Un gran peccato. Stan Smith, ex numero uno al mondo, sperava che in semifinale a Wimbledon si incrocaciassero Jannik SInner e Carlos Alcaraz: “Il meglio, secondo me in questo momento”. Lo racconta alla Gazzetta dello Sport proprio lo statunitense che si sofferma sulla rivalità tra i due talenti, un confronto che a suo dire durerà tantissimo. “Sinner e Alcaraz sono il presente, ma soprattutto il futuro del tennis e daranno vita a una rivalità longeva. Sono curioso di vedere come evolverà negli anni il loro gioco, entrambi possono ancora migliorare”.
I punti deboli
Nonostate i livelli elevatissimi raggiunti dai due giovanissimi campioni i margini di crescita secondo Stan ci sono sia per l’italiano sia per lo spagnolo: “Partendo dal presupposto che sono grandi giocatori, penso che Sinner debba continuare a lavorare sul servizio, dove è già notevolmente migliorato. E pure nelle volée ha buoni margini di crescita. Carlos ogni tanto ha momenti di disordine o distrazione su cui deve lavorare». Alcaraz, pur essendo indietro di due posizioni rispetto a Jannik, numero 1 del mondo, ha un anno in meno e con WImbledon è arrivato a 4 slam conquistati. 3 più di Jannik: “Ognuno ha i propri tempi. Carlos è un campione: grande velocità, forza fisica, varietà di colpi. Anche Sinner ha grandi doti, ha già vinto uno Slam ed è numero 1 al mondo, ha dimostrato di saper giocare molto bene sull’erba. Senza quel malanno sarebbe stato tra i favoriti per il titolo come Alcaraz e Djokovic”.
Wimbledon e la fiducia sempreverde
Rispetto agli anni 70 molto è cambiato nel tennis ma l’esclusività di Wimbledon e la consapevolezza che regala vincerlo no “Quando vinci a Church Road acquisisci anche molta fiducia in te stesso, perché hai battuto i migliori. Nel mio caso mi dette la consapevolezza di poter meritare il numero 1 al mondo». E rimanendo in tema presente e passato al confronto, per Stan non sempre è meglio tornre indietro nel tempo: “Wimbledon, ad esempio, di anno in anno è cresciuto e con esso un grande giro d’affari. Un tempo gli sponsor erano quasi inesistenti, ora hanno una presenza massiccia al circolo. Meglio o peggio? Diverso. Pensiamo sempre che il passato sia migliore, non è per forza sempre così. Oggi i giocatori hanno guadagni che permettono loro anche di avere strutture di alto livello dove allenarsi, allenatori, fisioterapisti, team dedicati. Questo a me è mancato, avrei avuto bisogno di qualcuno che mi aiutasse nel recupero fisico».
Un tuffo nel futuro con Roger
E se avesse potuto catapultarsi avanti nel tempo il californiano avrebbe voluto sfidare Federer: “Ho giocato con Rod (Laver), che nessuno ha mai eguagliato: posso dirmi soddisfatto. Ma sarei stato curioso di sfidare Federer, per la varietà di cose che sapeva fare”.