[3] C. Alcaraz b. [5] D. Medvedev 6-7(1) 6-3 6-4 6-4
Sarà caccia al back-to-back per Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, dopo la finale conquistata e vinta lo scorso anno, batte in quattro set Medvedev dopo aver perso il primo al tie-break. Il giustiziere di Sinner inizia bene salvo poi calare di pari passo all’ascesa del classe 2003 che potrebbe incontrare di nuovo Djokovic in un remake dello scorso ultimo anno, a meno che Musetti non ci regali un sogno quasi impossibile. Tornando ad Alcaraz, lo spagnolo dal secondo set mette in mostra la sua miglior forma in questo Wimbledon.
1° set: Medvedev sorprende Alcaraz e passa in vantaggio
Ci sono voluti sette minuti, quattordici punti e una palla break salvata da parte di Medvedev per assicurarsi il primo game. Paradossale l’inizio di Carlos Alcaraz che passa dal mantenere il suo primo servizio a zero a subire il break senza nemmeno effettuare un punto, incontrando tante difficoltà e sparando a lato il punto che regala a Daniil il primo break di questa semifinale di Wimbledon. Lo spagnolo reagisce con relativa calma, come se nulla fosse, andando all’angolo a chiedere ulteriori informazioni su come rimettersi in sesto. Sembrava funzionare dato che nel game successivo Alcaraz si riprende il servizio con punti pazzeschi, il primo figlio di una difesa spietata (0-30) mentre il secondo grazie ad una meravigliosa palla corta (15-40). Tutto ciò viene comunque momentaneamente vanificato da Medvedev che salva le prime due palle break sebbene nulla abbia potuto fare nel botta e risposta prolungato ai vantaggi. Questo set però è destinato ad avere colpi di scena uno dopo l’altro e quando Alcaraz sembrava aver ripreso la gara in mano, vari errori da parte dello spagnolo rimettono la partita di nuovo sui canali di Medvedev, abile in queste prime battute ad alzarsi di più in campetto rispetto al solito. Alcaraz d’altro canto migliora di gran lunga nella risposta e con una stupenda smorzata inchioda un Medvedev particolarmente nervoso, reo anche dopo il punto subito di aver detto qualcosa di troppo. Il russo aveva fatto notare, per usare un eufemismo, un doppio tocco che in realtà il replay ha anche smentito. Dopo un consulto con il supervisor, la giudice ha optato per un warning. Alcaraz sfrutta il momento e rimonta da 5-2 a 5-5 di carattere, uscendo di livello in situazioni molto difficili. Con un po’ di paura (era sotto 15-30) il numero tre al mondo pareggia i game di Medvedev e porta la gara al tiebreak.
Nel momento clou Medvedev è semplicemente devastante: non molla un colpo, recupera situazioni che sembravano perse e martella sia con il dritto che con il rovescio. Alcaraz osa tra passanti e lungolinea, ma senza quasi mai trovare la soluzione e il risultato di 7-1 al tiebreak è abbastanza eloquente. Dopo 57 minuti, Medvedv conquista meritatamente il primo set. Bravo Alcaraz a rimontare e portarla al tie, ma non abbastanza da meritare il vantaggio.
2° set: riecco il vero Alcaraz, il servizio migliora e i dati sorridono
Quello che ha impedito ad Alcaraz di giocarsela alla pari con Mededev, oltre ad un russo nettamente in palla, è stato un servizio al di sotto delle capacità dello spagnolo. Dopo giochi senza troppi affanni, tutti chiusi massimo a 30, il quarto game è un capolavoro di Alcaraz che approfitta delle imprecisioni di Medvedev per cavalcare l’onda trovando il break che potrebbe cambiare l’inerzia della partita, quello del 3-1. La brillantezza dello spagnolo sta trainando la rimonta del set perduto in un frangente di gioco dove di break ne abbiamo visto solo uno contro i quattro del primo. Al secondo set point, il classe 2003 porta a casa l’1-1 col punteggio di 6-3. Alcaraz ha alzato il baricentro di entrambi, chiamando molto più a rete Medvedev che naturalmente fa più fatica rispetto allo spagnolo. Calata vertiginosamente la percentuale di prime di servizio di Medvedev, da 76% a 56%. Eloquente anche il numero di errori non forzati di Alcaraz che scende dai 15 del primo set agli 8 del secondo. Insomma, lo spagnolo è tornato e l’ha fatto in grandissimo stile.
3° set: Alcaraz mette la freccia e sorpassa, Medvedev in difficoltà
I primi due game del terzo set mostra subito la salute dei tue tennisti: lo spagnolo chiude a zero senza patemi d’animo, il russo concede prima due punti in risposto ad Alcaraz e poi soprattutto il break del 2-1. Un Daniil a corrente alternata e il gioco che più manifesta questa condizione mentale è il sesto: da sopra 30-0, Medvedev mette a referto due doppi falli di fila per poi chiudere con colpi di qualità. C’è confusione nella testa del russo che però, sin dall’inizio come fece con Sinner, ha accettato lo stile di gioco dell’avversario. La differenza è però netta in questo momento Medvedev non riesce a fare il suo di gioco: sul 3-3 concede una palla break che ha il peso di un set point, salvo poi annullarla. In ogni caso è solo questione di tempo visto che meritatamente, così come lo era stato il primo set per Medvedev, Alcaraz completa la rimonta e si porta sul 2-1. Se all’inizio parlavamo di un servizio scadente di Alcaraz rispetto alle enormi qualità, qua siamo vicini alla perfezione: 15 punti su 16 con i punti con la prima di servizio, il 94%. Devastante anche il numero di punti a rete dello spagnolo, ben 12 su 14 (86%). Statistiche a parte, che hanno pur sempre il loro enorme peso, a colpire è la reazione di Alcaraz dopo un primo set sottotono. Si va al quarto set con il russo spalle al muro, ora più che mai.
4° set: Medvedev cala sul più bello, Alcaraz è finale!
L’inizio set da parte di Alcaraz è clamoroso così come il punto che regala il break che mette in netta discesa la partita. Sappiamo che però Medvedev ha tutto tranne che lo spirito di colui che alza bandiera bianca ed è per questo che quando sembrava fatta per un set sereno e conseguente vittorie per Alcaraz, ecco che Daniil porta a casa il break alla prima occasione, riportando la sfida sull’1-1 e mangiandosi il terzo game con un hold a zero che fa capire le intenzioni del russo. Nel momento centrale del set, un doppio fallo di Medvedev porta il numero cinque al mondo in confusione. Le palle corte di Alcaraz e la scarsa media a rete di Medvedev manda in tilt il russo che dunque concede il break forse nel peggior momento possibile. Basteranno dunque due servizi ad Alcaraz per la sua seconda finale Wimbledon, dopo quello vinto contro Djokovic. E così sarà perché il 21enne non ha alcun problema a portarsi a casa il biglietto per la finalissima di domenica. Soltanto tre le palle break concesse da Alcaraz contro le 15 di Medvedev. Lo spagnolo mette a referto 55 colpi vincenti, un numero che è stata accumulato in particolar modo dopo il primo set deludente. Inutile dire che a rete la differenza si è vista tutta con il 63% per il russo e 72% per Alcaraz. D’altronde proprio quando Carlitos ha iniziato ad alzare di più Medvedev, la situazione si è capovolta.