M. Berrettini b. [1] S. Tsitsipas 7-6(6) 7-5
Familiar territory 😉@MattBerrettini is into his third Gstaad final as he defeats Tsitsipas 7-6 7-5!#ATPGstaad pic.twitter.com/AXANu0mKHO
— Tennis TV (@TennisTV) July 20, 2024
Ancora una volta meraviglioso Matteo Berrettini, che vola in finale all’ATP 250 di Gstaad, per la terza volta in carriera: aveva vinto nel 2018, perso in finale nel 2022 con Casper Ruud, poi gli infortuni, i problemi, i ritorni… Batte la testa di serie numero 1 del torneo, Stefanos Tsitsipas, in due set giocati al limite della perfezione, col 92% di punti fatti con la prima in campo.
Il greco ha faticato da ogni lato del campo, mai continuo al servizio e privo dei migliori appoggi in risposta. Dall’altra parte della rete, però, c’era una macchina capace di infilare 7 ace e 27 vincenti senza mai concedere una sola palla break. Per Stefanos, appariva impossibile trovare le giuste contromisure.
A sfidarlo, in finale, sarà il qualificato Halys: il francese ha battuto in due set Struff, approdando all’atto conclusivo di un torneo ATP per la seconda volta in carriera. Ancora una volta, sarà sfavorito ai nastri di partenza, ma il transalpino ha già mostrato quanto alto sia il suo livello su questi campi.
Primo set, Berrettini comanda e conquista
Inizio di grande decisione al servizio per entrambi, come da pronostico. Tatticamente, la chiave è una e una sola: la diagonale sinistra, tallone d’Achille di due giocatori che faticano a trovare profondità e potenza col rovescio, andando a cercare il colpo inside-out e concedendo l’uscita lungolinea. Dopo i primi quattro giochi di totale impotenza per il giocatore in risposta, il greco si concede ai primi dubbi: doppio fallo e gratuito nello scambio successivo, 0-30. L’ex numero 3 del mondo, con esperienza, serve sul rovescio dell’italiano: quattro punti consecutivi, quattro errori a due mani dell’azzurro, tutto da rifare.
Berrettini continua a macinare punti alla battuta: 12 su 12, mai un punto perso in tre giochi. Qualche difficoltà in più per Tsitsipas, in difficoltà sul lancio di palla: cala la percentuale di prime, altro doppio fallo, ed è il primo gioco ai vantaggi del match. Sulla parità, il greco segue a rete la seconda, ma la risposta di rovescio lungolinea di Berrettini, questa volta, è vincente. Prima palla break della partita. Il tre volte finalista slam, per venirne fuori, è costretto a rischiare ogni palla, spingendo con profondità e accorciando gli scambi scendendo a rete. Dopo 12 game, un solo punto perso al servizio dall’azzurro e un Tsitsipas in eterno affanno, a decidere le sorti del primo set sarà il tiebreak. Parte meglio il greco, favorito da un miracoloso passante a una mano e da un gratuito col dritto in uscita dal servizio di Matteo. L’italianorimonta il punto perso: si gira sul 3 pari e, a Gstad, l’equilibrio regna sovrano. La prima grande occasione è di Berrettini che, dopo uno scambio ben giocato e controllato sul setpoint in risposta, erra di qualche centimetro in lunghezza le misure di un dritto a campo aperto: prosegue un parziale che sembrava chiuso. Mentalmente, però, il romano non cede mai: aggressivo nel punto successivo, guadagna il minibreak e il setpoint numero 2. Questa volta, sul proprio servizio, chiude un set col 91% di prime palle e due soli punti persi alla battuta.
Secondo set, equilibrio interrotto dal blackout del greco
Al rientro in campo, la precisione al servizio dell’azzurro appare in calo, ma il greco fatica a trovare le contromisure e a sfruttare la chance offertegli dalle seconde di Berrettini. Dopo appena 4 giochi, il secondo tiebreak appare come già scritto nel destino: aumenta il rendimento di Tsitsipas, più raramente vittima di cali di concentrazione rispetto a quanto avvenuto a inizio match. Le chance, però, continua a offrirle: in un gioco che sembrava già chiuso, l’azzurro riporta le cose sul 40 pari, insinuando sempre più dubbi nel braccio ellenico. Tsitsipas continua a sbagliare, forse innervosito dai troppi pochi punti conquistati in risposta, faticando sempre più a prendere il controllo dello scambio e a comandare con aggressività, certamente condizionato da un rendimento sulla prima di servizio al 55%.
I giochi scorrono via, uno dopo l’altro, fino al 5 pari: una sola costante, Berrettini è sempre partito 0-15 nei propri turni in battuta. Il kick esterno, però, non lascia spazio alla risposta del greco, ancora a secco di palle break. La frustrazione, per lui, comincia a farsi sempre più evidente: sul 30 pari e 5-6, Tsitsipas è a un passo dal tiebreak. Il greco cede alla confusione e con un brutto gratuito concede la prima palla break del set: matchpoint. Il greco serve sul dritto dell’azzurro, che non si fa sorprendere: palla profonda, altro errore dell’ellenico, e Matteo Berrettini vola in finale.
[Q] Q. Halys b. [5] J. L. Struff 6-3 7-6(2)
Nella semifinale disputatasi fra il numero 37 del mondo, Jan-Lennard Struff e il giocatore francese, Quentin Halys (n. 192 ATP), è stato l’equilibrio a regnare sovrano nel corso dei primi sei game del match. Fino al monologo di Halys, naturalmente. Il nativo di Bondy, infatti, ha sciorinato un tennis dannatamente concreto ed è stato lesto a sfruttare gli errori di troppo commessi da uno spaesato Struff, trascinando dalla propria parte l’inerzia della gara. Il primo parziale si è concluso così con un meritato 6-3 a favore dell’atleta transalpino.
Nel secondo Set, approccio completamente diverso da parte di Struff. Il tennista teutonico, grazie ad una maggiore solidità al servizio, è riuscito a risalire la china e a mettere piuttosto in difficoltà il proprio rivale (anche se quest’ultimo si è dimostrato decisamente affidabile in risposta).
Il Set in questione è stato alquanto combattuto, con i due protagonisti in campo oltremodo desiderosi di fiaccare le rispettive contromosse (e resistenze). A spuntarla – alla fine di un tie-break (quasi) senza storia – è stato il giocatore francese.