questo straordinario 2024 ha compiuto un tale salto di qualità da essere ormai considerata anche dalle avversarie quasi come se fosse una giocatrice nuova, appena arrivata sul circuito. Me ne sono reso conto durante l’intervista post partita di Madison Keys quando Keys ha detto testualmente: “per fortuna mi sono allenata con lei a Eastbourne e quindi posso immaginare cosa aspettarmi dal prossimo match”.
In pratica Madison ne ha parlato come se qui a Wimbledon si dovessero incontrare per la prima volta. In realtà Keys e Paolini si sono già incontrate lo scorso anno a Dubai e Keys aveva vinto 6-1, 6-1: ma quella era la “vecchia” Paolini; la “nuova” Paolini è tutta un’altra tennista e quindi da considerare (e affrontare) in modo diverso.
In conferenza stampa Vanni Gibertini ha ricordato a Jasmine quanto fino allo scorso anno soffrisse le grandi colpitrici, e lei lo ha confermato. E al pensiero di questo cambiamento si è proprio illuminata: ”È vero, per me quel genere di avversarie erano un incubo, non riuscivo proprio a farci partita”. E sorrideva pensando a come stanno le cose oggi. Perchè quella era la Paolini versione 1.0 che non è più un riferimento attuale; quindi solo una volta che sarà in campo contro Keys potremo capire come la Paolini versione 2.0 svilupperà il match.
Chi vincerà tra loro affronterà la vincente di Gauff vs. Navarro, appunto un derby statunitense. Contro la qualificata Kartal, Gauff ha vinto speditamente in due set (6-4, 6-0), mentre Navarro ha rimontato Diana Shnaider vincendo al terzo (2-6, 6-3, 6-4). Una partita di qualità non straordinaria (Navarro ha chiuso con un saldo vincenti/errori non forzati di -11 (21/32), Shnaider di -18 (20/38), ma va ricordato che il loro match si è svolto sul campo 18 all’aperto, in condizioni ambientali complicatissime. Probabilmente anche per questo non è stata la solita Navarro, cioè una giocatrice molto saggia tatticamente e che soprattutto regala pochissimo. Trentadue errori non forzati non sono da lei. Tra Gauff e Navarro c’è un solo precedente (vittoria di Gauff per 6-3, 6-1 ad Auckland 2024).
Veniamo rapidamente all’altra zona di tabellone La situazione è opposta: qui non ci sono più teste di serie. Tutte perse per strada. In teoria avrebbero dovuto incrociarsi Zheng con Pavlyuchenkova e Kasatkina con Yastremska e invece avremo agli ottavi Sun contro Raducanu e Badosa contro Vekic.
Sorprese? Solo in parte, visto che Raducanu e Badosa sono due ex Top 10 uscite dai vertici del ranking per problemi fisici e Vekic una ex Top 20 che ha nell’erba la sua superficie di elezione.
Raducanu, grazie anche all’aiuto del pubblico del Centre Court, ha vinto in scioltezza la partita contro la testa di serie n. 9 Sakkari (6-2, 6-3). Era la seconda volta che si incontravano in carriera. La prima volta era stato a livello di semifinale durante il magico US Open 2021 (lo Slam che avrebbe poi vinto), e anche allora Emma aveva lasciato a Maria solo cinque game (6-1, 6-4).
Affronterà da favorita la neozelandese Sun, che ha battuto con un doppio tiebreak la cinese Zhu. Sun è sicuramente la vera sorpresa della parte bassa del tabellone. Al momento non l’ho ancora vista giocare (me ne scuso, conto di recuperare nel prossimo turno). E’ obbligatorio però segnalare che Sun ha vinto il suo match con un saldo tra vincenti ed errori non forzati di +14 (43/29). Dato assolutamente interessante, anche perché si è giocato all’aperto, tra uno scroscio di pioggia e l’altro.
Infine l’ultimo confronto: Badosa contro Vekic. Paula ha avuto la meglio su Kasatkina (tds 14) per 7-6, 4-6, 6-4, risalendo da una situazione complicata nel terzo set, visto che era sotto 2-4, prima di vincere gli ultimi quattro giochi consecutivamente.
Vekic ha superato 7-6, 6-7, 6-1 Dayana Yastremska (tds 28), in una partita che avrebbe potuto chiudere molto prima, visto che ha avuto un match point sul 7-6, 6-5 del secondo set. La nota curiosa è che pur non essendo più giovanissime (Badosa è del 1997, Vekic del 1996) Paula e Donna non si sono mai incontrate fra loro. Meteo permettendo, domenica avremo i verdetti di questi ottavi di finale.