[6] M. Berrettini b. P. Cachin 6-4 7-6(2)
Deal: SEALED 🫡@MattBerrettini takes out the defending champion in Gstaad, Cachin, 6-4 7-6!@SwissOpenGstaad | #SwissOpenGstaad pic.twitter.com/sw3OK817JL
— ATP Tour (@atptour) July 16, 2024
All’EFG Swiss Open di Gstaad Matteo Berrettini vince il primo turno dei campioni del passato (lui nel 2018 e l’argentino nel 2023) superando in due set Pedro Cachin. È da considerarsi un buon successo per Matteo se però lo dimensioniamo correttamente: l’argentino sta vivendo infatti un 2024 piuttosto in ombra, se è vero che è uscito dalla top 100 e ha sinora vinto solo due incontri, nel Master 1000 di Madrid. In una partita disturbata dal vento e dal campo piuttosto secco e duro, Matteo si è meritato il passaggio del turno perché ha fatto ottimo uso della battuta e del dritto definitivo e perché ha avuto sufficiente pazienza, soprattutto nel secondo parziale, per evitare la tentazione di spingere anche in condizioni precarie, quando cioè lo scambio si allungava.
Matteo ha certo temuto l’eventuale sforamento nel set decisivo e ha pensato soprattutto a non subire break per giocarsi il tutto per tutto nel tie-break. Le cose sono andate come da lui sperato e la sua determinazione si è palesata al momento giusto, mentre forse la mente dell’argentino si popolava dei dubbi che ognuno potrebbe avere dopo un cammino così impervio come è quello che sta percorrendo Pedro nella stagione sin qui.
Bravo Matteo che negli ottavi di finale aspetta il colombiano Galan.
Primo set: Cachin cala nella seconda parte e Berrettini ne approfitta per il 6-4 finale
I primi due punti per Berrettini arrivano da un passante di rovescio susseguente a uno smash deboluccio di Cachin e a una stoccata lungolinea improvvisa che scombina lo schema dell’argentino; del resto, Pedro è attento a sollecitare il tennista romano sul rovescio per poi cambiare versante e costringere Matteo a manovrare con il suo colpo preferito solo in corsa. Berrettini esordisce bene con il servizio con cui apparecchia per il dritto vincente ma nei primi game in ricezione non trova modo di divincolarsi dal pressing del rivale che ha come obbiettivo il suo backhand. Matteo si difende discretamente con lo slice ma soffre quando deve controbattere a due mani e la sua traiettoria si allunga troppo.
Cachin fa attenzione a lavorare bene con la prima palla e sale 3-2 con il 78% in campo ma con solo il 25% con il servizio di scorta. Berrettini impatta a quota tre ma non prima di aver annullato la prima palla-break del set; Matteo si scopre lento in uscita dal servizio e anche quando cerca la soluzione di forza dall’angolo sinistro. Il finalista di Wimbledon 2021 scodella una palla corta di dritto per annullare la minaccia e replica il colpo ancora felicemente per procurarsi il vantaggio. Il game è suo ma Cachin sta cominciando ad attutire l’impatto con la cannonball dell’azzurro, obbligandolo a rischiare di più per difendere le prerogative dei suoi game.
Contrariamente a quanto si sta vedendo Berrettini è bravo a invertire la direzione descritta tenendo facilmente il quarto turno al servizio e approfittando di un game disgraziato di Cachin in battuta: il sudamericano allenta la pressione e lascia spazio all’azzurro persino quando lo scambio si protrae oltre il nono colpo. Matteo rientra sul 30 pari grazie a un drive distratto di Pedro che invade il corridoio di destra; poco dopo il campione uscente affonda un rovescio interlocutorio e si fa sfuggire il game. Berrettini si porta a servire sul 5-4 e porta a compimento il lavoro svariando molto bene con i suoi due colpi distintivi: 6-4 in quarantuno minuti, tre ace e un doppio fallo (nel game conclusivo) con un avversario che nel finale di parziale gli regala l’iniziativa.
Secondo set: Berrettini non rischia e impone la sua classe nel tie-break
Cachin conferma di non essere nemmeno lui molto rapido e reattivo nel gestire le variazioni di Berrettini, il quale continua a spingere con maggiore continuità rispetto al rivale; Matteo forse potrebbe ottenere qualcosa di più nel primo quarto d’ora del parziale e nel quarto gioco è lui a trovarsi inaspettatamente 15-40. Cachin lo pesca in ritardo mentre cerca di accomodarsi per il dritto inside out e si prepara per la doppia opportunità. Matteo serve una prima robustissima che non ammette repliche e cancella con gagliardia la seconda insidia inviando un passante lungolinea di dritto da una posizione di almeno due metri oltre la riga di fondo. Berrettini viene a capo di uno scambio lungo e per rifiatare si affida alla battuta per chiudere il game e marciare sul 2-2.
L’argentino rimane in sella con il suo tennis non scintillante ma concreto. In alcuni casi cerca il contropiede e favorisce il rientro di Berrettini; l’azzurro mostra una buona dose di pazienza nel non forzare troppo presto la soluzione ma non trova il break fino al 3-4. Qui Cachin gli scappa per giungere allo 0-30 ma si deve arrendere alla potenza del servizio di Matteo, che impatta come nel primo parziale a quota quattro. Berrettini continua a tenere la percentuale di esecuzione della prima palla oltre l’80% e può così garantirsi il tie-break pur non riuscendo ad avvicinarsi alla palla-break.
Cachin parte molto bene con un dritto incrociato che Berrettini può solo sfiorare. Da qui però l’italiano richiama tutte le energie e la determinazione per evitare un terzo set che lo obbligherebbe ad addentrarsi nella terza ora di gioco; anche per lui c’è un drive incrociato ma soprattutto c’è la battuta, che continua a sostenerlo e gli regala un ace e una comoda conclusione con lo smash. Pedro serve poche prime e in un caso perde anche la seconda e i due cambiano campo sul 5-1 per Matteo.
Berrettini mette a terra una volée di dritto e può disporre di ben cinque matchpoint; “The Hammer” sfrutta il secondo, con un affondo di rovescio, e vince in un’ora e quarantadue minuti.