Sinner, la laurea da Federer e la sfida all’esagerato Ben (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Sono bravissimi e fanno errori da principianti. Uno dei due potrebbe anche ribattere di esserlo ancora, una recluta. Ha ventuno anni, professionista dal 2022, non un predestinato ma un prescelto, anzi, un pre-Shelton, uno che il tennis glielo spalmavano anche nelle favole per farlo addormentare. C`era una volta un tennista dai capelli rossi che faceva tutto a modo, e difendeva i possedimenti dalla libera iniziativa di un altro giocatore, i capelli ricci quasi li avesse pettinati con il frullatore e un cuore grande cosi… Ben Shelton quello con i capelli riccetti, il padre tennista e coach (Bryan, 56 Atp con due vittorie a Newport), lo zio tennista (Todd Witsken, numero 4 in doppio, scomparso nel 1998 a 25 anni, somigliantissimo a Ben) madre – Lisa – nata nel tennis, sorella di Todd e di Emma, che giocava per la Florida University È lui il rappresentante del tennis libero? Non del tutto. Ce ne sono almeno altri due o tre, non di più, uno di nuovissimo conio, il francese Giovanni Mpetschi-Perricard, un grizzly più che un tennista, e un altro che gli sta di fronte ormai da due giorni. Venerdì scorso per l`avvio del loro match, sul campo tre. Cinque game appena prima dello stop annunciato per pioggia. E ieri da capo, per la ripresa della corrida, ma sul campo numero uno. Dennis Viktorovic Shapovalov… Venticinquenne nato a Tel Aviv durante il lungo viaggio che portò la sua famiglia dalla Russia al Canada. Una madre insegnante di tennis che ha le stesse, identiche convinzioni di Bryan Shelton. «Vai in campo e picchia, figlio mio. Divertiti e non farti intrappolare negli schemi. Sii sempre tu a guidare gli scambi. Un esempio classico nel gioco dei due? Siamo nel primo game del secondo set, Shelton batte e avanza, ma scivola sull`erba umida (gli sarà successo non meno di cinque volte), prima di cadere però riesce a ribattere in qualche modo la palla che Shapovalov gli restituisce. Lo fa opponendo la racchetta, e la sfera bianca s`inarca e supera a stento la rete. Shapo è già li, pronto alla replica. Situazione confortevole: Shelton è di Iato, s`è rimesso in piedi ma ha lasciato scoperti i tre quarti del campo. Il canadese chiude gli occhi e tira una legnata verso Shelton. Ha mirato al corpo per non dargli possibilità di replica? Magari… Ha tirato a casaccio, e infatti la palla esce di un metro a lato. Lo spreco come filosofia di vita. Due che ogni giorno che spunta sono costretti ad accendere un cero nella speranza che i loro colpi si trattengano fra le linee del campo. Almeno due si e uno no, se proprio non é `possibile ottenere di meglio…
Ma Shelton ha più il polso della situazione rispetto al canadese. Infatti vince, a stento ma vince. Va avanti 2-1 e d`improvviso Shapo gli sfila il quarto set, senza un perché. Così, il match va al quinto, nel quale il canadese decide che la sua esperienza erbivora per l`anno in corso possa anche concludersi qui. Gioca quasi svogliatamente qualche palla e lascia che l`americano esondi. Ecco dunque l`avversario di Jannik Sinner negli ottavi di finale. Che il n. 1 del mondo gioca per la dodicesima volta nei suoi ultimi 13 Slam. Invece Ben viene da quindici set filati […]. «Tre match sui cinque set in fila, quindici set in tre partite, sono pesanti da sostenere, ma non mi spaventerebbe farne altri cinque contro Sinner», assicura Shelton con un pizzico d`orgoglio. «Anzi, ci metterei la firma. In realtà mi sento benissimo, non ho avvertito alcuna fatica in campo, neanche contro Shapovalov, uno che la palla la fa correre». Secondo incontro sul campo numero uno. Shelton dice che é il suo campo fortunato, ma sa bene che il pronostico dalla parte di Sinner. «Stagione grandiosa, la sua. Gioca bene ovunque. Sarà un problema fermarlo, ma l`ho fatto in passato e conto di poterlo rifare». Shelton si è imposto su Jannik nel primo match che hanno giocato, negli ottavi del “mille” di Shanghai 2023, una partita cominciata benissimo dall`italiano, che poi smarrì il filo, forse per troppa sicurezza. Ma già nei successivi due confronti Jannik ha rimesso le cose a posto. […] Sinner come sempre usa cautela, anche se ammette di aver capito l`erba: «Un ottavo con un mancino che non dà ritmo e serve bene. Ma sono pronto». Il match tra Shelton e Shapovalov ha avuto la supervisione di Roger Federer, ma le attenzioni erano già rivolte alla possibile sfida in semifinale fra Jannik e Carlos. «Sinner e Alcaraz mi piacciono davvero molto. Il primo a farsi conoscere é stato lo spagnolo, ma la crescita di Jannik da un anno a questa parte è stata davvero impressionante. Spero che s`incontreranno molte volte, la loro rivalità farà bene al nostro sport. E poi, i loro match mostrano sempre un tennis di grande valore». E se Io dice Roger…
Wimbledon Italia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Si dice che chi non ha testa ha gambe. Nel caso di Jannik Sinner testa e gambe vanno insieme, e pure il braccio, sempre più devastante. Oggi il numero 1 al mondo, nel secondo match sul campo 1, si lancerà all`inseguimento di un posto nei quarti di finale contro Ben Shelton. Una sfida non semplice, sulla carta. Sebbene il mancino statunitense sia dotato di servizio a tratti letale, ha terminato solo ieri, contro Shapovalov, il terzo match dall`inizio del torneo al quinto set. Jannik ha avuto un giorno in più per riposare, raccogliere le idee, allenarsi. Una sessione indoor, visto il vento e la pioggia che ieri hanno colpito Londra. Dall`altra parte della rete uno sparring mancino, per abituarsi a scambiare con Shelton (che nel tardo pomeriggio ha anche giocato il doppio). Immancabile poi la presenza accanto alla fidanzata Anna Kalinskaya, che si è guadagnata l`ingresso agli ottavi. Sono questi i momenti in cui si vede un Sinner sorridente e rilassato. Perché in campo Jannik è una macchina. Lo ha dimostrato nei match vinti fino ad ora, a partire dal durissimo derby contro Matteo Berrettini, in cui è riuscito a vincere tre tie-break su tre. L’erba non concede errori, e l`altoatesino ha mantenuto altissima la concentrazione in ogni istante. Non era mai successo che l`allievo di Vagnozzi e Cahill vincesse tre tie-break in una sola partita nelle passate esperienze Slam, segno che il livello di solidità, mentale e fisica, è arrivato a maturazione quasi completa. Non per niente il numero 1 al mondo è in testa alla classifica di chi rende meglio nei punti sotto pressione. […] Il match di oggi lo ha preparato come tutti gli altri: «Un match diverso perché è con un mancino. Come sempre se ne parla con il team, si analizza la partita appena fatta e si pensa a cosa fare tatticamente in quella successiva. Certo trattandosi di un mancino le cose cambiano, ma la cosa importante è che in campo mi sento sempre meglio», ha detto dopo la partita flash contro Kecmanovic. […]
Sinner e Shelton, il duello rivelazione (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)
Al momento della compilazione del tabellone di Wimbledon, due nomi erano saltati agli occhi in chiave Sinner: Matteo Berrettini e Ben Shelton. Il primo, dopo un match indimenticabile, è stato sconfitto in quattro set (grazie a tre perfetti tie-break); la sfida degli ottavi di finale contro lo statunitense andrà invece in scena oggi, sul campo n.1, subito dopo l`incontro di Jasmine Paolini con Madison Keys. Sinner è giunto alla seconda settimana di Wimbledon per il terzo anno di fila, confermando una confidenza sull`erba in crescita esponenziale. Analizzando nel complesso tutti i Major disputati, Jannik è pronto a confrontarsi in un ottavo Slam per la tredicesima volta su diciannove partecipazioni (68%).
Sinner e Shelton si sono affrontati tre volte in carriera, con Sinner che guida 2-1. La prima sfida risale agli ottavi di finale del “1000” di Shanghai 2023, quando lo statunitense si impose a sorpresa in un match bellissimo 2-6 6-3 7-6(5). La rivincita arrivò pochi giorni dopo a Vienna, con Jannik vittorioso 7-6(2) 7-5. L’ultimo precedente, quest`anno a Indian Wells al quarto turno, ha visto prevalere l`azzurro 7-6(4) 6-1. Nel 1994 Bryan Shelton, padre e allenatore di Ben, raggiungeva il quarto turno a Wimbledon grazie a un clamoroso exploit: Shelton senior, infatti, da numero 120 del mondo superò le qualificazioni per poi sconfiggere il numero 2 del mondo Michael Stich al primo turno del main draw; dopo un match infinito e combattutissimo fu poi battuto negli ottavi dallo svedese Bergstrom 10-8 al quinto set. Ben, esattamente 40 anni dopo, lo ha eguagliato qualificandosi per il quarto turno grazie a tre vittorie (contro Bellucci, Harris e Shapovalov) giunte tutte al parziale decisivo. «Wimbledon è il torneo più importante del mondo – ha raccontato lo statunitense, n.14 al mondo – e poter affrontare il numero 1 del mondo su questi campi è esaltante». Timore reverenziale prossimo allo zero, per un ragazzo di grande talento e con una notevole sfacciataggine. «Sinora ho giocato con tre avversari differenti – ha spiegato Sinner – e Shelton è ancora diverso da loro. È mancino, serve molto bene, ha tanto talento e qualità. Sarà una sfida tosta». […]
Musetti ci crede. E’ più forte della pioggia (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Più forte della tensione, che ti prende quando hai tra le mani un`opportunità così preziosa, e delle interruzioni per pioggia che contribuiscono ad alimentarla e sono quindi sempre un`incognita. Lorenzo Musetti, anche se un po` a corrente alternata, ha centrato per la prima volta gli ottavi di finale di Wimbledon (i terzi a livello Slam dopo i due raggiunti al Roland Garros) superando in 4 set l`argentino Francisco Comesana: 6-2 6-7(4) 7-6(3) 6-3 il punteggio dopo più di 3 ore e 30` di gioco. L’azzurro ha dettato legge per un set e mezzo, poi però ha subito il ritorno del 23enne di Mar del Plata, salito di rendimento in maniera notevole al servizio e quindi anche più votato all`attacco, che proprio con due prime ha salvato altrettanti set-point sul 4-5, prima di aggiudicarsi il tie-break e pareggiare i conti. Dopo uno stop di trequarti d`ora per le bizze di Giove Pluvio sull`1-0 nella terza frazione, il carrarino ha faticato ad accendersi e a far pesare il suo maggior spessore tecnico e l`esperienza su certi palcoscenici, riuscendo però dopo aver annullato un set-point ad incamerare il tie-break, prima dell`ennesima sospensione. Dalla quale, però, il toscano è rientrato in campo più lucido e con maggior propensione verso la rete: un break nel quarto gioco gli ha dato ulteriore fiducia, così da non voltarsi più indietro ed esultare per un risultato importante che lo proietta alla seconda settimana. Musetti (virtualmente al 23° posto in classifica) tornerà infatti in campo domani per giocarsi un posto nei quarti dei Championships con il francese Giovanni Mpetshi Perricard, sconfitto poche settimane fa sull`erba di Stoccarda con due tie-break. Gli ottavi di finale all`Ali England Club restano invece tabù per Fabio Fognini, che per la settima volta in carriera su 14 partecipazioni è costretto a fermarsi al 3° turno. Nella prosecuzione del match interrotto per pioggia venerdì quando era avanti due set a uno (ma sotto 5-4 nel 4°) il 37enne di Arma di Taggia ha finito per cedere con il punteggio di 7-6(6) 3-6 5-7 7-6(1) 6-4 allo spagnolo Roberto Bautista Agut, che nel turno precedente aveva già eliminato Lorenzo Sonego. Alla ripresa, con il vento a complicare le cose, il 36enne spagnolo è stato pressoché impeccabile. I numeri confermano che, nel bene e nel male, la partita l`ha fatta il veterano azzurro: 82 vincenti, tra cui 23 ace (e 14 doppi falli) ma anche 71 errori gratuiti. «Sono dispiaciuto perché sto giocando bene – riconosce Fabio -, ai punti l`avrei vinta io, ma questo sport dà e toglie, non ho nulla da recriminare. Lui è stato leggermente più solido di me e l`ha portata a casa. Rispetto al giorno prima ho fatto fatica, il fisico ne ha risentito e ho accusato un po` di tensione. Sono state due ottime settimane, dopo tre anni di assenza sull`erba devo dire che mi sono divertito». Fognini ha attraversato varie `epoche` del tennis tricolore e non può non gioire per l`attuale momento d`oro. «Ci stiamo rifacendo gli occhi con Sinner e gli altri giovani. E` bello vedere la passione che Jannik sta portando e questa è una grande cosa. Dopo che per 20 anni si è parlato solo di Roger, Rafa e Nole, ora tocca agli italiani. E finalmente in Italia si parla del nostro sport, non è più solo calcio».