Non riesce l’impresa nella semifinale di Wimbledon a Lorenzo Musetti. L’azzurro cede in tre set all’Highlander Nole Djokovic che proprio come l’anno scorso in finale affronterà il campione in carica Carlos Alcaraz. Musetti dopo l’incontro appare sereno, consapevole di aver dato il massimo contro un serbo davvero proibitivo. Per il toscano le due settimane a Wimbledon restano una favola con strascichi bellissimi sulla sua vita professionale. Più consapevole, vuole scalare il ranking. Le Finals sono un altro sogno da tirare fuori dal suo cassetto. Ma prima è la volta delle Olimpiadi.
D. Complimenti per tutto, hai giocato benissimo e avresti battuto il 90% dei giocatori di oggi. Un Djokovic così io non me l’aspettavo e tu?
Però sono rimasti in quattro: era facile perdere. (ride ndr) Anch’io sono rimasto impressionato. Infatti ho fatto i complimenti al team perché delle sette partite giocate contro credo che sia stato il match dove ho visto Nole a un livello più alto del solito. Ecco, ho avuto quella sensazione lì. Poi magari mi posso sbagliare. C’è da dire che è anche la prima volta che lo affronto qua a Wimbledon e sull’erba e credo che il suo gioco si adatti veramente bene a questa superficie. Sicuramente quello che mi ha dato fastidio nel suo gioco è il fatto che comunque sull’erba contano tantissimo i colpi di inizio gioco e lui oggi sicuramente è stato veramente impeccabile in quello, specialmente con la risposta mi ha complicato davvero tanto le cose, quindi devo fargli i complimenti, Ho poco da recriminare onestamente a parte qualche cavolata dettata anche dall’avversario. Quello che mi ha concesso lui onestamente è zero oggi quindi gli ho fatto davvero complimenti.
D. Ho visto l’applauso finale che ti sei preso. Quanto ti sei goduto il centrale?
Non sono abbacchiato. È ovvio che mi avrebbe fatto piacere giocarmi la finale domenica ma purtroppo non ci sono riuscito. Però mi sono divertito e goduto la giornata di oggi ma anche tutte le due settimane, vissute come un’esperienza da favola. Ripeto, ho veramente poco da recriminare, anche Simone (Tartarini ndr) preparando il match ha ammesso che molto probabilmente Nole era più forte di me e ovviamente l’unico modo per batterlo oggi era cercare di tirare fuori il meglio o qualcosa che magari non si era ancora visto perché comunque su questo campo negli ultimi otto anni lui ha perso solo una partita. Con un altro Nole forse avrei fatto di più.
D. Questa semifinale è una ripartenza?
Sì, sì, assolutamente, è un po’ un fiore che nasce. Queste due settimane, anzi questo mese, mi ha portato delle gioie immense, dei sogni che avevo nel cassetto da piccolo. Sicuramente questo torneo ha tirato fuori il meglio di me ed è quello che sicuramente devo portarmi per tutto il resto della stagione. Devo mantenere questa continuità. Perché so che posso farlo e so che mi merito di poter essere in una posizione di ranking migliore. Ovviamente un altro dei miei sogni è raggiungere la top ten. Ora dico, per fortuna. l’anno scorso è andata male la seconda parte di stagione. Quindi ho margine per poter incamerare più punti possibile per poter sognare di finire l’anno in top ten e perché no, azzardo, giocarmi le Finals a Torino.
D. Ad ogni giocatore italiano che siede qui viene chiesto del successo trascinante del vostro tennis. Quanto è importante avere questo gruppo di giocatori di successo?
Credo che ognuno abbia la propria carriera ma ovviamente è un po’ più emozionante condividere quasi ogni settimana con un collega italiano che spicca nell’ ATP e WTA. Ogni settimana c’è un nome italiano negli ultimi quattro, negli ultimi due o nel vincitore. Ho la mia carriera, la mia strada, ma naturalmente, se qualche italiano arriva in fondo ad un torneo sono molto felice. Poi ci sono le Olimpiadi di quest’anno in un posto speciale per me. Non vedo l’ora di condividere il tennis italiano con il mondo e cercare di portare a casa più medaglie possibile.
D. Alle Olimpiadi di Tokyo eri arrivato come riserva. Come sarà il tuo approccio a queste dove sarai protagonista? Hai già un appuntamento con Jannik per provare il doppio?
Purtroppo non abbiamo molto tempo perché il calendario è molto fitto però credo che ci sarà subito intesa tennistica. Non sarà mai un doppio di grossissimi schemi, quindi tantissime cose da provare non ci saranno. Secondo me due ragazzi talentuosi riescono a trovare un’alchimia che va a completare le mancanze dell’uno e dell’altro. Riguardo alle Olimpiadi, per me è ovviamente una soddisfazione rappresentare la maglia dell’Italia, come per la Davis o a livello juniores. Le Olimpiadi a Tokyo non me le sono godute. Giocare a Parigi dove comunque ho espresso forse il mio miglior tennis è qualcosa che mi fa ben sperare.