Dal nostro inviato a Palermo
Il tennis ai Giochi Olimpici di Parigi scatterà il 26 luglio concludendosi l’11 agosto, in tal senso il Palermo Ladies Open rappresenta l’ultima fondamentale tappa preparatoria all’evento a cinque cerchi. Per cui, era inevitabile che a supportare le nostre azzurre a Mondello ci fosse anche tutto lo staff tecnico della nazionale femminile al gran completo: capeggiato dal capitano di BJKC Tathiana Garbin, che si è concessa con il suo solito garbo e la sempre apprezzata gentilezza ai giornalisti presenti spaziando tra tematiche che hanno riguardato tutte le sue ragazze.
D. Tutti dicono che c’è un’energia particolare a Palermo, lo hanno dichiarato Zheng, Bronzetti. Come mai secondo te?
Tathiana Garbin: “C’è sempre stata e continua ad esserci. Venire qua a Palermo per le nostre italiane è sempre un’occasione importante per cercare di giocare vicino a casa e giocare di fronte, di solito, alla propria famiglia. Vengono spesso qui le nostre italiane con a seguito tutta la famiglia e questo è un po’ tornare a casa. Questa è la cosa più importante di questi tornei in Italia“.
Paolo Vannini, Corriere dello Sport: Mi interessa naturalmente una visione in ottica Olimpiadi perché siamo veramente a due passi. Il torneo di oggi probabilmente ti dà poco perché è rimasta soltanto Lucia Bronzetti in gara, però in generale come lo vedi questo doppio di cui tanto si parla, che ha fatto una crescita incredibile nel giro di un anno e naturalmente se secondo te Jasmine potrà sopportare la pressione di fare un’altra grande prova in un contesto diverso come l’Olimpiade.
Tathiana Garbin: “Questo è un torneo importantissimo per noi perché è proprio in prossimità delle Olimpiadi. Quindi l’abbiamo preso anche come un torneo dove potevano ritrovarci e poi svolgere le Olimpiadi nel migliore delle nostre capacità. E’ successo che purtroppo Cocciaretto ha avuto questo problema a Wimbledon e ancora sta recuperando e quindi non è potuta venire. Jasmine forse è troppo forte, però ha fatto qualcosa di straordinario a Wimbledon quindi non è potuta venire perché ad un certo punto sembrava che ventilasse l’opportunità anche di venire qui solo per giocare il doppio con Sara. E quindi era un impegno che forse lei nella sua mente aveva preso, però evidentemente grazie alla straordinaria impresa che ha fatto a Wimbledon non poteva venire. Martina è venuta. Purtroppo ha incontrato un’Arantxa Rus in gran forma, ma ha fatto una bellissima partita e mi è piaciuta. Sara anche ha fatto un’ottima prestazione, rispetto all’anno scorso secondo me sta crescendo tantissimo di energia, di fiducia. Quello che stanno facendo in doppio, l’amicizia che c’è anche con Jas secondo me sta aiutando tanto, si stanno dando tanto a livello professionale. E poi c’è Lucia che sta attraversando un periodo di forma molto buono. Ha appena vinto un torneo 125, anche Martina è arrivata qui carica perché ha giocato tante partite ma con la voglia di fare bene, di lottare su ogni punto e quello che ieri l’ha portata a vincere una grande partita finita alle 3 del mattino”.
D. Cipriano Colonna, Ubitennis: Da anni sentiamo dire che il momento di svolta del tennis italiano maschile è conciso con con la semifinale di Cecchinato al Roland Garros del 2018. Pensi che si possa fare un parallelismo con la semifinale di Trevisan a Parigi, come punto d’inizio dell’ascesa del movimento azzurro femminile e che abbia potuto dare un booster di fiducia a Jasmine, sperando che poi le altre ragazze possano raggiungere altri, e di nuovi, grandi risultati.
Tathiana Garbin: “Si hai detto benissimo, secondo me c’è un effetto traino. Le ragazze, io le conosco da quando erano piccole, si son sempre date. Vedere un risultato di Martina, poi di Jasi insomma si spingevano, poi la Coccia e si eguagliavano un pochino in quello che era il panorama internazionale. Sono contenta di vedere che si sono proprio spinte in imprese straordinarie: semifinale Martina, finali Jasmine ma anche la finale dell’anno scorso in BJKC. Sono tutti risultati che si ottengono attraverso questo, attraverso una spinta di tutta la squadra. Credo che la bellezza della mia squadra è che non c’è antagonismo, ma c’è un grande e sano agonismo che fa bene a tutto il tessuto del tennis in generale“.
D. In questo momento non vi sentite più i parenti poveri del tennis maschile azzurro, prima si parlava della generazione di Pennetta, Vinci adesso è a tutti gli effetti la generazione di Paolini, di Cocciaretto, di Bronzetti.
Tathiana Garbin: “Più volte sono venuta qui a Palermo e dicevo bisogna crederci, ci vuole tempo. E’ difficile perché tante volte uno vuole il risultato subito, i ragazzi fanno bene, le ragazzo dove sono e invece c’è una crescita che abbiamo ottenuto piano piano con tanta dedizione, tanta pazienza, tanta voglia di lavorare. Questo è il denominatore comune di tutte le nostre ragazze, la cosa bella è il modello che adesso rappresentano le ragazze. E’ un modello di ragazze che hanno lavorato tanto per ottenere questi risultati, non sono venuti a 20 o a 15 anni come magari dei fenomeni che abbiamo avuto in passato ma con tanta voglia, tanta determinazione e tanta caparbietà. Piano, piano e con la costanza: è qualcosa che secondo me noi dobbiamo raccogliere e prendere come insegnamento in generale. Perché secondo me per la nostra società è qualcosa che farà bene ai ragazzi di domani. Devono imparare che non esiste il tutto e subito. Non funziona ‘adesso faccio questo e mi riesce domani”, è una costruzione che parte da lontano e questo è un bellissimo esempio che secondo me stanno dando le ragazze. Non solo a livello sportivo, ma anche a livello personale sono cresciute tantissimo. Hanno dimostrato di essere delle donne straordinarie e questo mi rende veramente orgogliosa di loro“.
D. Ma come si fa a passare dal n.50 del mondo, posizione che occupava Jasmine a Palermo l’anno scorso, al n.5 in un anno?
Tathiana Garbin: “E’ proprio quello sai, io ho fatto sempre l’esempio di quelle piante che tu le annaffi tutti i giorni, lavori tutti i giorni su quella pianta ma non vedi il raccolto subito. E poi quando cresce, cresce in maniera esponenziale. Questa è Jasmine, è quello che sta raccogliendo è un lavoro che è stato fatto nel tempo e questo è bellissimo. Sono contenta per loro, per il loro team, per Renzo Furlan, Andrea Barcaglia che lavora anche con la federazione. Noi cerchiamo di dare supporto a questa ragazza ma sta facendo un lavoro davvero straordinario con il proprio team“.
Guido Fiorito, Giornale di Sicilia: Sono ragazze tutte dal fisico normale, cioè non sono super woman. Paolini però ha battuto una ragazza alta 1,80, robusta ma qual è il segreto di riuscire a colmare questo gap fisico, appunto penso sul campo lavorando. Non è facile, sono normali. Nessuna di loro è nata benedetta dalla fortuna, tutto sommato Sinner ha un fisico benedetto dalla fortuna.
Tathiana Garbin: “A me piace la grinta che hanno. E’ bello perché quando magari non hai la stessa qualità fisica che magari vedi in altre, le vedi però sopperire con altre cose. E quindi ci sono delle aree che devi sviluppare meglio, la tenacia, la grinta. Ti piace proprio vederle in campo perché ti appassionano e anche il piacere che hanno di giocare. Spesso le vedi sorridere in campo perché è quello che trasmettono, il piacere di giocare a tennis. E’ quello in cui secondo me sono state brave proprio perché non hanno un fisico come Sabalenka, ma sono riuscite attraverso tutte le altre qualità che hanno a sopperire a quella mancanza fisica. Tuttavia posso assicuravi che sono brevilinee, velocissime, potenti e quindi riescono a coprire tutte le aree di gioco“.
Paolo Vannini, Corriere dello Sport: D’altra parte il doppio Errani/Paolini è quasi nato l’anno scorso qua. Mi ricordo che tu hai fatto un’intervista in cui dicevi andiamoci piano, vediamo. Sara era addirittura spaventata di non poter entrare nelle classifiche e invece guarda in un anno dove sono arrivate. Ti volevo chiedere una cosa specifica sulle Olimpiadi, se nel singolare il gap è lo stesso di un torneo molto importante. Nel doppio, il discorso è completamente diverso perché giocano coppie di nazioni. Quindi non ci sono già le abitudini di coppie collaudate, questo può favorire Errani e Paolini che invece da un anno giocano insieme e si troveranno contro avversarie un po’ più inventate
Tathiana Garbin: “Si, però ci sono anche delle giocatrici soprattutto le americane, le ceche che hanno giocato tanto fino all’anno scorso. Ci sono diverse coppie, in particolare le più forti, che si conoscono molto bene anche e soprattutto perché in nazionale giocano spesso insieme. Sono temibili, la Repubblica Ceca, gli Stati Uniti, il Canada… Poi quest’anno c’è stato più un rafforzamento nel cercare di giocare spesso insieme come doppio. Non solo noi, ma l’hanno fatto anche diverse squadre“.
D. Paolo Vannini, Corriere dello Sport: Senti ma pensare ad una medaglia è un’utopia e non bisogna mettergli troppa pressione oppure è naturale sperarlo?
Tathiana Garbin: “Dobbiamo sognare perché ci hanno insegnato queste ragazze a sognare in grande e dobbiamo lavorare tanto per far sì che questo avvenga. Questo è un obbiettivo che tutte le mie ragazze hanno, sognano e cercheranno di raggiungere assolutamente. Sono molto motivate per conquistarsi una medaglia alle Olimpiadi“.
D. Cipriano Colonna, Ubitennis: A proposito invece dal lavoro sul campo, di cui parlavi anche prima. Ieri notavo vedendo la partita di Lucia Bronzetti, a cui abbiamo sempre riconosciuto nel rovescio il suo colpo migliore, una prestazione di altissimo livello dalla parte del dritto. Se ce lo puoi un po’ raccontare dal punto di vista proprio tecnico, questo progresso credo abbastanza evidente anche rispetto ad un anno, un anno e mezzo fa in Lucia
Tathiana Garbin: “Secondo me il rovescio è un’arma molto potente da parte di Lucia, però il dritto è il colpo nel quale lei riesce ad aprirsi molto più il gioco, riesce a vedere più angoli e infatti a livello tecnico ha lavorato benissimo il suo allenatore Francesco Piccari, ma abbiamo fatto in modo che lavorasse anche con Danilo Pizzorno che è un nostro collaboratore che ci aiuta proprio dal punto di vista tecnico, biomeccanico e secondo me ha fatto un’ulteriore salto di qualità. Il servizio è migliorato tanto, fisicamente sta crescendo. In vista dei prossimi anni secondo me, ha ancora dei margini da riempire e può veramente puntare in alto“.
D. Il miglioramento più evidente che hai visto in Giorgia Pedone quest’anno rispetto allo scorso anno dato che l’hai seguita a Roma, forse anche a Bari.
Tathiana Garbin: “Si, quando possiamo le diamo sempre una mano. E’ una giocatrice in crescita, che dal punto di vista fisico ha avuto una lenta crescita in passato ed era importante rispettare quella che era la sua crescita funzionale, l’abbiamo fatto e adesso secondo me può mettere ancora più massa, può crescere ancora e dal quel punto di vista lì poi farà veramente il salto di qualità perché se cresce fisicamente, i suoi colpi saranno molto più penetranti e riuscirà a mettere molto più peso nella palla. Quell’aspetto lì è fondamentale, era giusto aspettare la sua crescita che purtroppo ci ha messo un pochino e adesso si può lavorare fisicamente in maniera più importante“.